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Gesualdo Faulisi e Giuseppe Patti firmano tour enogastronomico tra la Sicilia e Dubai

Faulisi e Patti

Tra la Sicilia e Dubai, c’è un mare di differenza e questo è un bene, soprattutto in cucina.

Il mare, infatti, e sono molti i topoi letterari a sostegno della tesi, ha sempre unito e continua a unire. Il sodalizio culturale e gastronomico tra la nostra bella isola e la penisola Araba è antico tanto quanto la storia Fenicia e si è rinnovato con le Dominazioni del X secolo, le cui influenze culinarie sono forti oggigiorno.

Riuscireste a immaginare un pranzo della domenica senza i dolci tipici della pasticceria siciliana? Una tavola senza i colori della cassata, un Natale senza le scorze d’arancia candite?

Quel che andrete a leggere, quel che noi andremo a raccontare, d’altronde è solo l’ultimo atto, sperando non sia mai davvero l’ultimo, di una serie di incontri tra la Cucina araba e quella Sicilia fatta di contaminazioni reciproche, di gusti, di odori, di spezie e d’ingredienti.

I protagonisti di questa traversata, stavolta sono stati gli Chef Gesualdo Faulisi e Giuseppe Patti, Patron rispettivamente del ristorante Alterego di Caltavuturo e della Premiata Pizzeria Sardasalata di Licata.

Entrambi hanno raggiunto di recente Dubai, per portare la tradizione siciliana in alto, come i grattacieli, che caratterizzano lo skyline della città.

In patria i due chef non hanno bisogno di presentazione, entrambi sono Ambasciatori del Gusto Doc Italy, per cui hanno di recente ricevuto la targa a Roma, ma con gli ultimi eventi a Dubai si stanno affermando sul piano internazionale, con grande orgoglio del movimento culinario siciliano tutto.

L’evento, tenutosi dal 16 al 17, ha preso la forma di una visita ai ristoranti Larte e Ciao Bella, teatro di due momenti di alta cucina.

Al Ciao Bella, corte della regina Anna Alaimo, Faulisi e Patti hanno cucinato, in una speciale cena a sei mani, un menu degustazione, la cui ispirazione è alla tradizione delle ricette siciliane che, come accennavamo prima, hanno un chiaro debito nei confronti della dominazione araba.

Per gli oltre 120, fortunati aggiungeremmo, commensali è stato proposto un itinerario gastronomico che conduceva a Palermo, senza però scostarsi troppo da Dubai. Letteralmente e metaforicamente.

Il menu prevedeva pane e panelle, caponata di melanzane, sfincione palermitano, arancine, pasta con le sarde, involtini di melanzane, insalata di arance e poi cannoli con la ricotta e le tradizionali sfingie di San Giuseppe.

Entrambi gli chef, ben consapevoli del debito nei confronti dei nostri vicini arabi, hanno “voluto ribadire quanto le nostre tradizioni culinarie più radicate traggano origine dalla dominazione araba. Essendo stati invitati a portare la Sicilia in Arabia Saudita non potevamo non scegliere le nostre radici comuni come tema portante delle quattro serate”.

Al ristorante Larte, invece, i due chef hanno proposto un’idea di cucina fusion, un incontro tra l’estro siciliano e la veracità della tradizione napoletana proponendo una masterclass sulla pizza e una serata degustazione.

Tra le pizze preparate, sempre con la volontà di amalgamare tradizione e innovazione, si potrebbe citare la versione proposta della norma, con crema di melanzane affumicata, ciliegino confit, chips di melanzane croccanti, ricotta fresca, grana padano a scaglie e basilico

Sarà che la cucina siciliana e quella napoletana sono davvero vulcaniche ed esplosive, ma le pizze contemporanee con topping e abbinamenti che richiamavano la tradizione siciliana sembrano davvero parlare un’unica lingua: quella del gusto.

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