Se l’emozione avesse un colore, sarebbe la scia rosa che avvolge all’imbrunire il Tempio di Giunone, che si vede dal Doric Boutique Hotel. E, se fosse un odore, sarebbe quello del basilico o del rosmarino che sale su dall’orto. E, continuando nel gioco, se l’emozione fosse un sapore, sarebbe quello del picnic al gusto di campagna dello chef Max Ballarò nel pistacchieto del Doric, immerso nel paesaggio Unesco della Valle dei Templi di Agrigento, da cui dista solo 1,5 km. La mano del suo progettista è stata guidata dal rispetto della natura e dalla cura dei dettagli, “perchè ci vuole la giusta attenzione e perché per ogni cosa ci vuole il giusto tempo perché nulla, soprattutto di ciò che abbiamo ricevuto in dono da chi ci ha preceduto, dal patrimonio storico e naturalistico che ci è stato trasmesso, vada perduto. Anzi, a noi il compito di dare valore”.
Parla piano, pesando le parole una ad una, Enzo Agrò, 41 anni, architetto, originario di Favara (AG), che nel suo Doric Boutique Hotel ha investito cuore, idee e risorse con una qualità ormai rara: la gentilezza dell’essere che si proietta nel fare. Pervade il concept dell’accoglienza che diventa esperienza unica, perché il luogo è genius loci della malia che sprigiona da ben 2.500 anni di Storia. Ventidue camere con vista sul maestoso Tempio di Giunone, di cui 10 deluxe con piscina privata riscaldata e la queen panoramica con bagno turco e vasca ad idromassaggio situate nel grande terrazzo, una finestra panoramica in quell’unicum che è appunto la Valle dei Templi.
“Quando ho iniziato a progettare il Doric – racconta Enzo Agrò – sapevo di essere fortunato perché avevo a disposizione il panorama che il mondo ci invidia. Dovevo farlo scoprire, facendo sì che da qualsiasi angolazione fossero situate le camere, il bar, il ristorante, la piscina, i nostri ospiti potessero vivere immersi nella meraviglia di un luogo senza tempo”. Al Doric Boutique Hotel il fluire delle stagioni tinge con i suoi colori la campagna intorno con le sue mutevoli sfumature che, in un colpo d’occhio, rasserena. Sorride Enzo, perché ha proprio pensato a tutto, nel modo che gli è più congeniale. Con gentilezza ed in armonia con la natura. “Stiamo per raggiungere il 100% di autonomia energetica grazie all’impianto fotovoltaico e solare termico e tutta l’acqua che utilizziamo finisce in un impianto di fitodepurazione. Viene purificata – spiega – e poi riutilizzata per irrigare il giardino, il terreno agricolo dove c’è un orto con le primizie di stagione per il nostro ristorante, un mandorleto ed un pistacchieto”.
Lo sguardo gli si illumina quando parla della “sua” farm, di cui è un attento custode. Ne fa dono ai suoi ospiti. “Ciò che per noi è un gesto semplice, perché ci siamo abituati, come raccogliere un frutto o un ortaggio direttamente dal luogo dove nasce – racconta – per molti è un’esperienza eccezionale. La terra – dice scandendo piano le parole – ci riconnette con noi stessi. Mi ricordo quando mio padre Gaetano la domenica mi buttava giù dal letto per andare in campagna di buon mattino. Adesso, a distanza di anni, lo ringrazio, perché mi ha insegnato che dietro ai grandi risultati c’è la cura di ogni giorno”.
Al pistacchieto, con la complicità dello chef talentuoso Max Ballarò, del suo ristorante “Ambrosia”, Enzo Agrò ha ideato una formula innovativa, il picnic in… hotel. “ Una giornata da vivere all’aria aperta – dice – tra i profumi ed i colori della campagna siciliana con i piatti, come le grigliate di carne selezionate preparate dallo chef. Accompagnate dalla birra artigianale o dai vini prodotti nel nostro territorio e condite con un pizzico dell’olio evo, spremuto a freddo, un blend di Biancolilla e di Nocellara, che la nostra famiglia produce da sempre”. Un centro benessere ed un ristorante con al timone Max Ballarò, il capitano del Team Sicilia dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani, che fa capo nell’Isola alla Federazione Italiana Cuochi , che con perizia artigianale coccola gli ospiti a tavola “perché – dice – la cucina è casa mia”.
Seguendo la sua passione per l’architettura, Enzo non smette di progettare, disegnare e realizzare insieme alla moglie Silvia, abruzzese, e la loro bimba, Carolina, “il progetto più bello che ho fatto”, dice Enzo entusiasta. Con l’indice indica il rudere in mezzo alla campagna che diventerà un laboratorio di pasticceria, dove poter insegnare ai suoi ospiti come nasce l’agnello pasquale, il dolce tipico di Favara. Ed altri due immobili diventeranno due suites immerse nel verde. Ed ancora… Enzo, ma qual è il tuo sogno nel cassetto? E stavolta non ha bisogno di dosare le parole, perché gli escono di getto: “Lo devo ancora scoprire!”…
Enzo Agò e la Figlia Carolina – mod
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