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Dei Principi di Spadafora apre le porte di “casa”: Enrica racconta il nuovo progetto sull’ospitalità

Principi di Spadafora-Copertina

Nell’agro di Monreale, in contrada Virzì, Dei Principi di Spadafora apre le porte della casa di famiglia con un nuovo progetto legato all’ospitalità. Un’apertura che guarda al futuro con grande entusiasmo, senza mai dimenticare le radici e la tradizione; un invito non solo a scoprire i vini Spadafora e a condividere la bellezza del territorio ma anche a sentirsi parte di qualcosa di speciale, di una famiglia che accoglie con il cuore.

Quell’amore per la terra e per il vino che Francesco Spadafora, proprietario dell’azienda, ha da sempre trasmesso alla figlia Enrica e che, oggi, in azienda si occupa di comunicazione e ospitalità. Le degustazioni diventano, quindi, un viaggio nella cultura enologica siciliana, arricchito dai racconti e dalle esperienze vissute tra i vigneti da Francesco, che ha ereditato l’azienda dal padre, Don Pietro dei Principi di Spadafora. Nel 1993 la prima bottiglia che prese il nome dal suo fondatore, prodotta ancora oggi, Don Pietro, blend di Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Merlot. L’ospitalità, invece, è l’occasione per condividere l’amore per il vino e il territorio con chi visita la tenuta, facendolo sentire parte di qualcosa di autentico e genuino.

Principi di Spadafora-Copertina

“L’azienda ha sempre fatto parte della nostra famiglia. Mio papà ha iniziato ad imbottigliare nel 1993 e la tenuta, per noi, è sempre stata una casa prima di essere una cantina; qui è dove sono cresciuta. Ho iniziato a collaborare attivamente in azienda da circa tre anni, occupandomi della comunicazione, con il sogno di portare avanti un progetto sull’ospitalità, che finalmente è realtà. Da quest’anno, è infatti possibile pernottare nelle case situate intorno la cantina, quattro appartamenti indipendenti immersi nella campagna della nostra tenuta” racconta Enrica Spadafora. “Si tratta delle case dei mezzadri che abbiamo ristrutturato per regalare ai nostri ospiti l’esperienza di dormire di fronte alla cantina. Vogliamo che i nostri ospiti possono soggiornare immersi tra le vigne, vivere la cantina e la casa, degustare i vini dove fisicamente vengono prodotti. Ogni appartamento ha un piccolo spazio esterno che si affaccia sulle vigne e gli ospiti hanno la possibilità di usufruire della piscina, di godersi una cena preparata con prodotti locali, raccolti dal nostro orto, in abbinamento ad una selezione dei nostri vini.

Fin dalla prima vendemmia, nel 1993, Dei Principi di Spadafora è in regime biologico, senza interventi sulla pianta o durante la vinificazione, nel pieno rispetto dei tempi e i bisogni della natura. “La vendemmia è solo l’atto finale di un processo che in una vigna dura tutto l’anno” è la filosofia di Francesco Spadafora.  Nei 100 ettari che si estendono vicino alla cantina, le uve sono coltivate ad un’altezza variabile tra i 220 e i 400 metri su livello del mare. Poi, ancora, un’attenzione meticolosa durante la vendemmia con la selezione e la raccolta manuale delle uve che arrivano in cantina il più velocemente possibile in piccoli carrelli. Un percorso verso la sostenibilità che si riflette a 360 gradi anche attraverso l’utilizzo di energie alternative, vetri più leggeri per le bottiglie e tappi biologici composti da un polimero derivante dalla canna da zucchero.

L’estate 2023 rappresenta, quindi, l’anno zero per Dei Principi di Spadafora. Dopo l’avvio delle degustazioni lo scorso anno, oggi l’azienda declina la sua offerta enoturistica verso coloro che desiderano vivere un’esperienza unica, spinti dalla voglia di conoscere e apprendere le caratteristiche di nuovi territori. “Quest’anno siamo riusciti a destagionalizzare iniziando a marzo con il turismo locale e siamo molto contenti. Tra i nostri visitatori, tanti gli intenditori, molti gli appassionati che hanno voglia di conoscere e imparare cosa vuol dire degustare un vino; è molto interessante e molto stimolante. Il periodo estivo invece è quello che vede più presenze a livello internazionale con molti svedesi, olandesi, americani, bulgari. Durante la vendemmia cerchiamo di coinvolgere chi ci viene a trovare per fargli vivere questo momento unico, li rendiamo partecipi dell’aspetto cantina, di cosa vuol dire fare la vendemmia, gli facciamo assaggiare il grappolo, il mosto” continua Enrica Spadafora. Appena ventisettenne, fa parte de Le Donne del Vino, l’associazione che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva enologica. “È meraviglioso far parte di un gruppo di donne così capaci e in gamba. Sono entrata in associazione durante il lockdown, in un momento abbastanza complicato, quando tutto era fermo. Oggi siamo ripartite alla grande, tutte insieme e con tanta voglia di fare. Sono circondata da donne che fanno da tanto quello che sto cercando di fare io, diventando un esempio per me”.

Nell’ultimo anno, Enrica ha partecipato a D-Vino, il progetto di formazione promosso da Le Donne del Vino per raccontare il mondo del vino agli studenti degli istituti turistici e alberghieri. Durante l’anno scolastico ha avuto l’opportunità di confrontarsi con gli studenti, una testimonianza da giovane ai giovani. “Ho preso attivamente parte al percorso Di-Vino nelle scuole; è stato un progetto che mi ha coinvolto molto. Ho 27 anni e mi sento ancora molto vicina al periodo scuola. Andare lì e raccontare ai giovani tutto quello che si può fare nel settore vitivinicolo è stato bellissimo e super utile. Un modo per parlare da una giovane ai giovani”.

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