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Bistrot du Monde, a Taormina, il cibo al servizio della scoperta. 4 Chiacchiere con il patron Giuseppe Quattrocchi

Giuseppe Quattrocchi

Bistrot du Monde unisce le due tendenze che fanno di Taormina un unicum e le apparecchia a tavola, sapientemente preparate dalle mani dello chef Salvatore Signorelli e gentilmente offerte dalle mani dei responsabili di sala, in perenne formazione per offrire all’ospite un soggiorno da ‘bella vita’ italiana.

A Taormina, la città in cui più di tutte il carattere siciliano viene filtrato attraverso sguardi e raccontato attraverso lingue straniere si respira un’aria davvero particolare. Una cittadina tanto tipica, quanto internazionale, che sembra viaggiare su due binari opposti: far vedere ai siciliani la propria terra con gli occhi dei turisti e a far vivere agli stranieri un’esperienza da siciliani doc.

Ne parliamo con Giuseppe Quattrocchi, patron di Bistrot du Monde

  • Qual è il viaggio che più l’ha ispirata nella realizzazione della idea di cucina del locale?

Io ho viaggiato molto, ma uno dei luoghi che mi è rimasto più impresso è stata senza dubbio la Spagna e più precisamente Barcellona. Lì mi sono innamorato di quella concezione di cibo che si presta alla vita del viaggiatore, che vuole scoprire quante più cose possibili di un posto nel poco tempo che talvolta ha a disposizione. Quindi mi attiravano tutti quei ristorantini in cui si poteva mangiare a tavola, ma anche al bancone cibi veloci e stuzzicanti, preparati rigorosamente a vista. 

  • Un ingrediente siciliano e uno straniero a cui non potrebbe mai rinunciare?

Penso che farei fatica a rinunciare al pesce siciliano, in particolar modo i gamberi e il tonno. Mentre l’ingrediente straniero indispensabile per me è la soia, perché è versatile e può essere la base di mille salse con cui condire i piatti della tradizione a base di pasce, come il tonno, la ricciola, il dentice…l’ho già detto che non rinuncerei al pesce?

  • Cosa cercano i turisti in un bistrot siciliano? Qual è il piatto che più prediligono?

Devo dire che i turisti sono affascinati dall’Italia in generale. La tradizione culinaria siciliana è molto particolareggiata e non si conosce come si dovrebbe. Le posso dire che i francesi vanno pazzi per i ricci di mare quando glieli faccio scoprire. Ma in generale tutti vogliono fare una bella scorpacciata di pasta in generale.

  • Qual è il piatto che più si diverte a cucinare? C’è qualche aneddoto legato?

Le racconterò questa storia molto personale, anche se è una domanda a cui potrebbe rispondere da sé, facendo molta attenzione a come è strutturato il menu. Se lei nota c’è solo una portata che è accompagnata dalla foto, ovvero le pappardelle gamberetti e tartufo.

Nella mia vita precedente ero rappresentante di forniture alberghiere con la passione della cucina, una di quelle passioni che si tengono debitamente a distanza dalla concretizzazione. Un giorno, invitato a mangiare da un mio amico, ho assaggiato queste pappardelle tartufo e gamberi e me ne sono innamorato e ho detto: ‘Se un giorno aprissi un locale, questo sarà il mio cavallo di battaglia’!

Cover image, credit photo: Bistrot du monde

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