Rese note le stelle 2023 della guida rossa. Premiata la Sicilia con un nuovo due stelle e quattro nuovi mono stelle. Era ora, ma si poteva fare di più.
La guida Michelin ha reso noto il suo verdetto per il 2023. Brilla la Sicilia con la seconda stella conquistata da St. George By Heinz Beck e le nuove mono stelle del Mec di Palermo, del Principe di Cerami di Taormina, del Limu di Bagheria e del Tenerumi di Vulcano. Gli Chef Salvatore Iuliano, Carmelo Trentacosti, Massimo Mantarro, Nino Ferreri e Davide Guidara hanno tutto il diritto di festeggiare per il risultato ottenuto, frutto di un continuo impegno nel migliorarsi. Congratulazioni. Confermate tutte le altre stelle siciliane. Ma questi risultati rispecchiano davvero il livello raggiunto dalla cucina siciliana negli ultimi anni? O forse si poteva fare (dare) di più? Sicuramente la guida rossa è la più blasonata e negli anni è riuscita a rinnovarsi creando l’attesa nel mondo della ristorazione ad ogni nuova edizione, ma di una cosa ancora non si è resa conto: non ha più il monopolio dell’informazione nell’alta ristorazione. Negli anni altre guide si sono affermate nel panorama nazionale e siciliano, molto spesso più attente alle realtà presenti nella ristorazione. Guide che sono seguite con molto interesse dagli appassionati gourmet che fanno tesoro delle dritte fornite sui ristoranti.
Senza entrare nel merito dei criteri seguiti dalla guida Michelin nell’attribuzione delle stelle, sembra che la rossa non attribuisca il giusto riconoscimento ai ristoranti siciliani e sia un po’ lontana dalla realtà della ristorazione isolana. Nessun ristorante siciliano ha tre stelle eppure qualcuno se le meriterebbe già da tempo; pochissimi i bistellati e pochi ristoranti con una sola stella. La Sicilia negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante, creando una serie di giovani chef che, dopo aver fatto esperienza in giro per il mondo, sono tornati nella loro terra per mettere la loro professionalità al servizio della ristorazione siciliana. Chef che propongono giornalmente una cucina territoriale che riesce a coniugare tradizione e innovazione per deliziare i palati più raffinati. Chef che si distinguono nei concorsi culinari nazionali e internazionali, che sono diventati ambasciatori della cucina siciliana nel mondo.
Per fortuna che le strade per conoscere la buona ristorazione siciliana non passano più solo dalla guida rossa, altrimenti si rischierebbe di non avere una reale fotografia della realtà. Aveva ragione il grande Gualtiero Marchesi quando, tanti anni fa, rifiutò le stelle Michelin, un gesto che allora molti non compresero, ma che di fatto anticipava il disagio della ristorazione italiana nei confronti delle scelte incomprensibili della rossa.
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