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A Palazzo Alliata di Villafranca, il fascino iconico di Duca di Salaparuta celebra il traguardo di 200 vendemmie. Tra memoria e prospettive, rinnova la sua sfida enoica nel segno dell’evoluzione

duca di salaparuta

I 200 anni di Duca di Salaparuta planano con elegante leggerezza, tra arte e vino,  nei saloni affrescati di Palazzo Alliata di Villafranca, nel cuore di Palermo. Scrigno di tesori  come la celebre Crocifissione (1624) di Antoon Van Dyck  ma anche  dimora invernale del principe Giuseppe Alliata,  deus ex machina  di Duca  di Salaparuta,  lo storico Palazzo ha ospitato l’ avvio delle celebrazioni dell’azienda  che ha legato  vision innovativa e radici in quel lembo della Sicilia occidentale, tra Bagheria, Aspra, Mongerbino e Casteldaccia, humus fertile di un terroir culturale senza eguali. Nella terra del grande Renato Guttuso, del poeta Ignazio Buttita, ha costruito un percorso virtuoso che quest’anno, in occasione del bicentenario, si rafforza   in una sinergia  sentimentale  diventando complice di alcune iniziative di ampio respiro da una parte e, dall’altra,   con il  restyling delle etichette, ambasciatrici d’arte edei   colori della Sicilia nel mondo.  “Abbiamo deciso di abbattere i confini delle nostre Cantine per abbracciare una terra dalla forte identità comunicativa- ha detto il direttore Roberto Magnisi- Le bottiglie diventano vettori di arte, attraverso l’espressione di Renato Guttuso con il suo Paesaggio dell’Aspra, ma anche alcuni scatti fotografici di MimmoPintacuda. Per le due icone di Duca di Salaparuta, Bianca di Valguarnera e Duca Enrico, questi 200 anni diventano una cifra in oro con la firma in rosso lacca, per esaltarne la preziosità e il prestigio – conclude Roberto Magnisi – espressione di quel desiderio di sfida che caratterizza Duca di Salaparuta sin dagli albori”.  E così infatti che suggestioni e paesaggi rivestono la linea Autentici di Sicilia con le pennellate e i colori di Paesaggio dell’Aspra, opera realizzata nel 1959 daGuttuso, che nel cinquantenario dalla sua morte torna sotto i riflettori a Villa Cattolica con l’inaugurazione di un inedito allestimento all’interno del Museo a lui intitolato; una ricorrenza di valore, che vede insieme  Duca di Salaparuta e la struttura museale, in una unione d’intenti  che guarda al futuro di un patrimonio storico e artistico a livello  internazionale.  L’intreccio di mondi artistici tra vita e vite lascia un segno anche nella linea Le Tenute con le fotografie di Mimmo Pintacuda che, con il suo inconfondibile bianco e nero, incide l’immaginazione, evocando il rapporto dell’uomo con una terra sincera. L’esaltazione identitaria continua poi con Emilio Murdolo, primo pittore ad essersi espresso attraverso i carretti siciliani: è sua l’immagine del luogo in cui tutto ebbe inizio, Villa Valguarnera, raffigurata su un nuovo progetto enoico che nasce dall’amore per il Nero d’Avola e da un nome caro all’azienda,Triskelè.

In occasione della presentazione dei festeggiamenti, l’exursus appassionato e puntale di Rosario Lentini, Storico dell’ Economia, ha  accesso i riflettori su quattro protagonisti che, una generazione dopo l’altra,  sono stati i  fautori di quella sfida enoica che ha contraddistinto la storia di Duca di Salaparuta, pietra miliare dell’enologia.  E’ Giuseppe Alliata Duca di Salaparuta, nel 1824,  il primo visionario  di un sogno diventato reltà quando   decide di vinificare nella sua residenza estiva a Bagheria, Villa Valguarnera, le uve provenienti dai suoi possedimenti di Casteldaccia, dando vita a vini identitari, già eleganti e innovativi per quell’epoca, che in un primo momento verranno condivisi nel corso di pranzi ufficiali e cerimonie della famiglia. La passione cede il passo a una sfida enoica senza precedenti, guidata da nomi illustri come Edoardo, Enrico e da sua figlia, Topazia Alliata. Pittrice,  gallerista, mecenecate,  madre di Dacia Maraini, fu una delle prime donne imprenditiri nel mondo del vino. Il resto è storia. Evoluzione agronomica e ricerca unita alla capacità di tutelare il paesaggio,  oggi l’Azienda rappresenta la tradizione enologica più antica dell’Isola con una gamma di prodotti sempre centrati su identità, piacevolezza ed eleganza, dal respiro internazionale. Tra memoria e prospettive,  Duca di Salaparuta,  guidata dalla  holding Ilva Saronno, guarda al futuro con ottimismo. ”  Questa  è anche l’occasione- ha sottolineato Aldino Marzorati, Ceo Ilva Saronno- di parlare del futuro che sarà fatto di investimenti e di crescita, non solo in termini economici ma di valore della nostra presenza sul territorio”. Condivisione e convivialità hanno contraddistinto la serata in cui sono intervenuti anche   Claudia  Guarino, Global Brand Manager Wine Division  e il giornalista divulgatore Walter Speller, redattore Italia per Jancis Robinson. In anteprima, la degustazione di sette vini di Duca di Salaparuta guidata dall’enologo Salvatore Tomasello e da Wlater Speller che hanno illustrato il percorso enosensoriale dedicato all’essenza di un lavoro viticolo ed enologico verticalizzato sulla qualità e l’identità.

Grazie anche all’abile regia di Italia Messina, responsabile di Palazzo Villafranca,  l’atmosfera della serata ha restituito il  fascino di una Sicilia iconica. Senza tempo.

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