Le conosciamo come terre del vino, dell’olio, dei formaggi, delle minne di virgini e ora anche del tartufo, ma cosa non si può proprio fare a meno di vedere o fare una volta giunti a Sambuca di Sicilia? Il “Borgo dei Borghi” premiato nel 2016 ha saputo trasformare, grazie all’amministrazione comunale e alle tante associazioni presenti sul territorio, questo prezioso riconoscimento in un punto di partenza per la propria crescita e non in un approdo sul quale adagiarsi. Nota di merito anche ai suoi quasi cinquemila abitanti che si sono spesi e proseguono ancora oggi in questa mission per lo sviluppo del territorio.
Circondata da Contessa Entellina, Giuliana, Caltabellotta, Sciacca, Menfi e Santa Margherita di Belìce, lungo il percorso delle Strade del vino, si staglia nel paesaggio il borgo di Sambuca. Il paese fu fondato presumibilmente nell’830 dagli arabi che lo chiamarono Zabuth per ricordare l’emiro Al-Zabut che aveva fatto erigere in quel luogo un castello. Oggi Sambuca è una cittadina che vede nell’inclusività il suo tratto predominante: caratteristica che le ha permesso di accogliere i tantissimi stranieri e non, che negli anni hanno acquistato immobili grazie ai bandi che con una manciata di euro hanno favorito il ripopolamento e la riqualificazione del borgo.
«Sono arrivato a Sambuca per cercare le case ma ho trovato le persone» – riporta il sindaco Giuseppe Cacioppo, citando uno dei tanti sambucesi d’adozione che ha eletto il borgo a suo nuovo porto sicuro. E in lui Sambuca ha trovato proprio uno di quegli amministratori che per primo è abituato a rimboccarsi le maniche, tanto metaforicamente quanto concretamente, per il bene del paese. Di vera accoglienza si può parlare quando si descrive Sambuca, non quella da dépliant turistico ma una tangibile, capace di scaldare il cuore in una già calda e assolata domenica mattina di giugno, quando penseresti che non ti serva altro calore ma invece è proprio ciò che ci vuole, e ti lascia persino un velo di tristezza quando vai via.
Le principali attrazioni culturali e architettoniche di Sambuca si concentrano lungo il corso principale. Il consiglio è di farlo dal basso verso l’alto per culminare nella meraviglia e nello stupore.
Il nostro percorso ideale prende avvio dal Teatro Comunale L’Idea, un vero gioiellino animato da una stagione teatrale molto ricca, con compagnie di fama nazionale che attirano i tantissimi appassionati. E a proposito di arte, seppur differente, nel complesso dell’ex Chiesa di San Sebastiano si trova l’esposizione delle sculture tessili di Sylvie Clavel, parigina naturalizzata agrigentina, che già per vent’anni ha visto le proprie opere esposte nel convento di Santa Caterina.
Ancora lungo il Corso Umberto I, a Piazza della Vittoria, ci si imbatte in una scultura del maestro locale Enzo De Luca che riproduce una lumaca multicolor, dal soprannome dei cittadini sambucesi “sammucari babbaluciari”. Altre lumache si trovano poi disseminate per le vie del borgo a simboleggiare un vero inno alla lentezza e al godere del tempo di qualità che vuole accompagnare il visitatore nel suo percorso così come la vita dei residenti.
Più su, un importante esempio dello stile Barocco con la Chiesa di Santa Caterina che rende il percorso molto variegato anche dal punto di vista artistico. Di fronte, sopraelevato rispetto alla via di accesso, il Santuario di Maria SS. dell’Udienza, conosciuto come la Chiesa del Carmine, all’interno della quale si trova una scultura della Madonna attribuita al Gagini.
Spostandoci di poco dal corso si giunge ai tipici vicoli saraceni, una sorta di labirinto di origine araba che rievoca la fondazione del borgo, con le caratteristiche “purrere”, le cave scavate per prelevare la terra da impiegare nelle costruzioni e poi utilizzate per conservare alimenti e riserve idriche.
Ancora più in alto troviamo la Chiesa Madre, rimasta chiusa per oltre mezzo secolo, è stata ristrutturata tenendo conto del passato, mantenendo la tragica testimonianza del terremoto del 1968 che interessò tutta la valle del Belìce. Lì davanti il romantico terrazzo belvedere da cui si domina proprio tutta la vallata con Sambuca e i paesi limitrofi, i monti Sicani e l’Area archeologica Adranon. Il luogo perfetto dove concludere la passeggiata e scattare una foto ricordo della propria visita.
