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Bolle in vigna la 5^ edizione con il “botto”. Le degustazioni del sommelier Fabio Cristaldi per Sicilia da gustare

Bolle in vigna foto principale

Se c’è una cosa che contraddistingue in primis uno spumante, è la briosità e la frizzantezza, che per la quinta edizione di Bolle in vigna non è mancata, rappresentando al meglio quello che riesce ad esprimere a primo acchito uno spumante. Per questa edizione Cantine Nicosia, che è l’azienda che organizza la manifestazione, ha svolto il tutto in due giorni anziché in un pomeriggio ed oltre a questo è stato necessario affrontare anche gli imprevisti causati dall’Etna che tramite la caduta di sabbia vulcanica, ha causato non pochi inconvenienti soprattutto per la fase organizzativa. Detto questo Bolle in vigna, è sempre un evento polivalente, nel quale è possibile trovare una parte tecnica e di approfondimento, una parte di confronto, per concludere con la convivialità ed il divertimento nella parte conclusiva. Per il primo giorno si è svolta una visita in cantina ed una masterclass con vini di vecchie annate e di annate recenti di Cantine Nicosia, al fine di evidenziare le potenzialità e le caratteristiche evolutive dei vini etnei. Con un’annata del 2011 per un Etna Rosso D. O. C., per arrivare ad un 2020 di rosso ed un millesimo del 2012 di un Etna Bianco D. O. C. per fare un salto fino al 2019, c’è stata ampia possibilità di confronto su quali siano i margini di evoluzione e di invecchiamento per un vino dell’Etna. Allo stesso tempo senza dimenticare gli Etna Brut D. O. C. e non (visto che ancora il Carricante non fa parte nel disciplinare per la produzione dell’Etna Brut), che in varie sfumature ha confermato come il “mondo” enologico Etna, possa avere una sua completezza. Ed in questo caso è stato possibile confrontare annate con qualche anno in più, con annate più recenti ed ecco che si può parlare della fase del confronto. Passando alla masterclass tenutasi per i Metodo Classico che è stato il punto nevralgico dell’evento, nel quale con una degustazione alla cieca è stata applicata la parte tecnica, per capire quali fossero i vitigni che entravano in gioco, oltre ai vari disciplinari che caratterizzavano gli spumanti che erano in degustazione. Nove gli spumanti assaggiati, divisi in tre categorie: i blanc de blanc, i blanc de noir ed i rosati. Una masterclass che ha trovato nel panorama enologico e vitivinicolo italiano ampio spazio, ma che allo stesso tempo ha avuto modo di spaziare in Francia ed in Spagna. Vitigni come Aglianico, Carricante, Chenin Blanc, Cococciola, Cortese, Nebbiolo, Nerello Mascalese, Passerina, Pecorino, Pinot Noir, tempi di permanenza sui lieviti che vanno dai nove mesi, fino ai centoventi mesi, terroir, influiscono e non poco sugli spumanti, anche se la rifermentazione, modella e inquadra dando una sorta di fil rouge per i vini spumanti donando alcune similitudini, ma alla fine ogni prodotto sulla scorta delle varie componenti riesce ad avere una propria identità. Quattro gli spumanti della prima batteria, i blanc de blanc.

La Bulle Surprise, prodotto da Domaine De La Chaise – Christophe Davault è un Metodo Champenois ottenuto da Chenin Blanc. Permane diciotto mesi sui lieviti. Fa evincere chiaramente che è un vitigno internazionale. Sentori di crosta di pane, accenni di agrumato e di frutta tropicale. Sorso di personalità e fresco, con una buona struttura. Lungo alla beva e piacevole. Il secondo spumante, si è “nascosto” un po’ prima di far evincere la complessità di bouquet e la sua ampiezza di aromi e profumi dati da uve Pecorino, Cococciola e Passerina. Perlage di grande finezza e persistenza. Sentori di cipria e di tabacco di pipa. Accenni di torbatura. Fresco e con una scia sapida. Pieno alla beva. Buona progressione. È il Brut Metodo Classico Fausto Zazzara. Una permanenza sui lieviti che va dai ventiquattro ai sessanta mesi, danno una complessità di profumi ed una grande complessità alla beva, sapendo spumantizzare vitigni che non vengono utilizzati in larga scala. Da un multi – vitigno ad un mono – vitigno, viene più facile avere un’ipotesi valida. Il Sosta Tre Santi Carricante Brut Spumante D. O. C. Sicilia di Cantine Nicosia, emana dal calice note burrose, di mandorla, frutta secca e di ananas. Sorso pieno e di grande verticalità che funge da nerbo. Corrispondenza gusto – olfattiva buona. Permane sui lieviti almeno ventiquattro mesi. Con il quarto spumante si percepisce un qualcosa di diverso. Vitigni come Xarel·lo, Macabeu e Parellada equivale a dire Cava. Le percentuali sono 57%, 23% e 20% ed è il Torellò Tradizionale Brut Nature, prodotto da Corpinat. Svolge un periodo di affinamento di cinquanta mesi in bottiglia. Un perlage finissimo. Sentori di erbaceo e di balsamico. Grande freschezza. Non lunghissimo al sorso. Chiude con un finale sapido.

