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Alla 27^ edizione di “EnoEtna” a Santa Venerina non solo vini. La “padrona di casa” è la grappa. Le degustazioni a cura del sommelier , Fabio Cristaldi

La EnoEtna è una manifestazione vitivinicola che si svolge nel paese di Santa Venerina (CT). Non solo vini ma anche oli, amari, street food, ma soprattutto grappe, sono stati i protagonisti della XXVII edizione che si è svolta dal 27 al 29 settembre. Infatti il territorio di Santa Venerina è famoso proprio per le varie distillerie che vi erano, al punto tale che il paese nasce per regio decreto proprio per il così vasto numero di distillerie che producevano grappa. La vicinanza al porto di Riposto era ideale per il trasporto commerciale di grappe e distillati in Inghilterra: basti pensare che nel territorio di Santa Venerina erano presenti ben 45 distillerie.

La 27 ^ edizione di EnoEtna ha avuto, rispetto alle edizioni precedenti, ha avuto una marcia in più con la presenza delle associazioni enologiche, quali l’AIS, di federazioni come la F.I.S.A.R. , di fondazioni come la F.I.S ed organizzazioni quali l’ONaV, per dare insieme maggio r risalto ai vini dell’Etna. A dare lo start, la degustazione di vini ottenuti da uve delle vigne presenti nel territorio comunale di Santa Venerina. Accompagnata da ricordi, aneddoti e curiosità raccontate dalle persone del luogo che hanno visto e vissuto l’ascesa dell’enologia etnea. A questa prima degustazione, ha fatto seguito una degustazione di vini prodotti da uve dei vigneti locali e da una grappa, curata e guidata dall’A. I. S. Jonico – Etnea e da A. N. A. G. Catania con Claudio Di Maria, Domenico Strano, Angela Pacini e Maurizio Molinaro.

Iniziando con i vini bianchi, gli Etna Bianco D. O. C., il primo è stato un campione di vasca, non ancora in commercio. L’Etna Bianco D. O. C. di Cantine Nicosia, Atto 2023 viene ottenuto da uve Carricante provenienti dalla Contrada Cancelliere Spuligni a Santa Venerina. Sentori di muschiato e di felce, con accenni di agrumato e di funghi. Alla beva è ben bilanciato, non particolarmente verticale, ma piacevole. C’è da considerare che ancora dovrà evolvere. Murgo è la cantina simbolo di Santa Venerina, fornendo un’ampia gamma di vini, da quelli fermi agli spumanti, che sono diventati il prodotto simbolo della cantina. Il Tenuta San Michele 2022 Etna Bianco D. O. C., è stato il secondo vino bianco degustato nella serata. Si presenta con un bouquet floreale e di erba bagnata con un finale che evolve sulla nota canforata. Al sorso dà una sensazione di salmastro con una verticalità che è resa più “gentile”. Persistenza discreta. Passando al primo vino rosso che è un I. G. T. Terre Siciliane di Cosentini, che per l’appunto è stato etichettato come Rosso di Cosentini. Vino atipico, in cui è presente oltre a Nerello Mascalese il Nero d’Avola, che fa sentire la ciliegia ed il bosso, con accenni di inchiostro di china, note speziate. Trama tannica fitta ed una spalla acida ben pronunciata. Lungo. Una curiosità di questo vino è di come non venga riportato il millesimo, poiché per i vini classificati come I. G. T. non è necessario mettere il millesimo. Il primo Etna Rosso della serata è il Vigna Patrizia Etna Rosso D. O. C. 2021 di Bachis. Il corredo aromatico è composto da note speziate e di resina, pietra focaia ed humus. Verticale con tannini lunghi. La spalla acida gli conferisce lunghezza di sorso. Sempre della stessa annata (2021), è stato assaggiato Ellonero Etna Rosso D. O. C. 2021 dell’Azienda Battiato. Note balsamiche e di erba falciata, arricchite dalla nota vanigliata. Componenti dure di personalità ben amalgamate e bilanciate. Retro nasale che fa sentire il passaggio in legno. Altro vino di Murgo, l’Etna Rosso Tenuta San Michele – Etna Rosso D. O. C. 2019. Si percepisce la ciliegia acerba, la terra bagnata e la nota erbacea. Sorso irruento, con una freschezza aggressiva che sovrasta i tannini. Lungo. Va ancora aspettato.

La chiusura spetta alla grappa, che per certi versi (per quanto su detto ) è la “padrona di casa”. Grappa dell’Etna di Distillerie Russo, ottenuta dalla distillazione delle vinacce di Nerello Mascalese, Catarratto e Nerello Cappuccio, si presenta con sentori di frutta secca (noci), la nota alcolica si sente, ma in maniera cadenzata. Chiude con sentori di frutta candita. La spigolosità del sorso gli dona carattere e la rende accattivante. Sorso piacevole e con il passare dei minuti diventa parsimonioso. Di grande piacevolezza. Va evidenziato come per la grappa , la temperatura di servizio abbia un ruolo fondamentale. Per nulla stancante e con una beva fluida (considerati i suoi 40% vol.), è stata servita fresca ma a fine degustazione, quando si è portata a temperatura ambiente, è stato evidente il ruolo che la giusta temperatura può giocare….

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