Erano e sono quattro amici e non solo al bar, ma soprattutto in vigna. Francesco, Michelangelo, Nunzio e Salvo sono amici e soci che hanno deciso di puntare sul vino, riprendendo un vigneto che era in stato di abbandono, acquistandolo e riportandolo alla fase di poter fornire uve per la produzione di vino. E visto e considerato che la vigna si trova a Piedimonte Etneo, produrre Etna Rosso per il momento, poi con il passare del tempo, si vedrà… Così nel 2016 si inizia, con l’acquisizione del fondo (cinque ettari) e con il recupero dei fabbricati presenti nel fondo. Le professioni di ognuno dei quattro emerge e si manifesta chiaramente, poiché la politica aziendale si basa sul concetto di conservare e preservare il territorio. Non potrebbe essere altrimenti, poiché Francesco, Michelangelo e Nunzio conducono da oltre vent’anni un’azienda che si occupa di risanamento ambientale in ambito nazionale, mentre Salvo è un architetto, ma anche per lui avere il pensiero di conservare, preservare e rispettare l’ambiente è prassi di facile acquisizione. Quando nel 2016 acquisiscono il fondo, ormai con il predominio di solo piante selvatiche e con quello che è rimasto del vigneto, oltre ai ruderi dei casolari, che necessitano di restauro, i quattro amici, come quattro geni, riescono ad avere la soluzione prima del problema, ossia riescono ad avere quello sguardo verso il futuro ed avere le idee per vedere quello che diverrà quel fondo. Inizia la fase di reimpianto parziale nel 2018 (che diverrà totale), per avere nel tempo minimo indispensabile (tre anni) la prima annata di Etna Rosso D. O. C., prende così “vita” Alluè Etna Rosso D. O. C. ottenuto da Nerello Mascalese (80%) e Nerello Cappuccio (20%). La vicinanza di un boschetto al vigneto influisce sul microclima di quest’ultimo. Oltre alla vicinanza del boschetto c’è da dire che il reimpianto è stato fatto tramite viti ad alberello, nel pieno rispetto della viticoltura etnea. Tutto questo sotto l’attenta ed esperta visione di Salvo Foti, che segue le fasi della produzione dell’Etna Rosso di Tenuta Palmento San Basilio. Il versante di dove si trova il territorio di Piedimonte Etneo è quello est dell’Etna, il che significa avere dei vini (rossi soprattutto) che necessitano di tempi lunghi, affinché si possano apprezzare per le potenzialità che riescono a dare con gli affinamenti fatti in botte ed in bottiglia. La vigna si trova in collina ad un’altitudine di m. 400 s. l. m. ed allo stato attuale dei cinque ettari, è un ettaro e mezzo ad essere vigneto, con una produzione potenziale di circa 8000 bottiglie annue. Il sesto di impianto scelto è stato quello a quinconce, dove le piante sono disposte a intervalli regolari secondo un reticolo a maglie triangolari. La disposizione delle piante è sfasata in modo che ogni pianta si trovi al vertice di un triangolo isoscele rispetto alle due piante contrapposte del filare adiacente. Giusto per dare un’idea immediata è l’equivalente della figura del cinque nel dado da gioco. Per il momento è solo uno il vino prodotto, ma in fin dei conti, non si poteva pretendere di più, considerato che la prima annata messa in commercio è stata la 2020 (si può dire quasi una scommessa), poiché per andare a regime un vigneto servono tre anni.

L’Alluè 2020 Etna Rosso D. O. C., si presenta con sentori di fruttato, con mora e ciliegia. humus e liquirizia arricchiscono il corredo aromatico. Fresco e verticale con un buon bilanciamento. Buona progressione e piacevolezza di sorso. Se con il millesimo 2020 è stata una prova, nonché una scommessa, tenuto conto che erano passati due anni, con l’Alluè 2021, si iniziano a scoprire le carte ed a capire quali possono essere le effettive caratteristiche e potenzialità dell’Etna Rosso prodotto da Tenuta Palmento San Basilio. Con il millesimo 2021 il territorio, inizia ad essere recepito dalle piante di vite ed a loro volta trasmesso ai grappoli. Il corredo aromatico si basa sulla matrice vulcanica con sentori di pietra lavica spaccata, pietra focaia, humus. Esuberante con tannini di personalità e freschezza che sono ben presenti quando lo si beve. Lungo e con una bella progressione. Se il 2020 dà quel senso di rotondità (vuoi anche per un anno in più), il 2021 esprime una “spigolosità” che è il segno di come il vino abbia le potenzialità per poter affrontare gli anni e di quale sia il vero carattere di Alluè. Pertanto “eccolo” che è il significato di Alluè, quindi i quattro amici al bar potranno bere un calice del loro vino e magari (tentare) cambiare il mondo, come cita Gino Paoli…
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