Prima la segnalazione della Rossa, poi la partecipazione a Lavica Gourmet Festival: Maggio è un mese speciale per la chef Bianca Celano, impegnata in prima linea a scrivere con coltello e ingredienti una nuova narrazione della sua città, Catania, per invitare chi non la conosce a guardarla con gli stessi occhi innamorati con cui la guarda lei.
Il suo ‘Materia – spazio cucina’ già dal nome presenta in maniera ineccepibile la filosofia e il metodo che la chef segue per reinterpretare e offrire ai suoi ospiti la tradizione catanese: rispetto e attenzione per la materia e legame con lo spazio, abitato dai produttori di eccellenze, da chi lavora, da chi vive e fa vivere la città.
Manca poco per Lavica Gourmet Festival, ma la Chef Celano e Catania sono già pronte.
Ho accettato di partecipare a Lavica per promuovere la mia città. Per raccontare Catania e soprattutto farla ammirare attraverso gli occhi di chi vi lavora e la vive ogni giorno.
Manager fino a 40 e poi la svolta. Come mai non ha subito intrapreso una professione affine alla sua passione?
All’età di 20 anni ho ereditato l’Azienda di famiglia, operante nel settore Diagnostico Ospedaliero, e ho deciso di portarla avanti, ma parallelamente coltivavo comunque la mia passione mista a curiosità per il mondo della cucina. Da qui sono iniziati i viaggi alla scoperta di sapori e ingredienti. E i primi contatti con gli agricoltori, allevatori, produttori di eccellenze in giro per la Sicilia. Le Domeniche ai fornelli con decine di ospiti e la gioia di cucinare per loro. Fin quando un giorno mi sono sentita pronta per realizzare i miei desideri e raccontare la mia idea di cucina attraverso i piatti.
Quando si parla di tradizione culinaria siciliana, ci si concentra prevalentemente su pranzi e cena. All’interno del progetto/concetto Habitat, lei ha curato anche la colazione. Qual è quindi la tradizione siciliana di primo mattino e perché rappresenta un unicum nell’offerta?
La Colazione in Sicilia è un rituale da non sottovalutare, tra cibi dolci e salati (vedi granita e brioche o l’arancino). Nella colazione di Habitat ho fatto ritornare i sapori antichi di ricette quasi dimenticate, dai biscotti tipici dell’Isola, alle preparazioni delle feste (minnuzze di Sant’agata, Buccellati, cassatelle) e poi il salato tipico anche della ‘Colazione del giorno dopo’ come Scacciate, Siciliane, Conserve fatte da noi da degustare con il nostro Pane di Semola. Insomma, una tavola imbandita che parla di storia siciliana e di famiglia.
Il suo fine dining è fresco di segnalazione della guida Michelin. Cosa pensa abbia convinto i critici?
In realtà non mi sento di definire la mia cucina – fine dining – Ho voluto più semplicemente riproporre piatti e ricette antiche, a volte sconosciute anche agli stessi siciliani, con un’attenzione all’ingrediente, alla provenienza, alla filiera corta, alla tecnica per non coprire le qualità ma esaltarle. Credo, ovviamente ipotizzo, che chi si è seduto alla nostra tavola abbia trovato questa ricerca e amore nei nostri piatti, questa voglia di valorizzare l’ingrediente utilizzandone ogni sua parte ed eliminando gli sprechi, e soprattutto l’impronta costante della stagionalità.
Perché ha accettato l’invito a Lavica?
Per promuovere la mia città. Per raccontare Catania e soprattutto farla ammirare attraverso gli occhi di chi vi lavora e la vive ogni giorno.
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