Da quella con il bordo ripieno di cioccolato condita con nutella e noccioline, la super trendy “Bueno” per i palati più goduriosi, a quelle speciali, come la “Cinghialotta”, con il guanciale di cinghiale crudo tra gli ingredienti… Non ci sarà che l’imbarazzo della scelta per i vip di “Casa Sanremo” con le pizze di Paolo Di Pietro. Che, oltre a pigiama e spazzolino da denti nella sua valigia, in partenza per la Città dei Fiori, porterà anche il fascino della sua Avola, di quella provincia aretusea che conquista per le bellezze storiche e naturalistiche del Val Di Noto.
Ancora una volta, il ricco e prelibato patrimonio di biodiversità enogastronomica dal Nord al Sud del Bel Paese delizierà, in occasione dei tre lustri dell’Area riservata all’Ospitalità del Festival della Canzone Italiana, il parterre dei fortunati, dai vip alle maestranze, che potranno togliersi qualche “capriccio” di gola. Anzi, il “Capriccio”, per eccellenza, la pizzeria di Paolo Di Pietro, 33 anni che l’8 febbraio dello scorso anno, in piena pandemia, ha aperto i battenti. Coraggio o incoscienza? I numeri e l’entusiasmo contagioso di Paolo propendono per la prima ipotesi. E poi, quale modo migliore di festeggiare il primo compleanno se non dietro le quinte del palco più famoso simbolo d’italianità nel mondo?
“Sono emozionato all’idea di andare a Casa Sanremo – dice Paolo – e, quando mi è stato proposto, non ho avuto nessuna esitazione ad accettare. Sì, certo, porterò con me la mia città, Avola, ma anche la mia passione, il mio impegno per questo lavoro che ho faticosamente costruito. A testa bassa, una sperimentazione dopo l’altra, quando a 16 anni, di sera, finito il giro di consegne delle pizze, giocavo ad impastare con ciò che era rimasto”.
Li ricorda bene quegli anni quando, tra una consegna e l’altra, sbirciando di tanto in tanto rubava con gli occhi il mestiere di pizzaiolo. Non che avesse molte alternative, perché papà Michele gli aveva dato l’aut aut, visto lo scarso interesse verso gli studi. E così, obtorto collo, Paolo si ritrova in sella al motorino a fare il delivery. Ma se, come dice un vecchio adagio, “la fortuna aiuta gli audaci”, per lui l’occasione arriva quando cercano un aiuto pizzaiolo. “Decido di lanciarmi – racconta- perché, mi son detto, alla fine cosa ho da perdere? Se dovesse andare male, ritorno a fare il fattorino”.
E invece, gli piace stare lì ad impastare, a creare e le sue pizze conquistano i clienti. È un crescendo, anzi, giusto per rimanere in tema, Paolo “lievita”, e diventa il pizzaiolo. Dopo una parentesi di due anni, in cui è stato proprietario della pizzeria d’asporto “Blu Moon”, ritorna in pista e viene conteso tra i locali della zona, lavorando con successo nel borgo marinaro di Marzameni, nel siracusano, e nella frazione balneare di Fontane Bianche, a12 chilometri dal capoluogo aretuseo. “Venivano lì apposta per mangiare le mie pizze – racconta con orgoglio – e per me, che non sono figlio d’arte, era una grande soddisfazione”.
Se i libri di scuola sono ormai nel dimenticatoio, Paolo si dedica con fervore a sperimentare impasti con farine di tipologia 0 e tipologia 1 per impasti leggeri, profumati e altamente digeribili. Diventa consulente tecnico di Molino Casillo, azienda leader nella produzione, trasformazione e commercializzazione di grano 100% italiano. “Il segreto di una buona pizza – spiega Paolo – è la tipologia di farina, l’impasto e la lievitazione che varia dalle 24 alle 48 ore. Preparata una base buona, che non è affatto scontata, poi il resto lo fa la qualità delle materie prime”.
Al “Capriccio”, con circa 100 posti a sedere, il cliente non ha che l’imbarazzo della scelta tra quelle classiche, speciali, gourmet e quelle dolci, per la gioia non solo dei bambini. Un ricco e “capriccioso” menù di circa un centinaio di pizze, dove la banalità è bandita, “perché a ciascuna delle mie creazioni, dalle più semplici a quelle più innovative – racconta Di Pietro – dedico cura ed attenzione”.
Se la partecipazione a “Casa Sanremo”, dall’1 al 5 febbraio, è l’ambito traguardo ma anche l’emozionante starter di lancio verso nuovi obiettivi, c’è qualcosa di più intimo che gli fa strizzare il cuore.
“E’ mio figlio Daniel, 12 anni, che mi ripete che un giorno vorrà fare le pizze come le faccio io”. Ad ognuno il suo podio: e Paolo ha già vinto!
Giovanni
26/01/2022 alle 18:11Faccio i miei più sentiti auguri a Paolo perché se li merita tutti.. complimenti per la tua tenacità e professionalità.
In bocca al lupo per il tutto
Stefano cirasa
26/01/2022 alle 19:13Confermo e tutto vero , qui siamo al toop solo per il livello massimo
Stefano cirasa
26/01/2022 alle 19:15Solo per professionisti, qui siamo il toop confermo tutto
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