La campagna olearia in Sicilia, sinonimo di tradizione e qualità, affronta oggi una sfida senza precedenti a causa del cambiamento climatico. L’Isola, celebre per i suoi paesaggi collinari punteggiati di uliveti secolari, vede l’aumento degli effetti della siccità che, tuttavia, influenzano profondamente la raccolta e la produzione di olio d’oliva. Paolo Mandracchia, presidente dell’Unione Produttori Olivicoli Sicilia, ha condiviso con Sicilia da Gustare alcuni dettagli sulla campagna olearia in corso, mettendo in luce come il cambiamento climatico abbia un impatto diretto sulla produzione di questa materia prima preziosa.
Le origini della produzione di olio d’oliva in Sicilia risalgono all’antichità quando i Romani e i Greci riconoscevano la qualità straordinaria degli ulivi presenti sull’isola. Oggi, la Sicilia vanta una vasta varietà di cultivar, ognuna con le sue caratteristiche uniche che consentono la creazione di olio d’oliva pregiato. Paolo Mandracchia, presidente dell’Unione Produttori Olivicoli Sicilia sottolinea che la mancanza di pioggia negli ultimi mesi del 2023 ha reso complicata la raccolta causando gravi ripercussioni sulla quantità e qualità del frutto. “Il perdurare della siccità ha inflitto danni enormi alle coltivazioni in varie zone della Sicilia, compresa quella in cui ci troviamo, tra Sciacca, Caltabellotta e Burgio, o quella del trapanese, come ad esempio Castelvetrano e Partanna. È mancata la pioggia e alcune produzioni non saranno raccolte, nonostante si è potuto recuperare qualcosa in alcune tenute in irriguo; per quelli che sono in asciutto diventa un po’ complicato riuscire a garantire la raccolta”.
Il contesto commerciale è ulteriormente complicato dall’aggregazione del prodotto e dalla corsa al ribasso dei prezzi, una strategia negativa che mette a rischio non solo la redditività degli olivicoltori, ma anche la qualità complessiva dell’olio siciliano. “Sciacca è uno dei comuni più coltivati d’Italia con circa dieci mila ettari di uliveti; oggi però assistiamo ad una corsa al ribasso del prezzo. Spendere tra i 9,50 e i 10,00 euro al kg sembra spesso una cifra inarrivabile. A questa situazione se ne aggiunge un’altra: l’utilizzo di un extra vergine di eccellenza per fare degli olii miscelati consente di fare quantità con risultati commerciali importanti”. Il presidente dell’Unione Produttori Olivicoli Sicilia solleva anche un importante appello a favore della trasparenza nei confronti del consumatore sottolineando la necessità di un’etichettatura chiara e comprensibile. “La mancanza di informazioni trasparenti crea confusione e ostacola la scelta consapevole degli acquirenti. Tutte le informazioni dovrebbero essere scritte nella parte frontale dell’etichetta, non nella retro e con un carattere quasi illeggibile”.
La Sicilia è stata storicamente una delle regioni più fertili e prolifiche per la coltivazione di ulivi, ma negli ultimi anni, la siccità si è fatta sempre più evidente. La mancanza di piogge regolari e le temperature estreme stanno minacciando la salute degli alberi di ulivo, influenzando la quantità e la qualità delle olive raccolte. “Quest’anno si registra una minore produzione, a macchia di leopardo, in Sicilia. Sappiamo benissimo che in molte zone della regione c’è una produzione che serve per l’autoconsumo che non fa testo dal punto di vista commerciale. Nelle zone in cui c’è stata una grande produzione, purtroppo, abbiamo avuto un dimezzamento delle rese per quella che doveva essere una campagna olearia promettente”.
Sotto il profilo qualitativo, invece, “avremo un olio extravergine di oliva di qualità proveniente dagli ulivi dei terreni di chi ne ha raccolto i frutti nella prima fase della campagna olearia, ovvero tra la fine di ottobre e i primissimi giorni di novembre, e soprattutto in quegli uliveti che sono stati irrigati coltivati in zone in cui il suolo mantiene una sufficiente percentuale di umidità, nonostante i periodi eccessivi di siccità. È li che c’è la nostra grande eccellenza siciliana confermata dalle analisi sia chimiche sia fisiche che organolettiche. È stata una campagna esente da mosca olearia, almeno fino a qualche settimana fa. La nostra è un’Organizzazione di Produttori riconosciuta dalla Regione e, tra gli obiettivi che perseguiamo, c’è anche quello del monitoraggio dei parassiti e degli infestanti ottenendo tre risultati in uno. Non disperdiamo nell’ambiente insetticidi, preserviamo la salute dell’agricoltore e soprattutto rispettiamo quelle che sono le esigenze del consumatore, che a poco a poco diventa sempre più attento” continua Mandracchia. “Dobbiamo veramente riconoscere il valore dell’ulivo, una pianta millenaria, nonché simbolo di pace, che riesce a garantire frutti anche in condizioni estreme”.
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