La quarta edizione di Teruar si è aperta ieri, con la pioggia che ha fatto da battessimo ma non è riuscita a raffreddare gli animi dei tanti appassionati che hanno varcato i cancelli di Villa Penna. Aspettative superate di gran lunga, con un flusso di persone continuo dalla mattina sino al pomeriggio, un pubblico attento, interessato ma soprattutto preparato sui vitigni, le tecniche di produzione e le Cantine presenti. Il clima è sempre lo stesso, una grande festa del vino che ha saputo trovare il “format” perfetto, coniugando serietà nelle realtà proposte, grande espressività di diversi territori con quel mix giusto di allegria e spensieratezza.
Iniziamo il nostro giro tra i tanti vignaioli presenti, tra vecchie conoscenze e nuovi volti e qualche assaggio per voi.
ELIOS: AD ALCAMO UN’ALTRA INTERPRETAZIONE DEL METODO CLASSICO
Il primo che incontriamo è Nicola, volto della cantina Elios per la seconda volta presente a Teruar. Siamo ad Alcamo, nella Sicilia Occidentale, ci presenta il suo Blanc de Blancs, un Metodo Classico da uve Catarratto. Prima sboccatura per questo nuovo progetto, siamo a 650 metri sul mare, le uve vengono raccolte la prima settimana di settembre, dopo una soffice pressatura fermentano in acciaio. Dopo sei mesi seconda fermentazione in bottiglia per rimanere sui lieviti per almeno 18 mesi. Alla beva conferma la grande versatilità di queste uve che gli donano lunghezza e profondità. “Mi sento fortunato ad essere nuovamente qua- racconta Nicola- la manifestazione cresce di anno in anno e l’organizzazione
GILÌ: SOGNAVAMO DI TORNARE A TERUAR CON I NOSTRI VINI
Il sogno di Ermanno e Alice si è finalmente concretizzato. Lei toscana, lui siciliano si sono conosciuti mentre entrambi lavoravano da Arianna Occhipinti, una grande produttrice siciliana. Non hanno ancora compiuto 30 anni ma hanno le idee chiare su quale sarà il loro futuro: produrre vini di qualità che raccontino e rispettino il territorio in cui nascono. Un anno e mezzo fa la decisione di creare un progetto tutto loro, così dall’unione dei nomi delle nonne nasce “Gilì”. “ Teruar è un momento di confronto con i tanti amici produttori e al tempo stesso di incontro e condivisione con i ristoratori del territorio – racconta Ermanno- L’anno scorso non vedevo l’ora di poter essere nuovamente qua, dietro il banchetto a parlare dei nostri vini!”. E così ci racconta di “Sottoscacco” un Catarratto in purezza, pressa diretta e fermentazione spontanea, un passaggio in acciaio fino a gennaio, per poi a febbraio essere imbottigliato. Un inno a un vitigno sul quale questa giovane azienda sta puntando da qui il nome Sottoscacco “Il Catarratto un vitigno quasi sempre in secondo pian, per noi invece ha delle ottime potenzialità e questo vino lo conferma” conclude Alice.
È TEMPO DI MAMERTINO
Tra i produttori scorgiamo una nostra vecchia conoscenza Francesco Lipari anche lui per la prima volta presente. “Le aspettative su questa manifestazione sono state superate, c’è tana gente curiosa, che ha voglia di avvicinarsi al mondo dei vini naturali e artigianali. Questo evento dà spazio ai vignaioli come me di farci conoscere”. Ci propone un Mamertino rosso, espressione del territorio in cui nasce. Siamo a Santa Lucia del Mela, dove Francesco ha ripreso un antico vigneto di famiglia, il suo Artemisio, vinificato in anfora e macerato sulle bucce ci fa venire voglia di correre a Messina.
ENRICA CAMARDA: VIAGGIO DI NOZZE A TERUAR
Non è passata nemmeno una settimana dal loro matrimonio che li troviamo dietro i banchi a raccontare i loro vini: Enrica e Adriano neo-sposini non hanno avuto dubbi: se ti invitano, a Teruar si va! “C’è tanta gente consapevole di quello che sta venendo ad assaggiare, sono curiosi, appassionati ma anche molti addetti ai lavori. Siamo felici di avere avuto la possibilità di raccontare i nostri vini qui, durante una manifestazione che richiama un numero sempre maggiore di appassionati al mondo dei vini naturali” racconta Enrica. Il nostro progetto nasce 10 anni fa, fino al 2021 abbiamo solo venduto l’uva poi nel 2022 la nostra prima annata!”. Noi ci siamo lasciati trasportare dalle sue parole e da Ninittu, un rosato che ha voluto dedicare a suo papà. Un vino dall’anima gentile, carico nel colore ma delicato alla beva. Macerazione sulle bucce per nove ore, pressatura verticale per terminare la fermentazione in acciaio.
POCKER D’ASSI: PER CANTINA MALOPASSO QUATTRO EDIZIONI SU QUATTRO
Pasquale e Floriana possono essere considerati dei veterani di Teruar, per loro quattro edizioni su quattro. “Siamo stati presenti come cantina ogni anno, è una grande soddisfazione per noi ma anche un enorme piacere essere qui. Incontriamo tanti amici produttori. L’organizzazione cresce sempre più di livello. Guarda siamo qui in questo cortile all’aperto che meraviglia” – sorridendo Pasquale ci racconta come sull’Etna porta avanti la sua idea di viticoltura dove rispetto dell’ambiente, tutela del paesaggio danno vita a vini straordinariamente territoriali.
TERUAR A TEMPO DI MUSICA
Una prima giornata che ha regalato tante sorprese. Come alcuni produttori non presenti con i banchi di degustazione ma che hanno voluto lo stesso essere presenti. Il sole tramonta, i vignaioli mettono a riposo le bottiglie, pronti a raccontarsi nuovamente domani, si svuotano le postazioni e si aprono le danze con un dj set in pieno stile Teruar, a cura del vignaiolo Vincenzo Angilieri di Vite ad Ovest, è tempo di ballare, di sorridere, di salutare questa prima giornata che ha saputo raccontare una grande parte del vino naturale. Tutti concordi nell’affermare che la capacità di Teruar sia quella di creare un momento di condivisione e confronto ma soprattutto scoperta.
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