“A 14 anni presi il treno da Palermo per raggiungere i miei compagni di liceo in campeggio a Scoglitti, nel ragusano. Dopo tre giorni restammo senza soldi e decidemmo di tornare in autostop, perché faceva parte del divertimento. Non l’ho più dimenticata quell’esperienza”.
Marcello Mangia, classe ’63, presidente di Aeroviaggi, il tour operator con quartier generale in Sicilia, la prima catena alberghiera italiana per strutture di proprietà con 14 esclusivi resort negli angoli mozzafiato sul mare della Sicilia e della Sardegna, ride ancora al pensiero della sua prima “indimenticabile” vacanza. E certo che poi negli anni ne ha fatte tante altre, soprattutto “ospitato gratis nelle mie strutture e spesso, però, a gennaio, perché – dice sorridendo – per il resto dell’anno, organizzo le vacanze degli altri”.
Lo scorso 2 luglio ha ricevuto il Gran Premio Internazionale di Venezia, che dal 1947 premia le arti in genere e l’imprenditoria che ha contribuito alla crescita del nostro Paese. “Un premio inaspettato, che mi rende molto orgoglioso – dice il presidente Mangia – perché siamo noi siciliani che esportiamo la bellezza della nostra isola nel mondo, accogliendo i turisti nella nostra bellissima terra. Alla base del nostro successo – continua – c’è tanto tanto lavoro”. Ma, soprattutto, la capacità d’intercettare i desideri del turista, giocando d’anticipo. Quest’anno, come già accaduto anche nel 2020, il gruppo Aeroviaggi è stato il primo resort in Italia ad aprire con il Torre del Barone, il premium resort a Sciacca. “Innovazione e dinamismo” le chiavi del successo di una famiglia che da mezzo secolo con lungimiranza fa tendenza nel mondo dell’ospitalità. Era il 1973 quando il capostipite Antonio Mangia, classe ’41, originario di Geraci Siculo, aprì la sua prima agenzia di viaggi in via XII Gennaio nel capoluogo siciliano, a pochi passi dall’ attuale sede amministrativa, “cuore” di Aeroviaggi in via Isidoro La Lumia. Da un telefono e da una scrivania, gli inizi di Antonio Mangia, che crea il sogno delle vacanze a basso prezzo o, come diciamo oggi, “low cost” anche su tratte internazionali, lanciando una teoria di charter.
“Mio padre apparteneva ad una famiglia molto modesta, – racconta Marcello – mio nonno faceva il contadino per conto di un mezzadro, ma ci i teneva che il figlio studiasse e così, un passo alla volta, lavorando sodo, mio padre riuscì nel suo obiettivo”. Umiltà, studio e sacrifici, i valori cardini dei fratelli Mangia, Marcello, Tiziana, Giuseppe e Marco, ognuno alla guida di un ramo d’azienda, che nel 2019 ha fatturato novanta milioni di euro, ha uffici a Milano, Parigi e Sardegna, dà lavoro a 150 dipendenti, che nel periodo estivo salgono a 1.500. Se papà Antonio portava i siciliani in giro per il mondo, in seguito, i figli invertono la rotta. Fanno in-coming e Aeroviaggi diventa tour operator, conquistando in particolare i mercati italiano e francese. Marcello Mangia ripercorre le abitudini ed i cambiamenti del turista, dagli anni ’70, quando il Club Mediterraneè sulla spiaggia di Pollina, a Cefalù, proponeva location bellissima, divertimento massimo e zero bagni in camera ai primi villaggi turistici con grandi numeri, buffet in quantità e finalmente i servizi in stanza. “La formula all inclusive che spaccava – dice il numero uno di Aeroviaggi – perché al turista interessava stare soltanto dentro il villaggio turistico, né aveva la voglia di guardarsi attorno e scoprire altro. Oggi le cose sono cambiate e la pandemia ha solo accelerato un processo che era già in atto. Il turista di oggi e dei prossimi cinque anni vuole vivere un’esperienza, sente il bisogno di rilassarsi all’aperto, di grandi spazi e soprattutto mette al centro l’esperienza enogastronomica con i prodotti del territorio e della tradizione”.
