Il 22 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, aziende, consumatori e istituzioni stanno modificando sempre più i propri modelli comportamentali, adottando scelte maggiormente responsabili, in un percorso di continuo miglioramento verso un futuro sostenibile.
A sottolinearlo, un sondaggio pubblicato dal World Economic Forum lo scorso ottobre, secondo cui 9 cittadini su 10 auspicano di vivere in un mondo più sostenibile ed equo nel post Covid19.
Innovazione, business e sviluppo sostenibile, le tre parole chiavi per la svolta green anche in economia.
“Mi è sempre stato chiaro che generando ricchezza non solo per l’impresa, ma anche per il territorio e la società, le aziende avrebbero avuto un futuro di sicuro successo. Oggi non si parla d’altro, perché la parola etica collegata al business non è solo un modo per mettere a posto la propria coscienza , ma è un modo intelligente di fare impresa. Oggi fare impresa significa rispetto: solo rispettando la natura e le persone si può costruire un business duraturo ed io lo chiamo eubusiness. Mi piace quel prefisso eu greco che significa “bene, buono”. Ed ancora di più l’assonanza con European Union”.
Samantha Di Laura, manager cosmopolita, “piemontese” di Sicilia, Ceo e foundeur di Samantha Ethical Managment, un’imprenditrice del “terzo tipo”, come è stata definita, ha messo al centro, l’etica e la sostenibilità, anticipando i tempi. E’ stata infatti una “visionaria” quando nel 2015 ha creato a Menfi, in provincia di Agrigento, Samantha Ethical Managment un’unità di business (prima si chiamava Scirocco come il soprannome che le aveva dato la madre da piccola) specializzata nella consulenza strategica etica nel settore delle piccole e medie imprese agricole. Dal business plan alla costruzione di una strategia di sviluppo sostenibile, passando per tutti i livelli intermedi, lo scopo di Samantha è trasformare i produttori in imprenditori del terzo millennio e dare loro gli strumenti per costruire business sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Dentro la Sicilia, in Italia, oltre i confini nazionali.
Come ripartire e rialzarsi dopo un momento negativo come il corona virus? Quali sono le sfide e le opportunità post Covid19 per le PMI nel mercato globale? Quali sono i nuovi modelli di business e le idee vincenti perché le aziende possano evolversi e andare avanti legando profitti e solidarietà per un pianeta sostenibile? Sono queste le domande più urgenti perché la pandemia ci sta “costringendo” ad un cambio di passo ed è una straordinaria opportunità di evoluzione: “nulla sarà più come prima” ce lo stiamo ripetendo da due anni ormai ed infatti è in atto una rivoluzione sia nelle nostre vite che nell’economia.
“Oggi, la sfida per le aziende, è anticipare i cambiamenti e evolvere velocemente come d’altronde è sempre accaduto nella storia dell’uomo e della società-spiega- Se un tempo i CEO dovevano necessariamente avere competenze finanziarie, per esempio, oggi è imprescindibile che abbiano competenze e conoscenze digitali. Innovazione, digitalizzazione, nuovi modelli di business, innovazione di prodotto, formazione continua, attenzione alle persone e all’ambiente: solo le aziende che andranno in questa direzione sopravviveranno. Dobbiamo fare un salto quantico culturale, economico e, soprattutto a queste latitudini, di mentalità”.
Nata a Vercelli da genitori di origini siciliane, Samantha Di Laura nel 1998 entra in Euricom, uno dei più grandi gruppi alimentari italiani, conosciuto per il marchio Curtiriso e a soli 26 anni era già export area manager per il Medio Oriente, dove andava a contrattare carichi di riso con importatori d’esperienza. Vi resta per cinque anni per poi trasferirsi alla Herba, un vero e proprio gigante nel mondo del riso, oggi una delle più grandi multinazionali alimentari europee – il marchio Pasta Garofalo dice nulla? – e lì ha continuato a occuparsi ancora per anni di Medio Oriente.
Parla italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo fluentemente “ me la cavo anche con l’ebraico e ho iniziato a studiare tedesco. La conoscenza di più lingue, molto diverse tra loro, unita all’esperienza professionale in diversi campi, mi permette di esprimere e comprendere molte più realtà, di avere più concetti in mente, di quanti ne esprima una sola cultura o lingua e, quindi, di avere più strumenti per analizzare il business delle aziende, trovare soluzioni innovative e intercettare le nuove tendenze del mercato in largo anticipo”.
Con la Sicilia sempre nel cuore, decide di compiere un viaggio inverso, rispetto ai percorsi professionali canonici. Dal nord economico, dal Piemonte e dalla Spagna allora in espansione, verso il sud dell’Italia. La Sicilia.
“Sono approdata a Menfi nell’estate del 2007 e ho deciso di vivere e lavorare in un territorio per me sconosciuto allora. L’ho cercato su Google Maps, quando a Siviglia mi arrivò una telefonata da Diego Planeta, allora presidente di Cantine Settesoli . Menfi, chi ne aveva mai sentito parlare?”
Con il ruolo di direttrice commerciale per la GDO, entra in Settesoli, all’epoca la cooperativa vitivinicola più grande della Sicilia.
Dopo otto anni, decide di creare Ethical Sales Managment, una direzione commerciale in outsourcing con un team tutto al femminile.
