“Gesù, gli arancini di Adelina! Li aveva assaggiati solo una volta: un ricordo che sicuramente gli era trasùto nel Dna, nel patrimonio genetico… Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta…”
Tratto da Gli arancini di Montalbano, è uno dei passi in cui lo scrittore Andrea Camilleri si sofferma su uno dei tanti piatti cari al suo indiscusso protagonista: il commissario Salvo Montalbano. È un ulteriore omaggio (semmai ce ne fosse bisogno!) ad una Sicilia che, proprio grazie alla penna di Camilleri, è riuscita negli ultimi decenni a conquistare milioni di lettori nel mondo. E, a quanto pare, continua ad avere i suoi effetti positivi anche in altri aspetti della nostra vita quotidiana, proprio come la… cucina.
Succede così che, qualche sera fa, veniamo invitati nel cuore di Messina, in via San Camillo, perché la titolare di Casa&Putia, Adriana Sirone (nome che potrebbe benissimo essere quello di una protagonista dei racconti di Montalbano!) organizza un evento per lei ed i suoi collaboratori non certo nuovo: A cena con Montalbano. È il 12 dicembre e i posti (una quarantina di coperti) sono tutti prenotati da tempo. Adriana ci spiega che non è nuova a questo tipo di organizzazioni e che ha sempre riscontrato un notevole gradimento di pubblico. La clientela è affezionata e si è quasi creato negli anni un circolo virtuoso di amicizie culinarie.
Adriana ha tutt’altra formazione, è una naturalista con esperienze di insegnamento, e nel luglio 2009 decide di dedicarsi alla ristorazione, con il marito Nino Mostaccio, sismologo, oggi collaboratore prezioso del locale assieme ad altri due neofiti della ristorazione: un avvocato e un informatico. La formula si rivela subito vincente: il primo locale aperto si chiama Disio Osteria, poi divenuto tre anni fa Casa&Putia, e l’obiettivo è subito quello di raccontare la Sicilia migliore, quella pulita e onesta, che produce e che lavora, partendo proprio dalla tavola. Quale modo migliore se non quello di legare la cucina alla letteratura? Ecco che allora nascono eventi come quelli dedicati, oltre che a Camilleri, a Giovanni Verga, con serate il cui protagonista è il pesce azzurro e “povero”, con tanto di interventi di naturalisti e nutrizionisti, che ne spiegano le alte qualità nutrizionali; o la serata natalizia dedicata al Gattopardo; o ancora una decina di incontri dedicati alla cucina legata alle varie dominazioni che si sono susseguite nei secoli nell’isola.
“Facciamo molta ricerca sulla tradizione regionale, non solo messinese – ci spiega Adriana Sirone – e ricerca sul prodotto del territorio, sulle materie prime, esaltate nei piatti con ricette semplici, in cui il prodotto è il vero protagonista, nonostante il colto supporto della letteratura”.
Dopo avere cambiato diversi chef negli anni, quello attuale è Vincenzo Saia, che si è formato vendendo prima frutta, poi pesce, e conoscendo dunque da molto vicino le materie prime e che oggi ha sposato in pieno la filosofia di Casa&Putia.
“Gli appuntamenti con Montalbano – prosegue Adriana – non sono nuovi per noi e li abbiamo riproposti rispettando la stagionalità dei prodotti. Ecco, dunque, ad esempio, la caponata di mele e non di melanzane, mentre per l’abbinamento con il vino ci siamo affidati alla cantina messinese Le Casematte”.
“Ci piace parlare di km. giusto più che di km. zero. Cioè, facciamo anche qualche km. in più, in lungo e in largo per la Sicilia, se questo significa recuperare e riproporre nei piatti prodotti e materie prime che meritano” sottolinea Nino Mostaccio.
Il progetto del locale negli anni ha fatto crescere anche un’altra proposta, quella de La Sicilia in Dispensa, con una linea di prodotti che vengono proprio proposti nei piatti e che la clientela può acquistare anche direttamente al ristorante.
“Tra le soddisfazioni più grandi – conclude Mostaccio – vi è quella di gente che, ormai affezionata, confessa di risentire nei nostri piatti gli aromi e i sapori della propria infanzia, di quando assaggiava certe pietanze in famiglia. Proprio quello che volevamo: farli sentire in famiglia, con un cibo che sia evocativo di emozioni!”… Ed eccolo, allora, il menù degustato lo scorso 12 dicembre, con tanto di spiegazione degli organizzatori all’uscita di ogni portata. Gli antipasti si sono aperti con: Caponata di mele e koftas di acciughe, tratti da La gita a Tindari (Sellerio 2000), accompagnata dal vino Peloro bianco (grillo 65%, carricante 35%); Arancino all’eoliana su crema di patate allo zafferano e cucunci, da Gli arancini di Montalbano (Mondadori 1999); Pane ai cereali, burro artigianale, costardelle sottosale di Trapani, bietole saltate in padella, da La pista di sabbia (Sellerio 2007); abbinati invece a Rosematte (nerello mascalese 100%). Il primo ha visto protagoniste le Busiate al ragù di ricciola con pinoli, uva sultanina “agghia e muddrica”, da L’età del dubbio (Sellerio 2008), con il vino Peloro rosso (nerello mascalese 70%, nocera 30%). Il secondo: Filetto di palamita affumicato con verdura selvatica e pomodorino seccagno in acqua e sale di Trapani, tratto da La pista di sabbia (Sellerio 2007), con Faro Doc (nerello mascalese 55%, nerello cappuccio 25%, nocera 10%, nero d’avola 10%). Il dessert, infine, ha visto conquistare i commensali con il Cannolo di ricotta con confettura di pomodoro verde e limone, da Il campo del vasaio (Sellerio 2008), abbinato all’Aranciamaro, selezione da La Sicilia in Dispensa.
[credits: La Cook Agency – Giovanni Federico]
Aggiungi un commento