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A Torre Salsa, natura e cibo muovono il wellness a 5 stelle dell’Adler Spa Resort 

La lentezza e la quiete, tra panorami, sapori e aromi. Davanti allo scenario di uno tra i litorali più affascinanti e meglio preservati d’Italia, i 5 sensi si aprono e si affinano. Il perché viene servito, come su un piatto, già da una prima osservazione del paesaggio, ruotando lo sguardo da oriente a occidente fermandosi in auto prima di scendere verso il mare.

Oppure, ancora meglio, nel corso di una passeggiata sui sentieri che solcano i due monti dominanti sull’arenile, che da rettilineo si curva in insenature con scogli piatti a pelo d’acqua e estese chiazze di posidonia che scuriscono lo specchio d’acqua. Situato tra Siculiana Marina e Eraclea Minoa, lo scenario della Riserva naturale di Torre Salsa, è il segmento che dei 136 chilometri della costiera agrigentina offre uno scenario a alto tasso di biodiversità. Un equilibrio delicato, legato alla preziosa funzione della duna che corre parallela alla spiaggia giallo-ocra, lunga 6 chilometri e mezzo. Il rilievo di sabbia formato dall’azione del vento fa infatti da muro protettivo al retrostante paesaggio agricolo, ancora legato a antiche colture: uliveti e vigneti, seminativi, mandorli e campi di pomodoro ‘seccagno’, tipicità di questa striscia litorale. Terreni fertili che, a loro volta, si alternano con montagnole coperte dalla boscaglia. 

A un certo punto la duna, punteggiata da gigli e altre piante alofile, adattate cioè a crescere su terreni salati, si arresta; e nella visuale irrompono, in tutta la loro lunare bellezza, i ‘Trubi’, le falesie di candida marna calcarea dalle forme arrotondate che, insieme con altri promontori di argilla o di cristalli gessosi, strapiombano a pochi metri dalla battigia: stanno lì da 6 milioni di anni, a contrastare con il blu zaffiro del Mediterraneo. 

Proprio a ridosso della zona B di quest’area protetta (dal 2000 Oasi del Wwf) che trae il nome dalla torre aragonese d’avvistamento, ormai un rudere, situata su una delle alture e dal torrente Salso, il cui piccolo estuario si trova quasi sul punto mediano della spiaggia, la struttura dell’Adler Spa Resort Sicilia, inaugurata un anno fa, sta rappresentando una riuscita combinazione con questo particolarissimo contesto. 

I diversi corpi edili, progettati dall’architetto Hugo Demetz, sono tutti a un solo piano con tetti ipogei ricoperti di vegetazione e, con le loro vetrate e pergole in legno, paiono infatti confondersi nel pendio della collina. Un esclusivo eco-albergo, quello voluto a Torre Salsa dai fratelli Andreas e Klaus Sanoner – settima generazione della famiglia titolare del gruppo alberghiero nato 200 anni fa a Ortisei, in Alto Adige  – che si sviluppa su più terrazzamenti per un totale di 90 suites, di cui 16 da 75 metri quadrati indicate per le famiglie, costruite e arredate con materiali naturali, come legno e terracruda. 

“Una filosofia costruttiva che integra resorts, lodges e spazi per il wellness (la Spa offre  in 3.200 metri quadrati di spazio piattaforme per lo yoga, trattamenti di thalassoterapia e diversi altre applicazioni sulla pelle, dalle pietre vulcaniche al sale marino e gli olii essenziali) nella natura e nella cultura del territorio” – sottolinea il direttore Sami Aglietti.

Una linea che inevitabilmente si accompagna a un’offerta eno-gastronomica ispirata alla regionalità, con prodotti del territorio coltivati con i metodi dell’agricoltura biologica e biodinamica.

Vale la pena soffermarsi su questo aspetto. In una struttura ricettiva che ‘osserva il mare e ascolta la terra’, come sottolineano dalla proprietà, la creatività si libera specialmente nell’offerta culinaria del suo ristorante, neanche a dirlo super-panoramico di fronte al Mediterraneo. 

A guidarlo, sin dall’apertura del resort, lo chef Giuseppe Schimmenti, siciliano doc. 

Una passione per la gastronomia, la sua, esplosa a 15 anni, quando faceva già esperienza nel ristorante di un hotel a Tonnara di Bonagia, nel trapanese: “Da lì partivano le barche per la pesca dei tonni e poi riattraccavano per sbarcare il pescato che veniva subito portato fino in chiesa della frazione marinara per la benedizione – racconta a Sicilia da Gustare. L’esperienza per me più formativa, però, è stata quella in un piccolo ristorante di Palermo, l’Osteria Ballarò, dove lo chef Calogero Branca mi è stato mentore. Con lui, lavorando giorno e notte sulle ricette, dalle specialità dolciarie alla pasta, ho conosciuto la genuinità delle lavorazioni, imparando a lavorare con rispetto la materia prima del territorio. Un metodo che non ho più abbandonato”. 

