Un percorso di studio, ricerca e analisi quello che ha riportato all’attenzione un antico grano siciliano. Dalla spiga molto piatta, la Chiattulidda è una delle 52 varietà che, adattatosi al terreno della zona costiera dove le temperature sono alquanto elevate, si connota come grano duro precoce. Dato incarico alla Stazione Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di analizzare un quantitativo di grano per costatarne la varietà, Tony Rocchetta viene insignito dal sindaco di Licata del titolo di Custode Ufficiale a seguito dell’iscrizione della Chiattulidda al Registro Nazionale dei semi di conservazione. Un progetto dalla forte valenza soprattutto se si considerano le numerose persone ad oggi intolleranti al glutine a causa dell’utilizzo di grani moderni che, rispetto a quelli antichi, vengono geneticamente modificati se non anche importati. “La Chiattulidda racchiude in sé l’animo licatese perché ogni varietà di grano, millenaria e non geneticamente modificata dall’uomo, rappresentano il DNA di un popolo – afferma Tony Rocchetta – Anni fa incontrai un signore licatese in possesso di appena 2Kg di Chiattulidda che, dopo varie analisi, decisi appunto di seminare a mano. Trascorsi circa tre anni, quest’anno abbiamo avviato una produzione vera e propria così da sviluppare un progetto mirato a riscrivere parte di storia evidenziando la differenza con le colture moderne create in laboratorio”.
Organizzata a Licata la Chiattulidda Fest in occasione della scorsa festa della mietitura, quest’anno sarà riproposta il 7 luglio ma in una location d’eccezione: al Giardino della Kolymbethra. Alla manifestazione sarà anche coinvolta un’associazione, intenta a realizzare pani votivi di tutta la Sicilia, nonché il responsabile del Museo Naturalistico di Niscemi. “Abbiamo avviato un progetto di semina di Chiattulidda proprio al Giardino della Kolymbethra ponendo in risalto il forte legame che vede luogo e grano entrambi millenari e ricchi di valori e storia – dichiara Tony Rocchetta – Un progetto dalle notevoli prospettive che trova terreno fertile anche presso il Museo Naturalistico di Niscemi dove sto catalogando alcune varietà di grano in modo tale da consentire alla gente di riconoscerli. A parer mio la comunicazione si rivela essenziale per far apprendere a grandi e piccini la differenza tra i grani moderni e quelli autoctoni”.
Nasce, quindi, il brand “Seme antico” associato alla figura della dea Demetra e parallelamente la Sicilia diviene un nuovo formato di pasta, originale, creativo e accattivante. Un vero e proprio omaggio alla nostra Isola e, soprattutto a tutti i siciliani. Un formato di pasta in grado di veicolare un forte messaggio legato al territorio e alla storia grazie alla propria forma (Sicilia) e al proprio nome (Siciliani). “Volevo creare un formato di pasta che richiamasse le origini greche, ma dopo studi con docenti universitari un primo risultato fu di un formato che richiamava lo spaghetto. Scartata l’idea, decidemmo di realizzare la forma della Sicilia da dedicare a tutti noi Siciliani – spiega Tony Rocchetta – Tutto questo nasce per passione tanto da costruire l’azienda agricola e inserire il prodotto in alcuni punti vendita e, con il trascorrere del tempo, soddisfare le varie richieste provenienti da tutt’Italia e dall’estero, come la Germania. Questi grani antichi – continua – si prestano bene anche alla realizzazione di pane e birra artigianale che ho invece realizzato in collaborazione con un’azienda di Favara. Fondamentale è per me la trasparenza e proprio per questo motivo abbiamo sviluppato il progetto in maniera reale e autentica consentendo anche ad esterni di raggiungerci in azienda”.
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