Per i blanc de noir i vitigni che hanno dato vita ad un confronto di tutto rispetto sono stati Aglianico, Nebbiolo e Nerello Mascalese. Tutti e tre grandi vitigni, che in quanto tali anche spumantizzati riescono a dare dei vini di grande personalità. Cantine del Notaio vuol dire Aglianico del Vulture e con La Stipula Bianca è stato fatto assaggiare un Vino Spumante di Qualità – Dosage Zero – Metodo Classico Millesimato ottenuto da Aglianico vinificato in bianco e che matura per quarantotto mesi sui lieviti. Si presenta con un perlage fine e persistente. Il suo corredo di aromi e profumi è composto da nota iodata e macchia mediterranea. Pienezza alla beva, con verticalità e sapidità che si fondono e gli donano profondità di sorso. Lungo. Lo spumante successivo è stato un Metodo Classico Extra Brut di Parusso ottenuto da Nebbiolo vinificato in bianco che sosta trentasei mesi sui lieviti. Dal calice pervengono note di pasticceria e di uva sultanina, con accenni di frutti di bosco ed un lieve ricordo di ciliegia. Sorso di grande personalità che ha verticalità ed allo stesso tempo pienezza di beva. Di Cantine Nicosia è stato degustato lo spumante di maggiore importanza ottenuto da Nerello Mascalese e che rimane sui lieviti sessanta mesi. Il Sosta Tre Santi Etna Brut D. O. C. Sessanta Mesi è uno spumante di grande carattere e personalità. Un corredo aromatico ampio e complesso con nota torbata, lime, pietra focaia e nota iodata. Verticale e con un sorso profondo. Buona corrispondenza gusto – olfattiva. Lungo.

La masterclass viene conclusa con due spumanti rosé. Per questi ultimi due le caratteristiche fornite dai vitigni, ha fatto sì di poterli riconoscere con una certa facilità (tenuto conto che erano stati detti inizialmente i vitigni). Di La Scolca è stato degustato il D’Antan Brut Rosè Millesimato – Vino Spumante di Qualità. Un periodo di permanenza sui lieviti di dieci anni per uno spumante rosé ottenuto da vitigno Cortese (95% circa) e Pinot Noir (5%). Dal calice pervengono accenni di floreale e di speziato, arricchiti da rosa canina. Verticale, ma allo stesso tempo in maniera armonica e piacevole. Buona persistenza. l’ultimo spumante a chiusura della masterclass è stato il Sosta Tre Santi Etna Brut Rosé D. O. C., 100% Nerello Mascalese. Nota minerale e di fruttato, piccoli frutti di bosco compongono il corredo aromatico. Sapidità al sorso che smorza la freschezza. Alla beva è appagante ed elegante. Buona persistenza. La permanenza sui lieviti è di ventiquattro mesi.

Dopo la masterclass, è stato possibile degustare diverse pietanze (dallo street food a piatti più sofisticati) nelle varie postazioni distribuite nell’ampio piazzale, accompagnandole con diversi vini di Cantine Nicosia (dagli spumanti ai rossi), di Tenuta Lunelli ed alcuni spumanti Ferrari, avendo il piacere di divertirsi e di poter condividere insieme agli altri una serata nella quale si è svolta una manifestazione che ha saputo unire e dare le varie parti del confronto, della tecnica e della convivialità e della spensieratezza regalando a tutti i partecipanti le varie sfaccettature del mondo enologico, in maniera completa e piacevole. 

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