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Il Carusu è diventato maturo. In anteprima il menu di Primavera firmato Alen Mangione

3 menu degustazioni, 2 anni di apertura, 1 menzione sulla guida Michelin: i numeri di Caruso Restaurant sono esplicativi di per se, ma il suo successo si spiega solo attraverso i piatti di Chef Alen Mangione che accumula esperienza, ma dentro rimane un caruso entusiasta. Ecco in anteprima per Sicilia da Gustare alcune chicche del menu stagionale della primavera 2025.

“È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi […] ma lagrime ancora e tripudi suoi”, così Giovanni Pascoli ha dato forma concreta all’immaginazione e la sensibilità, quelle due facoltà che ci permettono di meravigliarci del nuovo e riguardare con occhi nuovi il vecchio. Queste parole, rese universali ed eterne, sono da sempre l’ispirazione di Alen Mangione chef del, non a caso, Carusu Restaurant, l’unico ristorante di Fine Dining di Agrigento, di quella antica e di quella contemporanea. Il ristorante sorge infatti nel cuore del quartiere Ellenistico Romano della Valle dei Templi, un luogo dove la meraviglia tende all’eterno.

3 menu degustazioni, 2 anni di apertura, 1 menzione sulla guida Micheli sono la prova che Alen Mangione riesce a meravigliare attraverso la sua sensibilità e la sua immaginazione che gli permettono di rivedere, di ricreare e di ripresentare i piatti della tradizioni. Anche le nuove proposte del menu di primavera seguono lo stesso lei motive del ristorante e noi di Sicilia da Gustare siamo felici di potervi raccontare in anteprima un piatto per ogni portata.

Speriamo che siate pronti a stupirvi, anche perché il livello nel 2025, per concomitanza di eventi eccezionali, tende all’eccellenza assoluta e alla celebrazione della Sicilia. Quest’anno, oltre Agrigento capitale della cultura, La Sicilia è infatti stata eletta capitale della gastronomia e per lo chef Alen valorizzare prodotti agrigentini, come i formaggi di capra girgentana, il carciofo di Menfi o l’azzeruolo, diventa ancora più urgente.

Primo piatto che cattura l’attenzione è conquista il palato è l’aperitivo di benvenuto. Alen Mangione decostruisce un punto saldo della tradizione gastronomica siciliana. Nella sue mani il ‘pane cunzato’ diventa un panino di semola a doppia cottura, vapore e poi fritto, condito poi con formaggio primosale, acciughe, pomodoro confit e basilico fresco: il carattere rimane lo stesso, la forma però viene rivestita di eleganza e ricercatezza.
Le Pappardelle di Carrubo sono un must del menu del Carusu Restaurant, un sempreverde che cambia sugo a seconda delle stagioni. L’ispirazione è delle più concrete: Il carrubo è un albero di antichissima tradizione in Sicilia, tanto è vero che nella Farm del Carusu, ne svetta uno maestoso e centenario. Per omaggiarlo, lo chef impasta le pappardelle con la farina ricavata dal frutto e poi le impreziosisce secondo stagione, in questo caso con ragù di Faraona e topina di cucuzzedda fritta.

Come secondo piatto un ricordo casalingo e gioviale dello Chef riarrangiato in chiave fine dining, ovvero la seppia mascariata. Questa è la portata dove la sensibilità e l’immaginazione di Alen Mangione trovano massima espressione di gusto. L’ispirazione del piatto viene infatti da un momento di rilassata convivialtà, ovvero una grigliata da amici. Ma al Carusu Restaurant non c’è spazio per l’approssimazione e anche una seppia alla brace viene rielaborata in modo da stupire. Lo chef Patron ha infatti sostituito le interiora del mollusco con una farcia di spinacino e sambuca; ricreato la consistenza sabbiosa grazie a un crumble di cipolla fritta; dato brio con un fondo di salsa di vino.

Per concludere un piatto, la cui genesi è lunga un anno e che al suo interno ha tanti ingredienti quanto le province siciliane: stiamo parlando proprio del complesso giardino della Kolymbethra, un omaggio quasi dovuto al luogo. La particolarità di un dolce, che non si può raccontare perché si deve svelare morso dopo morso, è sicuramente la centralità dell’olio evo d’oliva che sancisce la fine del pasto, ma ne richiama anche l’inizio.
Stupiti? Noi, sì!

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