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Giuseppe Molinaro: la storia del giovane pastry chef medaglia d’oro alle Ika Culinary Olympics di Stoccarda

giuseppe molinaro

Un destino già scritto quello del pastry chef Giuseppe Molinaro, solo ventiquattro anni e quasi altrettanti spesi dentro il laboratorio del bar di famiglia: il Bacio Bar, da sempre un punto di riferimento a Bagheria. Giuseppe ha frequentato l’istituto alberghiero di Cefalù e un’infinità di corsi di perfezionamento, ma se glielo chiedete vi dirà che per lo più ha appreso tutto ciò che sa proprio all’interno del bar che il padre Salvatore ha fondato nel 1994. Ogni vacanza da scuola, ogni pausa estiva erano il momento in cui Giuseppe si rintanava nel laboratorio con i tantissimi collaboratori del padre che, strano che possa sembrare, ha fondato ben trent’anni fa il Bacio senza essere pasticcere e senza esserlo diventato neanche dopo.

Il primo amore di Giuseppe è stato il gelato. C’è un aneddoto curioso e a tratti divertente che rappresenta proprio l’inizio di tutto: «Ero poco più che un bambino e come di consueto in estate davo una mano nelle preparazioni del bar tra le temperature altissime della nostra bella stagione e i forni – mi racconta Giuseppe – ad un certo punto sono quasi svenuto per il caldo e mi hanno subito portato nella sala refrigerata dove si preparavano i gelati. Da quel momento si decise che io dovessi dar una mano lì e così è iniziato tutto». Pian piano questa passione, mista alla sua naturale curiosità e al desiderio di imparare, lo ha portato a non apprendere semplicemente la ricetta base per un buon gelato, ma a studiare ognuna delle sue componenti sino a poter creare la sua ricetta personalizzata. Uno studio talmente approfondito da andare ben oltre il mero interesse dettato dalla produzione e dal lavoro al bar.

È un vero perfezionista Giuseppe, e lo è in ogni cosa che fa. Non ha la pretesa di inventare nulla di nuovo, ma di migliorare ciò che esiste già. Per questo motivo ha modificato ognuno dei gusti proposti nel suo bar, selezionando personalmente tutte le materie prime impiegate, per offrire un prodotto dove la qualità sia al primo posto.

Giuseppe è ben consapevole che l’utenza ormai sia sempre di più in cerca di standard qualitativi alti, e del resto il suo motto è: «Prima il risultato e poi il costo.»
Dopo anni dedicati al gelato, questo giovanissimo maestro si sta adesso dedicando alla pasticceria. Anche in questo caso osserva, ricerca, prova, studia e punta al perfezionamento di ognuna delle proposte del bar che, per chi non le conoscesse, posso assicurarvi essere una produzione davvero variegata e vastissima. Un lavoro che gli richiederà del tempo e che è per lui la più recente sfida.

È un giovane intraprendente Giuseppe, per cui anche grazie alla sua età, ha una naturale predisposizione al cambiamento. Il mondo della pasticceria è in continua evoluzione e lui lo sa bene, per questo si aggiorna continuamente in cerca di materie prime e strumenti per ottimizzare sempre più il lavoro e ottenere il miglior risultato.

A proposito di sfide, poco meno di due anni fa Giuseppe ne ha intrapreso una nuova. Un giovane della sua età non può che stare al passo con i tempi e documentarsi anche attraverso i social, e proprio lì ha scoperto che i più grandi maestri pasticceri del mondo mettono a frutto la loro arte con particolari creazioni realizzate in zucchero, più precisamente l’isomalto. Diventa per lui una di quelle skill da acquisire, un’abilità in più che permette di distinguersi dalla massa e non essere semplicemente uno dei tanti pasticceri. Un materiale che ha la particolarità di rimanere trasparente anche se cotto ad alte temperature, tanto bello quanto delicato, proprio come il cristallo cui somiglia tanto. Da lì, Giuseppe che è abituato a dedicare tutte le mattine alla produzione del bar e i pomeriggi ai suoi personali “esperimenti”, ha iniziato a creare le prime sculture. Un interesse che, dopo le prime creazioni che non ricorda proprio come splendide, è cresciuto via via tanto che in così poco tempo, complice un talento che non sapeva di avere, ha raggiunto risulatati sorprendenti. Dopo mesi di preparazione per una competizione che si sarebbe dovuta tenere a Massa Carrara infatti, Giuseppe viene a sapere che la gara è stata annullata. Deluso per il tempo e le energie spese inutilmente nella preparazione, si iscrive ad un altro concorso, ignorandone l’importanza a livello internazionale. In questo modo, poco meno di un mese fa, partecipa alle Ika Culinary Olympics di Stoccarda, un concorso nato ben 124 anni fa e che si tiene ogni quattro anni. Quel velo di incoscienza con cui ha partecipato è stata forse la chiave per il suo successo, insieme alle innegabili capacità. Perché se è vero che ha trascorso i sei mesi prima della competizione dedicando ogni pomeriggio all’esercizio, e l’ultimo periodo intere giornate, d’altra parte arrivare addirittura alla medaglia d’oro, disputando una gara contro maestri pasticceri più grandi di età ed esperienza, arriva solo se un talento innato lo si possiede, e nel suo caso si ha anche l’umiltà e la voglia di alimentarlo con costante caparbietà. «Tante ore passate ad allenarmi per inseguire un traguardo. Ho sempre pensato che per raggiungere il proprio obiettivo sia indispensabile – sottolinea Giuseppe Molinaro – Essere medaglia d’oro in una competizione internazionale è una grandissima soddisfazione, perché ti scontri con professionisti provenienti da tutto il mondo!»

E poi pensa che uno degli ingredienti di questo suo successo sia stato anche un pizzico di fortuna: intercettare l’anno della competizione quadriennale, ogni cosa che fila per il verso giusto nonostante il lungo viaggio in auto
trasportando le varie componenti della scultura arrivate integre…come se tutto fosse già scritto, come se quel successo fosse già previsto, oltre che assolutamente meritato da questo giovane semplice, un bravo ragazzo che ti guarda dritto negli occhi, con i suoi bruni e buoni, pieni di entusiasmo per ciò che fa. Un ragazzo appunto, appassionato del tema cartoon che con il suo Capitan Uncino ha ottenuto la medaglia d’oro nella categoria “gara individuale di pasticceria artistica” inorgogliendo papà Salvatore e il resto della famiglia.

Giuseppe è il maggiore di tre figli, c’è un fratello un po’ più piccolo che si occupa dei fornitori del bar e una sorellina di appena dodici anni che ha ancora tanto tempo per capire cosa desideri fare. Una nuova generazione di questa bella famiglia della quale Giuseppe rappresenta il valore aggiunto. Il suo futuro è al Bacio Bar, sente la responsabilità nei confronti del lavoro di tutta una vita del padre, con il fratello Santino e i sessanta collaboratori che li affiancano. Non per questo ha mai rappresentato un obbligo o un sacrificio, anzi…il padre lo ha sempre lasciato libero di scegliere il proprio cammino sin quando, ragazzino, trascorreva il suo tempo tra le preparazioni del laboratorio. Un cammino già scritto il suo, come vi dicevo all’inizio, eppure alimentato dalla costante passione che cresce, dalla ricerca e dal tempo speso in laboratorio che per lui trascorre come se si trovasse in un’altra dimensione: non se ne ha mai abbastanza di ciò che si fa con amore.

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