È successo a Catania: è andato in onda sabato, 14 Settembre in Piazza Scammacca la seconda edizione di “Bianchi di Sicilia”, evento enogastronomico voluto fortemente dalla sua ideatrice, Maria Grazia Barbagallo, delegata e vicepresidente AIS Sicilia, in collaborazione co Nicola Vitale, imprenditore e socio fondatore di “Piazza Scammacca”.
Un appuntamento che ha unito degustazioni, masterclass, buon cibo, musica dal vivo e interventi teatrali. Focus sui vini bianchi che il territorio siciliano, dalle numerose e incredibili sfumature, è in grado di regalare.
Importante è stato lo spazio riservato alla conoscenza approfondita dei grandi vini siciliani, con quattro masterclass che si sono svolte sia all’interno del mercato metropolitano e a Palazzo Scammacca.
Così succede, un sabato pomeriggio tra amici, che si possa disquisire su Carricante, non solo come vino da pronta beva, ma anche in un’ottica di affinamento, dove può acquisire interessanti complessità, con peculiarità uniche.
In tal senso un’analisi, che possiamo definire un piccolo laboratorio sensoriale, è stata possibile grazie alla prima masterclass,“Etna , la forza del tempo” , all’interno di Palazzo Scammacca del Murgo, dedicata all’Etna con importantiannate storicherealizzata in collaborazione con il Consorzio Etna DOC e condotta da Claudio Di Maria, miglior sommelier Etna 2024 e miglior sommelier Sicilia 2023 insieme a Sergio Bellissimo, degustatore AIS.
La degustazione ha dimostrato come questo vitigno possa dare prodotti longevi.
«Abbiamo cercato di fare questo viaggio nel tempo per capire l’identità di questo vitigno e mettere in risalto le sue caratteristiche- ha spiegato Claudio Di Maria- Una su tutte è la freschezza, l’acidità, nella ricerca di un equilibrio. Il Carricante con il suo bouquet intenso possiede sentori che, nel tempo, si trasformano in complessità, mentre nel corpo l’acidità favorisce la sua evoluzione. Alla fine, si ha un quadro aromatico con note che, con gli anni, possono andare verso il terziario, l’idrocarburo e la cera d’api» .
In un percorso a ritroso, che dalla 2018 ha sfidato il tempo con una bottiglia datata 2013, ne è venuta fuori la sua innata capacità di travestirsi. Capacità, va sottolineata, non così scontata se a ben vedere non è sempre stata universalmente riconosciuta.
Il concetto di vecchio viene sostituto a quello di longevo, e per farlo c’è bisogno di sperimentare e capire. Solo un lento, pigro, ma costante riposo in bottiglia sa creare, restituire al vino forme e sostanze nuove , ma anche evoluzione. La grandezza del vitigno non ha stentato a mostrarsi, alla struttura e tessitura acido-sapida che da sempre caratterizzano il suo assaggio va di pari passo anche la longevità.
I VINI DEGUSTATI
DONNAFUGATA – Etna Bianco 2018
Sciorina un naso completo, che ondeggia tra sensazioni floreali e raffinati accenti d’agrume su impalcatura esplicitamente minerale. Il sorso è fresco-sapido con un finale ammandorlato, che ricarica l’acidità e prolunga il sorso.
GAMBINO – Etna Bianco “Tifeo” 2018
Ventaglio olfattivo dall’immediata trama vulcanica, vivida nota minerale che preme tra ricordi di idrocarburo ed erbe aromatiche. Al gusto colpisce la sferzata di freschezza e salinità che trovano giusta sponda nella pienezza. Dal finale durevole e minerale.
CANTINE RUSSO – Etna Bianco Contrada Rampante 2018
Si schiude al naso con risplendenti toni di frutta bianca e gialla, nota di finocchietto selvatico, cenni di cera d’api e miele latente e un chè di minerale. Sorso prontamente equilibrato, carico di struttura e freschezza, si allunga con finale persistente.
SIVE NATURE – Sive Natura Caricante 2018 Versante est
Millefiori, cera, un tocco gentile di ginestra e quel tanto di matrice minerale da far diventare ancora più intrigante lo spettro olfattivo. Il sorso è invaso da generosa sapidità e da freschezza battente.
MASSERIA SETTEPORTE – Etna Bianco “N’ettaro” 2017
Carico, sapido, spalleggiato da straordinaria freschezza che lo rende energico ancora oggi con la promessa di grande charme e radioso evoluzione futura.
CALCAGNO – Etna Bianco Ginestra 2016
Intensi profumi di ginestra, acacia, miele e suggestioni saline, si confermano nell’intenso profilo gustativo con un rincorrersi di sensazioni fresco-sapide. Bellissima la delicata scia d’agrume su un tenace fondo minerale.
PIETRADOLCE – Etna Bianco “Archineri” 2016
Si presenta con tutta la sua soavità, attorniato da richiami di frutta, ricordi floreali e stirpe minerale. Delicato, equilibrato, centrato nell’apporto fresco-sapido, ha straordinaria estensione finale su note minerali.
BENANTI – Etna Bianco Superiore “Pietra Marina” 2016
Vino sartoriale dove la fattezza qualitativa sta in un naso accennato di fiori bianchi e macchia mediterranea. Fine ed elegante, quanto il sorso connotato da un equilibrio fresco-acido.
CANTINE NICOSIA – Contrada Monte Gorna Etna Bianco “Vecchie Viti” 2015
Il corredo olfattivo è pieno e luminoso quanto il suo palato, dotato di una buona componente di acidità che cede spazio solo sul finale a una appagante sensazione salina.
BARONE DI VILLAGRANDE – Etna Bianco Superiore 2014
Bellissimo e cristallino il naso contrassegnato da ricca intensità minerale di idrocarburo. Il sorso diventa goloso di sapidità sviluppandosi sui registri di un tannino sottile e ben disciolto che esprime la complessità dei suoi 10 anni.
MURGO – Etna Bianco Tenuta San Michele 2014
L’attacco fresco al gusto, poi la misurata sapidità, dona carattere all’assaggio. Perfettamente equilibrato e levigato con un finale di assoluta coerenza e straordinaria lunghezza.
TERRA COSTANTINO – Etna Bianco Contrada Blandano 2014
Il profumo regala prontamente un’impronta unica di mediterranea eleganza, con ricordi di macchia, toni vegetali e forte mineralità. Grip fresco-sapido al gusto.
GRACI – Etna Bianco Contrada Arcuria 2013
I ricordi di frutta candita stanno a braccetto con quelli di fiori appassiti e di lievi accenni di cera d’api. Il sorso riempie il palato di Etna, imponendosi con la sua freschezza. Un vino evoluto, maturo ma non ancora finito.
Grazie a questa masterclass “ Etna, la forza del tempo”, è stato possibile un confronto con uno degli aspetti più emozionali del vino, che è l’evoluzione. È una sfida contro il tempo che si possono permettere solo pochi vini, che riescono così a dare il meglio di sé. Il concetto di affinamento per i vini rossi è sicuramente più affermato, per i bianchi, almeno in Italia, siamo ancora agli inizi. C’è sicuramente da calibrare il tiro, ma bisogna pensare che nessuno di questi vini è stato pensato con l’idea di un vino da affinamento, ma di un prodotto più immediato, che potesse esaltare fin da subito le caratteristiche del Carricante.
Questa degustazione è stata sicuramente da stimolo anche per gli stessi produttori, per cercare di arrivare a un’espressione territoriale di questo vitigno autoctono così peculiare che possa conquistare anche la dimensione del tempo. Questa è la via. O almeno, sembra essere la strada da intraprendere.
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