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A Porticello, la cucina felice di Santino Corso e del suo “La Strummula”

Santino Corso - Strummula

La cucina felice ha un nuovo indirizzo a Palermo. Anzi, nel suo comprensorio, a Porticello, il borgo marinaro tra il comune di Santa Flavia alle porte della città di Bagheria ed il capoluogo dell’Isola. Già nel nome, “La Strummula” è un inno al gioco ed alla spensieratezza di quando da bambini si lasciava srotolare la trottola di legno in cui veniva inserito un pezzo di ferro appuntito e una corda, da cui il famoso detto “u lazzu ca strammula”. E lo chef Santino Corso, 35 anni, già “Miglior Chef under 30” della Sicilia ha voluto connotare il suo ristorante con il suo piatto iconico: uno spaghetto realizzato con del pistacchio e un soffice di ricotta al suo interno, dell’arancia candita e, a ricreare l’atto del getto della trottola per terra, un crumble al cioccolato salato. Un’idea  geniale che sovverte gli schemi, dal classico spaghetto allo spaghetto dolce dove passione, tecnica e creatività rivelano la cifra di Santino Corso.

“Un piatto immancabile nel mio menù -dice Santino-perché è sempre molto richiesto dai miei clienti”.

Ingredienti  poveri, rigorosamente locali, piatti essenziali che raccontano quella  Sicilia che lo chef Corso porta nel cuore. Senza eccessi ma con pulizia estetica e gustativa dove i colori giocano con i sapori , in un divertissement in cui il commensale si ritrova ad essere semplicemente “spensierato”, godendo appieno dell’atmosfera intima ed accogliente del locale, con pietra di tufo, soffitto a volte.

Basta scendere alcuni gradini per ritrovarsi all’interno di un’antica “pirrera” (cava di tufo) che un tempo serviva ad alloggiare i pescatori, per rendersi conto che qui la cucina di Santino Corso ne esprime l’essenza. “E pensare che prima d’incontrare il mio socio, Carlo Incandela, non conoscevo Porticello e la sua tradizione marinara-  racconta Santino tra una portata e l’altra fermandosi volentieri a parlare con i suoi ospiti- ma mi ha catturato ed anche se non siamo a Palermo, né a Bagheria, credo che qui possa nascere qualcosa di speciale”. Non ha tutti i torti perché il ristorante “La Strummula”, con circa 35   coperti, dai colori caldi, arredato con mobili in legno e ferro, il pavimento in cotto e le poltrone di velluto dai toni accesi, è incastonato nel “Baglio di Ciaula”, un luogo affascinante che rievoca suggestioni letterarie e cinematografiche. L’antico palazzo, oggi un delizioso hotel con vista sul mare da una parte e, dall’altra, di un giardino di piante di cui alcune da orto di cui si prende cura lo stesso Santino,  di proprietà del cugino di Luigi  Pirandello è stato, come dimostra un atto di locazione datato 1887, la dimora in cui ha vissuto il Premio Nobel della Letteratura durante il suo periodo universitario. E ci piace immaginare che proprio qui, cullato dallo sciabordio delle onde e dal silenzio, possa avere tratto ispirazione per una delle sue più celebri novelle “Ciaula scopre la luna”. E non è un caso infatti se le dieci camere e la suite con vista sul campanile e sul mare, riportano i nomi di alcune novelle pirandelliane.

Atmosfere retrò al “Baglio di Ciaula”, scelto dal Premio Oscar del Cinema, Giuseppe Tornatore che qui ha girato alcune scene ambientate tra gli anni ’30 e ’40 del suo “Baària”. Un luogo ideale dove trascorrere un romantico soggiorno anche in occasione della festa di  San Valentino, ormai alle porte,  dove farsi “coccolare” anche dalle delizie gastronomiche dello chef Santino Corso.

Vi porterà nella campagne dell’entroterra siciliano, nei mercati di Palermo, simboli di quella cucina palermitana verace di cui fin da bambino, abitando al Capo, sopra la tipica trattoria “Da Mafone ” ha assorbito odori e sapori. “Andavo a scuola pure lì al Collegio di Santa Maria al Capo- dice Santino- mi bastava scendere da casa ed avevo tutto”. Dopo la scuola alberghiera, Santino fa esperienza in importanti ristoranti a Londra  (Roux at Parliament Square, Plateau, Hotel du Vin Tunbridge Wells) ed altre a Palermo (ristorante La Scuderia degli anni Duemila, Villa Igiea e Charleston di Mondello), e qui a Porticello, con il suo “La Strummula”,  aperto circa due anni fa, dà lo start per il suo nuovo inizio. Il pane come i grissini, la focaccia sono di sua produzione: riannodano i fili del suo amore per la terra con l’uso di  grani antichi siciliani come il Perciasacchi , il Tumminia e la maturazione lenta di 60 ore in cella,  restituiscono  il rispetto per la materia prima. Al ristorante è possibile trovare un menù alla carta, poi nuovi menù: “Trazzera”, da 6 portate, un omaggio alle carni siciliane, alle tradizioni della domenica e alla convivialità intorno alla tavola; “Battigia” da 6 portate per chi ama i sapori e i profumi del mare; “L’Incontro”, da 8 portate con piatti di carne, pesce e vegetariani; “Verduriano”, da 6 portate, esclusivamente vegetariano. Il pescato del giorno è lì, con i pescatori di Porticello per garantirsi il miglior pescato del giorno e le verdure anche  dall’orto del suo giardino. In sala, la sommelier  vi accompagnerà nella scelta del giusto abbinamento con i piatti e le circa 200 etichette in cantina per un viaggio nel gusto siciliano sì, ma anche su per lo Stivale e oltre. Ma mi raccomando, che sia un andare lento, senza fretta, da vivere con gioia e stupore. Come la cucina felice di Santino Corso. 

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