Quello fin qui delineato è un percorso con alcuni dei monumenti più noti che sarebbe davvero un peccato perdersi una volta giunti nel borgo. Va sottolineato però che potreste essere ancor più fortunati ed imbattervi in uno di quei tanti weekend in cui Sambuca ospita eventi legati alla cultura o all’enogastronomia, capaci di travolgervi in un turbinio di iniziative pronte ad assorbire tutta la vostra attenzione. In un paese così inclusivo potrà persino capitare che proprio chi è stato accolto adesso abbia la cura di accogliere voi. E così, magari mentre passeggiate per i vicoli, non sarà difficile trovare Domenico, un calabrese trapiantato a Sambuca, che per l’amore innato verso il borgo e la riconoscenza verso chi lo ha fatto subito sentire meglio che a casa, saprà indicarvi tante chicche che sarebbe un peccato perdersi.
Sambuca del resto non è solo chiese o architetture che mostrano la stratificazione culturale e artistica. Il borgo è fatto di persone che si spendono quotidianamente per rendere il paese ancor più bello e vivibile, occhi pronti ad aiutare e voci ancor più pronte a dispensare suggerimenti. Al fianco di quel tipico percorso turistico infatti ve n’è un altro fatto di luoghi ed esperienze alternative senza che l’uno escluda l’altro. Passeggiate in solitaria lungo i sentieri già tracciati nella riserva naturale orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, o percorsi accompagnati dalle guide messe a disposizione su richiesta dalla Pro Loco cittadina guidata da Gabriella Nicolosi. Visite nelle vicine cantine, nei caseifici, negli oleifici, nei birrifici e nei laboratori di prodotti tipici come Casa Montalbano, proprio vicino allo splendido Lago Arancio, altra meta imperdibile. Ma anche passeggiate a cavallo con Michelangelo Campo della Scuderia del Cuvio.
Un turismo fatto di esperienze, come quelle che è possibile organizzare con Antonio di Ceramiche artistiche GoGi, che se vorrete vi farà mettere alla prova con il suo tornio o nella decorazione; o ancora la possibilità di imparare a realizzare le vostre infradito in cuoio con Claudio di Shellback Leather, trapiantato da poco dal nord Irlanda a Sambuca insieme alla sua variegata famiglia.
Passeggiando passeggiando vi potrebbe venir voglia di un gelato, e allora il più buono è senza dubbio quello della Gelateria Dolce Risveglio, così come la miglior granita di gelsi che voi possiate assaggiare sarà quella del Bar del Corso. Per una limonata dissetante o della rosticceria che vede l’impiego del pregiato tartufo, di sicuro non potrete che sostare al Caffè Beccadelli.
Quando arriva l’ora di pranzo o di cena poi avrete l’imbarazzo della scelta tra le mete immerse nella campagna come All’antico mulino, dove gustare tante tipicità con un ottimo rapporto qualità prezzo; oppure lungo il corso con Il Marchese ghiotto e alcune pizzerie come Desiderio. A pochi passi da Piazza della Vittoria, nella storica via delle putìe sambucesi, chi ha un palato curioso potrà trovare soddisfazione da Feria bistrot, un tapas bar e ristorante di un ragazzo spagnolo trapiantato anche lui a Sambuca; e poco più giù ci si imbatte in Là Enobanco, la gastronomia di un palermitano e una ungherese che porta tutte le sue contaminazioni e a breve anche alcuni piatti tipici della sua terra di origine.
Se vi nomino Sambuca però la prima e storica tipicità che vi verrà in mente sono le “minni di virgini”, dolci a forma di seno di donna dove un involucro di pasta frolla arricchita da colorati zuccherini raccoglie zuccata, cioccolato e altre prelibatezze. Le migliori pare siano quelle della Pasticceria Enrico Pendola, alle spalle della Chiesa del Carmine.
E poi cosa fare la sera?! Magari gustare uno degli amari o la sambuca 7vicoli che Riccardo dell’Enoteca del Re ha iniziato a produrre. Per i più giovani poi la movida sambucese riserva non poche sorprese trasformando una porzione del corso in discoteca a cielo aperto grazie al Re Umberto Cafè. Per concludere la vostra permanenza si sa, la notte è fatta per riposare, e Sambuca offre circa duecento posti letto, tra le campagne e il centro storico, come il B&B Mamarita a pochi passi dal Teatro L’Idea o più su con il Cortile del Marchese Beccadelli sul corso principale, solo per citarne alcuni.
Sambuca di Sicilia è uno di quei borghi dove ipotizzare di trascorrere una gita fuoriporta o un weekend per poi, inaspettatamente, decidere di restare molto, in alcuni casi davvero molto più a lungo, come testimoniano le storie di tanti “sambucesi per scelta”. Di Sambuca e dei sambucesi ci si innamora, provare per credere!
Credit foto: Sara Abello e Domenico Cicciò
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