Sant’Agata è nel profondo dei nostri cuori, laddove la vita ha il suo segreto battito, regolare e quotidiano, come una preghiera ininterrotta, una candela mai spenta, una promessa sempre rammentata…
È lì, nell’angolo più intimo della nostra anima che la Santa Patrona di Catania ha la Sua dimora: nel cuore di ogni catanese devoto e nel cuore di chi La ama incondizionatamente.
E all’insegna dell’intimità si sta svolgendo in questi giorni, in queste ore, una Festa di Sant’Agata che mai avremmo immaginato: le strade spoglie, le piazze vuote, le cerimonie religiose a porte chiuse e i controlli discreti, ma presenti, delle forze dell’ordine. Come richiesto dal sindaco del capoluogo etneo, Salvo Pogliese: “I catanesi – ha detto il primo cittadino – sapranno essere intimi, chiediamo loro di essere intimamente raccolti, nonostante la tristezza di non poter celebrare come sempre la nostra Santa…”.
Infatti, lo sa il sindaco e lo sappiamo tutti noi, il Coronavirus non scalfisce e non potrà scalfire mai il nostro Amore per Lei, perché il nostro legame con la Santa catanese è il legame con la nostra storia, con la nostra terra, con la nostra stessa essenza.
Alle preghiere, allora, ai pensieri intimi, alle vecchie e nuove promesse, alle antiche e rinnovate devozioni, quest’anno vogliamo aggiungere un brindisi. L’anomalo silenzio delle nostre strade, la mestizia piombata sulle nostre piazze, sono interrotti dal tintinnio dei calici e dallo stappare lento, elegante, sobrio di un nuovo vino, nato proprio per celebrare Lei.
È nato Sant’Agathae!
Una etichetta che è una preghiera, prima che una produzione enoica. È un atto di devozione, prima che un gesto agricolo. È un Etna Rosso Doc della cantina Judeka di Caltagirone e da queste vigne è nato come un cantico di gioia per la nostra Patrona prima ancora che come il frutto di una sapiente enologia.
Chi di noi ha mai fatto un voto, catanese o no, lo ha raccontato innanzitutto al proprio cuore e ad Agata! Ma siamo lieti che Valentina Nicodemo, produttrice e titolare dei vini Judeka, lo abbia confessato anche a noi. È questo il suo omaggio alla Santa patrona di Catania, il suo voto condiviso con la nostra comunità. E siamo altrettanto lieti di scriverne il 5 febbraio, giorno della Sua festa.
“Sant’Agathae è per me un dono che nasce dalla mia fede e da una mia promessa mantenuta – racconta Valentina –. Sentivo il desiderio di offrire alla patrona di Catania il mio atto d’amore. Per me Judeka, la mia cantina, è una figlia e ogni vino che produco lo è. Ci sono molti vini che i produttori dedicano ai propri cari. Io ho scelto di dedicarlo alla Santa come gesto di fede. Questo è un anno particolare e per la prima volta i catanesi non avranno la pubblica festa ma chiediamo alla nostra Santa di fermare la pandemia, come fermò la violenta eruzione dell’Etna che si imbatteva su Catania nell’anno 252. Il vino a lei donato è un Etna rosso Doc proprio in segno di appartenenza”.
Come da disciplinare, il vino nasce da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, uve coltivate sul versante Nord del vulcano, in vigneti che non superano i 60 quintali per ettaro. Già l’etichetta è il primo omaggio, di colore nero, con chiari richiami iconografici che rimandano alle luminarie della Festa e alla corona della Santa. Il vino è per la produttrice anche un invito a bere, insieme, per festeggiare la patrona di Catania, vicini seppur lontani. “La festa non ci sarà fuori, ma potremo festeggiare nell’intimità delle nostre case. Perché non con un calice di vino?” afferma.Già da giorno 1 febbraio e fino ad oggi, giorno 5, sulle pagine social della cantina Judeka (judekawinery) è stata condotta una campagna che ha coinvolto alcuni ristoratori ed enotecari catanesi e che si conclude con un video per un brindisi virtuale con l’Etna Rosso e con l’augurio di tornare a brindare vicini e di presenza.
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