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Casa Scalecci: dalla Sicilia al Brasile

Le soleggiate contrade della campagna netina, nel sud est di Sicilia, sono lo sfondo di una storia che intreccia la vite al paesaggio, un nonno al nipote.

In un’area estremamente vocata, tanto da avere persino tutta una zona denominata “Buonivini” con origini antichissime che si perdono in epoca romana, la tradizione della viticoltura è da sempre un affare di famiglia.

Fra le tante produzioni di successo che ben rappresentano un territorio che restituisce soprattutto rossi generosi e odorosi passiti, il racconto della famiglia Assennato scrive una pagina internazionale che rilancia il vino siciliano da un continente all’altro.

Per 200 anni questa passione si è tramandata di padre in figlio e nel 1920 ha messo radici nel Feudo Scalecci tra Noto e Pachino, un’antica vigna di una nobile casata rilevata dai fratelli Assennato.

Tra questi il nonno dell’attuale produttore di Casa Scalecci, Rosario Assennato che in tempi più recenti ha avviato la sua personale produzione basandosi però sull’attività agricola del nonno.

Il vino prodotto destinato da sempre al commercio internazionale, ha subito trovato un itinerario di trasporto via mare con un passaggio diretto che faceva arrivare il vino dalla cantina al porto del vicino borgo marinaro di Marzamemi.

Una volta giunto al porto, il vino veniva caricato nelle stive dei velieri attraverso un ingegnoso metodo che dalla banchina del porto lo pompava nelle botti tramite un sistema “a caduta”, talvolta la capacità delle navi veniva incrementata portando delle botti piene di vino legate alla fiancata e a traino, garantendo la massima saturazione del carico.

Un ricordo quasi perduto che rivive nei racconti di Rosario, erede di queste preziose memorie siciliane e nativo del brasile che però non ha mai dimenticato la Sicilia, terra d’origine della famiglia dove ha deciso di coltivare la sua passione per il vino.

Il metodo del trasporto in mare venne praticato fino al 1935 quando, grazie alla costruzione della nuova ferrovia, il vino iniziò a viaggiare in treno scorrendo sull’alta velocità delle rotaie da dove veniva diffuso nel mondo e in particolare in America Latina.

Negli anni l’azienda non ha mai interrotto le sue attività di produzione e vendita di vino, mosto e uva e nel 2008 con la direzione di Rosario avviene un completo ammodernamento che rifonda Casa Scalecci.

Il restauro della vecchia tenuta e l’ampliamento di Feudo Scalecci sono i primi passi di una cantina che rinasce con una duplice sfida: da un lato sperimentare la produzione di vini a partire da vitigni poco frequenti nel nostro territorio ma molto conosciuti ed apprezzati nel mondo come Sauvignon Blanc, Palava e Petit Verdot; dall’altro far conoscere il buon vino siciliano all’estero attraverso i grandi autoctoni: Grillo e Nero d’Avola su tutti.

In entrambi i casi i risultati sono interessanti poiché il terroir è stato capace imprimere un’espressione tipica e riconoscibile, una traccia siciliana che facilmente viene fuori al primo assaggio.

Le etichette di Casa Scalecci hanno ottenuto larghi consensi in diversi mercati internazionali come Brasile, Cina, Perù, Francia, Germania, ma in Sicilia la cantina rappresenta quasi una novità: attualmente è in costruzione la nuova struttura che avrà un ampio potenziale di produzione che si rivolgerà anche ai consumatori locali e sarà aperta alle attività di degustazione ed enoturismo.

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