La formula villaggistica dell’animazione tout court lascia il posto, dunque, all’intrattenimento più discreto perché la vacanza dia anche la possibilità di connettersi con se stessi. Libertà e curiosità, i drivers del nuovo trend dove il turista non è più un semplice fruitore di servizi, ma è il protagonista che con Internet costruisce la vacanza su misura dei propri desideri. “Già dallo scorso anno abbiamo creato a Sciacca una collaborazione con il Museo dei 5 sensi di Viviana Rizzuto, perché i turisti possano vivere il territorio andando a pesca di notte o anche lavorare la ceramica o imparare i primi rudimenti dell’arte del corallo – dice Mangia – opportunità che si trovano già nell’homepage del nostro sito, così che i turisti siano liberi di scegliere”.
Ogni struttura ricettiva “respira” il luogo che lo ospita, diventando il trade union tra le tradizioni del territorio e le scelte del turista, perché l’unicità è il leit motiv. Il 28 maggio i Mangia inaugurano il nuovo Favignana Premium Resort &Villas, punta di diamante della collection Aeroviaggi, realizzando il sogno di papà Antonio. In tempi record, viene ristrutturato in armonia con il contesto paesaggistico. Fiore all’occhiello, l’offerta gastronomica nei due ristoranti, classico e premium, affidato allo chef Peppe Giuffrè, ambasciatore del made in Italy e antesignano dello story telling in cucina. E in questo contesto naturalistico straordinario dell’isola di Favignana, Marcello Mangia decide di premere l’acceleratore sul fronte green, creando un orto vicino al Resort, perché il gusto sia sano e genuino. “Un esperimento che sta dando ottimi risultati e che abbiamo intenzione di lanciare anche in altre strutture”. La sostenibilità è infatti il core business di Aeroviaggi. “Dico sempre che economia ed ecologia hanno un’unica matrice – spiega – da due anni siamo plastic free e abbiamo installato i pannelli fotovoltaici nel resort di Sciacca ed in tutte le nostre strutture già da tempo facciamo la raccolta differenziata, invitando anche i nostri clienti ad avere cura dell’ambiente”.
La formazione continua del personale, dalla cucina alla sala al servizio delle camere, è un altro punto di forza. Torre del Barone è la sede dell’ Associazione Disciple d’Auguste Escoffier delegazione Sicilia, ispirata al “re dei cuochi, al cuoco dei re”. “Mio padre era fissato con la qualità – dice, ricordando il padre scomparso nel 2019 – a noi figli ripeteva sempre: competenza e passione. Ne sono convinto anch’io, perché se l’estro, il talento danno l’input, sono poi lo studio e la professionalità a fare la differenza”.
Ha un pensiero ottimista sul prossimo futuro, dopo l’annus horribilis per il settore. “Già circa 40 milioni di persone hanno il gren pass o hanno fatto la prima dose di vaccino – dice – e noi siamo pronti anche a regalare il test rapido. Per dare maggiore sicurezza ai nostri clienti, già a Torre del Barone abbiamo un medico ed intendiamo avere questa figura anche nelle nostre altre strutture. Il turismo è alla base della nostra economia nazionale e per la Sicilia è uno dei pochi valori aggiunti e dunque non possiamo permetterci un’altra chiusura. Io sono ottimista”.
Proietta, infine, lo sguardo al 2023. “Apriremo nuove strutture in Toscana ed in Puglia”. In controtendenza rispetto a molti suoi colleghi, Marcello Mangia giudica positivamente la promozione turistica “See Sicily” della Regione Sicilia, vieni per tre notti ne paghi due, “perché – spiega – ha avuto un notevole successo lo scorso anno e si vedranno gli effetti positivi nel periodo invernale, poiché la vera scommessa è destagionalizzare il turismo restando aperti 12 mesi l’anno”. Con la consueta grinta degli imprenditori, che graffiano il presente anticipando le sfide, i fratelli Mangia hanno appena inaugurato il loro nuovo brand, “Mangia’s”, un’operazione di rebranding volto alla conquista di nuovi pubblici all’estero. Non lasciatevi ingannare, la “ ‘s ” è solo il genitivo inglese “perché – conclude con orgoglio Marcello Mangia – noi non lasceremo mai la Sicilia. La esportiamo!”…
Cristina Cusimano
15/10/2022 alle 16:15Ammiro moltissimo Tutti i Mangia, figli e nipoti Antonio Mangia ,perché danno lustro alla Sicilia. Ciao Marcello e compani
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