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Etna e non solo alla VI edizione di Piccolo è Bello. Grande successo di pubblico. Le degustazioni del sommelier Fabio Cristaldi per Sicilia da gustare

Piccolo è Bello foto prinmcipale

La manifestazione di Piccolo è bello, è arrivata alla sesta edizione. In sei anni è stata una continua crescita sia per la manifestazione, sia per le aziende che vi hanno partecipato. Dopo che le prime edizione si sono svolte a Castiglione di Sicilia e Randazzo, le ultime due hanno trovato collocazione presso il Monastero dei Benedettini a Catania. La presenza di diversi produttori, nella stragrande maggioranza dei casi tutte aziende medio – piccole (proprio per rispettare il nome della manifestazione) provenienti da diverse parti della Sicilia, hanno dato la possibilità ai partecipanti di poter assaggiare vari vini e poter conoscere aziende meno conosciute, poiché piccole realtà, con produzione in alcuni casi di poco più di duemila bottiglie. Ovvio che il numero maggiore di aziende sono state etnee, ma come già riportato prima c’è stata la presenza di alcune cantine del palermitano, del ragusano, del siracusano, del messinese, giusto per rappresentare il territorio siciliano. Tutto questo si è tradotto in una calda domenica di giugno, nella quale dalle 15:00 alle 23:00 l’afflusso di gente è stato notevole, soprattutto nel tardo pomeriggio (quando la temperatura è stata meno afosa) e grazie alla disponibilità dei produttori è stato possibile continuare oltre l’orario previsto. Merito di quanto ottenuto è di Agata Arancio, che con la sua abnegazione e costanza ha fatto si che la manifestazione di Piccolo è bello sia divenuta fra le più importanti della Sicilia orientale. Andando ai veri protagonisti (i vini) non sono mancate le chicche che hanno saputo catturare l’attenzione e dato l’ennesima conferma di come il mondo dei vini sia estremamente vario e proprio per questo mai stancante. Iniziando da uno spumante ottenuto da Nerello Mascalese, Metodo Classico, Etna Brut D. O. C., è il Fìlici dell’azienda Nicola Gumina. Sosta ventisette mesi sui lieviti ed il perlage è fine e costante. Dal calice pervengono accenni di erba secca, crosta di pane e di pan di Spagna. Fresco e scattante, riesce ad esprimere una sua polivalenza con una buona persistenza e profondità di sorso. Da un vino spumante (blanc de noir) ad un vino bianco fermo. Da Castiglione di Sicilia a Licodia Eubea, per assaggiare una vera e propria chicca. Angelo Di Grazia, enologo, produce un I. G. T. Terre Siciliane Contatto, ottenuto da 70% composto da Recuno, Rucignola, Cutrera ed un 30% Carricante. Se per il Carricante buona parte degli appassionati e dei consumatori lo conosce, i primi tre vitigni non sono molto comuni, infatti vengono definiti come vitigni reliquia, per i quali è giusto dare qualche notizia. Il vitigno a bacca bianca Recuno è rarissimo e si trova solo in alcune zone alle falde dell’Etna ed in alcune zone della provincia di Messina. Altro vitigno a bacca bianca del quale è difficile sentirne parlare (e possibilmente viene confuso con la Lucignola, altro vitigno reliquia, ma a bacca rossa) è la Rucignola, che è possibile trovare nella provincia di Messina. Ed infine il Cutrera antico vitigno originario del ragusano. Contatto I. G. T. Terre Siciliane 2023 si presenta con sentori fruttati e soprattutto di albicocca e pesca bianca. Verticale con un finale leggermente sapido. Lungo al sorso. Il nome è stato dato a seguito del fatto che trattandosi di un vino ottenuto con vitigni non molto conosciuti, è per l’appunto un vino da scoprire, da comprendere, da ascoltare, da degustare con tatto.