Nel territorio di Siculiana, Schimmenti approda dopo aver prima lavorato in altri importanti gruppi alberghieri ed essere transitato, prima della pandemia, dalla cucina dell’Adler Spa Resort Dolomiti, a Ortisei.  

“La sicilianità è alla base dei nostri piatti, preparati con prodotti biologici, anche provenienti dal nostro orto (coltiviamo ben 25 tipologie di ortaggi diversi), nonché con il pescato, che varia in base alle stagioni – illustra. Vogliamo che gli ospiti assaporino la Sicilia in tutte le sue declinazioni: dalla colazione con la granita di mandorle e la brioche, al pranzo con il pesce fresco fino a sera, avvolti dai profumi delle erbe spontanee come il finocchietto selvatico e la mentuccia. Ogni assaggio deve sapere di sole e di mare, di Sicilia insomma”.

Il legame con i produttori agricoli locali è un ‘must’. “Faccio un semplice esempio – riprende Schimmenti. La nostra caprese non differisce certo dalle altre insalate di questo genere, composte da mozzarella e pomodoro. Ma la mozzarella che utilizziamo proviene da un piccolo caseificio di questo territorio, mentre i pomodori arrivano da tutta la Sicilia, ricchi di sapore e tanto diversi gli uni dagli altri: da quello dolce di Pachino al Kamarina, dal sapore più salino”.  

In un anno di attività, interrotto dalla pausa invernale da novembre ai primi di marzo, la lista dei piatti più apprezzati dagli ospiti dell’Adler Spa Resort, ne annovera diversi che mixano storia del territorio e attualizzazioni gourmet. Tra questi il tortello al basilico ripieno di mozzarella di bufala con tartara di gambero, il gamberone di Mazara del Vallo marinato con limone e olio d’oliva extravergine biologico, aspretto di pomodoro in gelatina, perle di basilico e sfera di mozzarella. 

Immancabile, tra le specialità tradizionali, la pasta con le sarde. “La pasta, nelle sue diverse tipologie, è particolarmente richiesta anche perché viene prodotta dalla stessa cucina dell’Adler, con un grano siciliano al 100% macinato a pietra in un mulino di Castelvetrano”, precisa Schimmenti. 

Un forte legame con il territorio che, aggiungono dal resort, si evince inoltre dall’impiego di presidi slow food siciliani: dal latte e i formaggi della capra girgentana, al miele dell’ape nera sicula, dal suino nero dei Nebrodi alle lenticchie di Villalba, passando per il pistacchio di Bronte e della vicina Raffadali.

Ma la sicilianità – puntualizza Schimmenti – si esprime anche nella scelta del personale: tutta la mia squadra all’Adler di Torre Salsa è composta da siciliani”.

Credit photo: Alex Filz

Il cibo del territorio agrigentino, stimola a esplorarlo. Sullo sfondo pulsano le aspettative legate alle manifestazioni di Agrigento capitale italiana della cultura nel 2025. Non a caso questa estate le escursioni in partenza dal resort del gruppo Adler portera inevitabilmente alla Valle dei Templi, calamita principale della kermesse prossima ventura. Casa Barbadoro, per esempio, l’antico casale sotto il tempio di Giunone all’interno del Parco Archeologico, sarà teatro di lezioni di cucina locale accompagnate dalla degustazione di prodotti biologici delle concessioni Diodoros. 

Da Torre Salsa le frecce del turismo puntano comunque anche verso altri quadranti della provincia. A Menfi dell’azienda Planeta, per esempio, accoglierà i turisti del gusto con pranzi-degustazioni tra i vigneti della tenuta, mentre la cantina Florio, a Marsala, intratterrà gli ospiti interessati alle sfaccettature del vino liquoroso che racconta la Sicilia.

Tappa importante, infine, quella di Siculiana, il borgo nel cui territorio municipale è situato l’Adler di Torre Salsa. Questo suggestivo paesino, oggi con non più di 4.500 abitanti, vanta un centro storico dominato dal possente Castello dei Chiaramonte, oggi gettonato luogo di eventi, soprattutto nuziali ma anche feste di grandi aziende. Quasi nascosto, su una stradina in ripida salita sotto il bastione, uno spazio espositivo ricco di ‘chicche’ e in continua evoluzione: il Museo ME.TE.(Memoria e Territorio), all’interno del quale la trattoria Kàmikos apre le porte a un ulteriore viaggio nei meandri del gusto autentico della Sicilia. 

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