A Galati Mamertino una storia lunga 60 anni: la trattoria di “Donna Santina”
La lunga storia di una tradizione familiare, a Galati Mamertino, è rappresentata da “Donna Santina”, la trattoria nata nel 1964. “La bettola”, fu questo il nome originario, era una vera e propria osteria, dove il vino al bicchiere era il fedele compagno di fave bollite, uova sode e baccalà. Da allora ad oggi “tanta acqua è passata sotto i ponti” si potrebbe dire, ma una costante c’è sempre stata: la passione per una cucina dai profumi nebroidei, che mamma Angela ha trasmesso a Santina. È proprio lei che nel 2017 ha dato il suo nome a quella che fu l’osteria della madre e che, oggi, è la rinomata trattoria galatese, in cui lei, il marito, la mamma, il papà e la figlioccia, coccolano i cultori del cibo. Con Santina abbiamo fatto un “viaggio” nella sua cucina, dove i prodotti locali sono la materia prima che dà vita a piatti dal profumo intenso ed avvolgente. Maccheroni all’uovo realizzati con semola di grano duro rimacinata, maltagliati e tagliatelle con farina di Tumminia, fatti rigorosamente a mano, pappardelle condite con ragù e sugo di suino nero e innevate con ricotta infornata, involtini di melanzane fritte ripiene di pasta, insomma, un vero invito a nozze per il palato. Ma non è finita qui. Abbiamo chiesto a Santina qual è il suo menù in cui a regnare sovrani sono i funghi. La risposta non si è fatta attendere. “Zuppa di funghi”: un mix di porcini, chiodini, mazze di tamburo, prataioli, finferli, denominati in loco “Surritti” e trombette di morto, preparati con un soffritto di cipolla, carote e sedano e lasciati cuocere a lungo, per molte ore e, una volta pronta la zuppa viene servita con pane abbrustolito, naturalmente anche questo preparato dalle sapienti mani di Santina. E poi continua con un primo piatto di tagliatelle con ragù bianco di porcini, la cui peculiarità sta nel lasciar cuocere le tagliatelle nel sugo di funghi insieme ad aglio, prezzemolo e olio d’oliva di produzione della casa. Il secondo, invece, è un piatto con varietà di funghi arrostiti, panati, al cartoccio, porcini saltati in padella con pistacchi, porcini, patate e uovo fritto adagiato sopra. E così mentre lei narra, un’allucinazione gustativa si fa sempre più avanti, sembra proprio di assaporare i suoi piatti, e nelle orecchie risuonano i versi di Mina: “Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos’è questa robina qua!”. È proprio tanta roba da non perdere. Per chi desidera qualcosa di più semplice la nostra chef prepara anche ottime insalate con ovoli o con porcini. A segnare la conclusione del succulento menù proposto, un croccantino di nocciole dei Nebrodi che sublima il palato. Buon cibo e buona compagnia da “Donna Santina” danno la sensazione di prendere arte ad un pranzo di famiglia, perché tradizione e passione la fanno da padrone.
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