Ritornando nelle zona dell’Etna, a Linguaglossa l’Azienda Agricola Raciti produce Rupestre Etna Bianco D. O. C. 2022, ottenuto da solo Carricante. Il bouquet composto da frutta (mela golden e banana), arricchito da note muschiate è particolarmente accattivante e coinvolgente. Sorso verticale e lungo. La particolarità dell’affinamento per ben diciotto mesi sulle fecce fini, lo rende un Etna Bianco che si distingue. Da un Etna Bianco D. O. C., ad un Etna Bianco Superiore D. O. C. dell’Azienda di Rachele, Rachele 2022, in cui i sentori di lime e di floreale sono ben presenti. Ancora in fase di evoluzione, ma già piacevole alla beva, con sorso verticale, agile e scattante. Prodotto nella zona di Milo (non potrebbe essere altrimenti) in Contrada Salice, viene ottenuto da solo Carricante. Andando nel versante nord dell’Etna, a Randazzo, dove ha i vigneti Alice Bonaccorsi e con la sua azienda Valcerasa produce il Rocca delle Campane I. G. T. Terre Siciliane 2017. Quasi sette anni e portarli egregiamente, con un bouquet di grande complessità, che evidenzia note di terziarizzazione, frutta secca, mallo di noce. Sorso piacevole e verticale con finale salino. Prima di passare ai rossi, un rosato che anche lui sa portare bene gli anni. Territorio di Santa Maria di Licodia, Contrada Feudo Cavaliere, l’azienda è Feudo Cavaliere che con il suo Millemetri Etna Rosato D. O. C. 2017, fa riflettere di come anche i rosati etnei possano andare più in là con gli anni. Fruttato e con lievi accenni di pietra focaia e nota sulfurea. Verticale e sapido, con una giusta struttura. Per un rosato di oltre sei anni, difficile chiedere di più!

Con i vini rossi si esce dalla zona etnea e si va su quella del ragusano a Chiaramonte Gulfi, dove Gurrieri produce il Don Vincè un Cerasuolo di Vittoria Classico D. O. C. G., le percentuali sono di 60% Nero d’Avola e 40% Frappato. La lavorazione dei due vitigni è fatta separatamente, il Nero d’Avola viene fatto affinare in tonneau, mentre il Frappato fa affinamento in acciaio. Il suo corredo aromatico è composto da profumi speziati e di mora, terra umida. Tannini di carattere e buona freschezza alla beva. Buona progressione. Tornando nella zona del catanese, a Caltagirone, in Contrada Granieri l’azienda Agricola Sallemi di Giovanni Sallemi produce il Sabbie Rosse I. G. T. Terre Siciliane. Il Sabbie Rosse è un Nero d’Avola in purezza, prodotto in maniera artigianale, facendo fede ai metodi del passato, ma ciò nonostante garantendo una longevità di quasi nove anni, visto che il millesimo assaggiato è stato il 2015. Grande finezza di profumi e di sorso. Timbro balsamico, origano e piccole note di frutti di bosco. Tannini fini ed acidità ben calibrata. Fine ed elegante. Fa affinamento solo in acciaio. Ritornando sull’Etna nella zona di Castiglione di Sicilia un Etna Rosso D. O. C. che fa affinamento in anfora, Anima e Corpo 2020, prodotto da Mongibello 33. Nota di alloro e timbro balsamico. Buona freschezza e tannini di richiamo. Progressione buona e persistenza non da meno. L’azienda Mecori si trova in Contrada Moganazzi, nel territorio di Castiglione di Sicilia, allo stato attuale produce solo un vino, che si chiama Duo Etna Rosso D. O. C., il millesimo degustato è stato il 2022. Le caratteristiche organolettiche sono in tutto e per tutto dell’Etna Rosso, con i suoi effluvi di liquirizia, note balsamiche, erbe officinali. La trama tannica è ben definita e la freschezza che lo rende verticale e per nulla stancante. Lungo al sorso. Infine un Etna Rosso del versante di sud ovest, territorio di Biancavilla. Masseria Setteporte produce il Nerello Mascalese Etna Rosso D. O. C. 2021. Sorso rotondo e pieno. Sentori di mora e di frutti di bosco. Trama tannica ben presente e fitta. Fresco e lungo.          

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