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Arkania: lo zafferano di Marianopoli. La grande passione di Luigi Baldi

In agricoltura fare rete è da…Oscar! Luigi Baldi, 34 anni dell’azienda Arkania produttrice di zafferano a  Marianopoli, in provincia di Caltanissetta,  è stato premiato con l’Oscar green dalla Coldiretti per la categoria “Fare rete”. Un’impresa non facile né scontata in terra di Sicilia dove difficilmente l’imprenditore sposta lo sguardo dall’ “io” al “noi”.  Ed invece Luigi, barista, con una parentesi di lavoro a Milano da cui è tornato dopo circa un anno per  quella “nostalgia canaglia”,  da quando quattro anni fa  ha aperto la “sua” Arkania, non ha smesso di costruire alleanze con produttori diversi per far decollare il territorio della provincia nissena,  scrigno di un ricco patrimonio di  biodiversità agroalimentare, ancora poco conosciuto.

“Ho creato una rete di filiera di piccoli produttori che fossero autentici, genuini – spiega Luigi con orgoglio – capaci di rimettersi in gioco puntando alla qualità del prodotto, dalle arance al miele alle marmellate all’olio,  attenti alla sostenibilità ambientale ed alla salute del consumatore”.  A  Luigi  piace giocare con le parole attingendo nella memoria. Già dalla  scelta del nome del suo  bar “Manchitu” dal siciliano “manca”, a “sinistra” in omaggio alla posizione del  paese natio costruito a sinistra del Monte Castellazzo ed anche all’antico feudo Manchi da cui deriva  il nome degli abitanti “manchesi”. Ed anche per la sua azienda  Luigi ha scelto il calembour “Arkania”, crasi ispirata ad un luogo ricco di testimonianze archeologiche risalenti alla preistoria, nelle cui vicinanze si trova il suo campo di zafferano. “Coltivo zafferano in un territorio  che mi piace chiamare, terra di mezzo – spiega – perché è l’incontro tra due territori, quello degli arcani e quello dei Sicani. Ed infatti il nome Arkania nasce proprio dalla fusione di queste terre”. 

Il caso, il dono di due bulbi di  Crocus sativus da parte di un cliente del bar, gli schiude un mondo a cui si appassiona. “Non sapevo nulla se non che quei filamenti rossi che si trovano in bustina nei supermercati servissero ad insaporire i cibi – racconta -. Così, inizio a studiare, scopro che lo zafferano veniva usato da Cleopatra, dai Greci ed anche come colorante per tingere le vesti e nel contempo inizio a sperimentare. Per la prima volta metto le mani nella terra e in un fazzoletto di appena 1 ettaro, ho poi raccolto 2kg e mezzo di zafferano”.

Dalla coltivazione alla raccolta, avviene tutto a mano in un tempo ristretto che va da ottobre a metà dicembre. “Ogni giorno all’alba la natura mi regala uno spettacolo di struggente bellezza dove i colori del mattino   dal rosa al rosso si fondono con la tinta viola dei fiori di zafferano – dice Luigi, estasiato – Prima che la luce fa schiudere i fiori che proteggono gli stimmi, si raccolgono a mano e vengono posti in   ceste di vimini per poi iniziare la mondatura “.

Un lavoro attento e delicato, che spiega anche il prezzo elevato di quello che viene  chiamato con l’ appellativo di “oro rosso”. Lontano dall’umidità, acerrima nemica dello zafferano, si prosegue con l’essiccatura.  Luigi Baldi  ha creato prodotti non convenzionali per degustare in modo originale questa spezia molto pregiata. Nascono infatti le sue produzioni quali l’olio evo IGP Sicilia con pistilli di zafferano ed anche miele, confettura e creme e condimenti vegetali. Visionario, vuole dare un ulteriore input alla sua azienda sperimentando l’utilizzo dello zafferano in campo farmaceutico e nella cosmesi. D’altronde fin dall’antichità veniva usato dalla medicina popolare come antinfiammatorio, antidepressivo ed anche come afrodisiaco.  Intanto, nuovi studi confermano la commestibilità dei fiori. “Arkania”  conquista l’interesse degli chef stellati e  fette di mercato  in piccole botteghe del gusto gourmet in  Germania, in Irlanda, negli States diventando così  ambasciatore di quella “terra di mezzo”    custode di tesori dell’antica Mytistraton e, nel contempo, laboratorio di buone pratiche di futuro.

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