Oggi, ha due unità di business ben distinte: da una parte Scirocco Ethical Quality Food che si occupa di produzione, commercializzazione e marketing innovativo, dall’altra Samantha Ethical Managment.
Samantha Di Laura ha creato nella sua azienda le condizioni di crescita culturale e di accoglienza delle esigenze delle sue collaboratrici, alcune delle quali sono mamme, con il progetto “Le scirocche stanno bene”, un programma volto a conciliare le esigenze personali di chi lavora in Scirocco con quelle professionali:dalla biblioteca in ufficio, alla possibilità di portare i bimbi con se’, si fa in modo che benessere e risultati aziendali vadano di pari passo. Le politiche donna-lavoro mirate al welfare aziendale fanno la differenza e a riconoscere l’innovazione portata in Sicilia in campo imprenditoriale da Samantha Di Laura è Banca Intesa San Paolo e la Fondazione “Marisa Bellisario” . A lei il prestigioso riconoscimento “ “Women Value Company” che dal 2017 mette in primo piano il ruolo delle donne che, in ambiti diversi, si distinguono per concrete e innovative strategie e politiche di inclusione, partecipazione, promozione e conciliazione volta a potenziare il contributo femminile in azienda. Tra le iniziative di Samantha Di Laura, in azienda, quello che definisce “lavoro anarchico”. “Ancora prima della pandemia avevamo sperimentato la possibilità di lavorare in smart working perchè non è importante il dove ma com’è il risultato. Senza dimenticare i benefici che il mancato obbligo di spostarsi ogni giorno da casa in ufficio comporta sullo stato di salute e dell’ambiente, in termini di risparmio energetico, inquinamento dell’aria e inquinamento acustico. E sono sicura che anche dopo la fine dell’emergenza, questo nuovo modo di lavorare sarà adottata da molte aziende perchè un’azienda con una visione etica ed una reputazione sostenibile ha un futuro di grande successo. E’ il nuovo grande trend del mercato globale”.
Samantha Di Laura, ama le sfide sul “campo”. Ha creato una nuova bollicina made in Sicily, “ Lucìe”. L’etichetta, con il volto di donna, luminosa e delicata, ma incisiva come una cartolina del passato gelosamente custodita, ha vinto il Golden Pack alla 9^ edizione del Premio Mediterraneo Packaging ed ha ottenuto 90 punti presso Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni.
Lucìe è una rivoluzione culturale in bottiglia, nel rispetto della salute e della trasparenza di comunicazione verso i consumatori. Infatti, in anticipo sui tempi dell’accordo Pac per fine 2022 che prevede che le calorie siano riportate in etichetta, già sul collarino che accompagna la bottiglia di Lucìe sono segnalate: 64kcal/100ml. Inoltre è un vino senza zuccheri e senza solfiti aggiunti, in linea con le richieste di salute delle persone.
“Lucìe è una bollicina nuova, che coniuga benessere e piacere di bere. Sono bollicine etiche -spiega Samantha Di Laura – che rispettano il lavoro degli agricoltori e salvaguardano l’ambiente perché voglio che tutto ciò che contribuisce a creare Lucie sia sano, salutare e felice”.
Ottenuto da uve Inzolie nel territorio di Santa Ninfa (TP) nasce dall’incontro tra Samantha di Laura, manager piemontese che ha deciso di vivere a Menfi (AG) e Mattia Filippi, enologo trentino altrettanto etico, con grande esperienza di vini spumanti e vini naturali.
È un vino senza trucco. Dall’elegante opalescenza, è un vino integrale, non filtrato, frizzante, rifermentato in bottiglia con aggiunta di lieviti indigeni e mosto d’uva. Un metodo classico, praticamente uno champagne prima del degorgement, chiuso con il tappo a corona che mantiene inalterate le caratteristiche del vino e, occhio alla tutela dell’ambiente, è facile da smaltire. È un vino libero da solforosa, solfiti aggiunti e da zucchero.Un vino leggero, a bassa gradazione alcolica: l’11,5%. Lucìe è un vino alternativo ed inclusivo ed è nato per andare incontro alle esigenze di chi pone particolare cura e attenzione alla propria alimentazione.
Di fatto è il motivo per cui è nato: “Avendo molte intolleranze, per due anni – racconta la produttrice – non ho bevuto vino, finché un giorno Mattia Filippi si è presentato con un campione di vino che non mi ha provocato nessun effetto collaterale. L’ho fatto analizzare: la solforosa totale è risultata 32 mg/lt, praticamente al di sotto dei limiti massimi stabiliti dai vignaioli per i vini naturali. Voglio questo vino, mi sono detta, e voglio che sia disponibile per tutti”. È un vino un femminile “singolare” perché sarà solo questo il vino prodotto da Samantha Di Laura. Ma è anche vino “un femminile plurale” perché si rivolge a tutti:“Ho scelto questo nome perché significa “portatrici di Luce” e tutti noi lo siamo. È un vino nato per illuminare i nostri momenti speciali e fare stare bene. Si accompagna – dice la produttrice – con la gioia, l’allegria e la luce di questa splendida isola”.
* In Foto: Samantha Di Laura, CEO e fondatrice di Scirocco, insieme con le sue collaboratrici Pia Sparacino, Francesca Graffagnino e Claudia Siragusa
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