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Al Fogher, l’esaltazione dell’identità culturale siciliana

C’è un luogo nel cuore della Sicilia dove seduti al tavolo di un ristorante ci si può sentire in pace con il mondo, rinfrancati davanti al crepitio del camino e le luci soffuse della sala mentre un pianoforte, sul quale sono poggiate pregevoli bottiglie di vino, regala note jazz, un genere tanto amato dai padroni di casa. Siamo al Fogher, a Piazza Armerina, poco distanti dalle bellezze archeologiche di “Villa del Casale”, in quello che una volta era un casello ferroviario immerso in un bosco che purtroppo la scorsa estate è stato coinvolto in un grosso incendio che, nonostante abbia distrutto diversi ettari boschivi, ha per fortuna lasciato intatto questo gioiello gastronomico la cui storia inizia nel 1992. I padroni di casa, lo chef Angelo Treno ed Ernesta Tudisco, moglie e pastry chef, accolgono i loro ospiti con cordialità facendo sentire subito a proprio agio. La sala è ben curata e con molte e importanti etichette in esposizione; dal fondo spicca il camino che rievoca nei commensali l’immagine di un antico focolare domestico attorno al quale riunirsi.
La cucina dello chef è sorprendente per autenticità e creatività così come per la grande potenza evocativa.
Tra i piatti proposti vi è “Omega 3. Il mare nel piatto”, un cruditè di gambero con uova di luccio al wasabi, salsa di soia e miele di eucalipto, merluzzo con agghiotta di patate, capperi essiccati e topinambur, tartare di pesce con uova balik, triglia con verdure dell’orto, sgombro con cipolla rossa caramellata e uvetta, alici marinate con agrumi e ricotta salata allo zafferano, gambero con riccio di mare, il tutto accompagnato da un mojito di grappa tonica e granita al verdello.

Il mediterraneo è qualcosa che lo chef sente scorrere nelle vene e si capisce, oltre dalla lapalissiana presenza di pesce azzurro, dall’ampio utilizzo delle spezie che egli fa. Questo in particolare è un piatto che rievoca tutte le dominazioni e le influenze culturali, ritroviamo il cardamomo e il profumo di curcuma, insieme anche a quello di gelsomino. Il pesce azzurro si esprime in tutto il suo sapore in questo che è al contempo un piatto salutare in quanto, come dice lo stesso nome, ricco di omega 3. Davvero curioso come piatto il “Branzino che rientra in acqua di mare” con alghe e verdure dell’orto. Il pesce è affogato in un brodino che simula il mare anche nella salinità, con le alghe e verdure che galleggiano nel piatto. Una portata semplice, fresca e dalla corretta esecuzione.

A completare il servizio è una mousse di ricotta e croccante con miele di eucalipto e cornucopia di cialda, insieme a un semifreddo al latte condensato e mandorle.

Un dolce presente nel menù dall’apertura del locale e che la pastry-chef Ernesta Tudisco esegue in maniera eccellente rendendo la ricotta ben cremosa ma per nulla stucchevole, con il profumo appena accennato e delicato della scorza d’arancia. Segue la piccola pasticceria con tartufi e buccellati che sembrano quelli preparati in casa dalle nonne, e del resto, la ricetta utilizzata è quella che qui si tramanda in famiglia da generazioni.
La cucina dello chef Treno è una cucina che offre qualcosa di più del semplice mangiare e star bene. È una narrazione, anche culturale, capace di portare alla ribalta gusti e profumi che si sono affievoliti nel tempo e che rimanda all’essenza di un’isola, da sempre terra di accoglienza, di ricchezza e incontro tra culture differenti.

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