È un centro storico sempre più barocco quello di Modica che, tra le sue caratteristiche viuzze di pietra bianca e di scalinate ripide, accoglie una nuova avventura enogastronomica. Cavatappi, lieviti e fermenti è la nuova vineria-bistrot che racconta tanto del territorio ibleo, di chi lo vive ma soprattutto di chi lo fa (ri)vivere.
Se vi capiterà mai di perdervi tra i vicoli arroccati nel centro storico di Modica assieme a un modicano, la prima particolarità che noterete è che sono proprio i suoi abitanti ad esserne i primi turisti: ad ammirare ogni pietra bianca delle facciate dei palazzi antichi, a rimanere incantati dall’eterna sfida architettonica tra San Giorgio e San Pietro, affacciati al belvedere Pizzo, a custodirla dall’incuria quotidiana e, ad omaggiare la sua tradizione, rimanendo fedeli alle scacce e ai pastieri, per i pranzi frugali di ogni giorno.
I modicani amano Modica, di quell’amore profondo, di un amore radicale, quello che non si limita nella contemplazione dei frutti più belli, ma si prende cura delle radici e innaffia il terreno, affinché il bello possa continuare a crescere rigoglioso. Così come tutti i modicani, anche Federica Frasca Polara, Samuele Cannizzaro, Emmanuel Ferrante, Simone Palazzolo e Gabriele Frasca Polara amano la loro cittadina e quindi non deve stupire se, tra sirene di opportunità lontane, abbiano scelto di rimanere per far innamorare gli altri di Modica.
Intimamente nascosto in vico Deodato, “proprio dove c’era la sede della Siae” direbbero modicani della vecchia guardia per individuare un punto di riferimento a loro caro, si affaccia sulle scene Cavatappi, una nuova vineria e bistrot che invece si vuole candidare a essere il punto di riferimento per la nuova generazione, quella che sceglie di rimanere e vivere in provincia ma che ha scoperto e vissuto il mondo e adora ritrovare note esotiche.
Così l’anima di Cavatappi, o sarebbe meglio dire ‘spirito’?, è espressa benissimo nella complementarità con cui giocano il menu e la carta dei vini, che, pur ispirandosi a tensioni opposte, alla fine si intersecano in un equilibrio perfetto.
È ‘la patata della nonna’, tra le portate proposte, a raccontare soprattutto dei protagonisti di questa avventura che nonostante abbiano scoperto nuovi orizzonti e apprezzino mode raffinate, non rinunciano al legame con il territorio. E si sa che quello siciliano è davvero peculiare, perché è fatto di radici che affondano nella terra e di onde la cui risacca riporta sempre alla riva. Così non stupisce il ritmo dicotomico delle portate in menu, semmai ingolosisce e convince a tornare diverse volte: una per provare il “Lievito e Fermento di Mare”, base di grani siciliani, impreziosita con tartare di tonno, mayo agli agrumi e cipolla caramellata e una per assaggiare la battuta di vacca locale, con fonduta di pecorino siciliano e cipolla caramellata.
Dietro il “signor Tannino e il suo gusto” , c’è un palato esperto, aiutato da un paio di mani abilissime, ma vorremmo lasciare le presentazioni direttamente ai piatti, per concentrarci invece sugli orizzonti che il menu apre dinanzi a sé e che sono raccolti in quel peculiare atlante di viaggio che è la carta dei vini, dove la Sicilia non dista dalla Francia più di quanto non faccia la Lombardia. Anche la selezione di bottiglie ed etichette non nasconde la volontà di qualcosa di originale, di inusitato, un po’ come tutte le referenze di bianco provenienti dalla Germania, che nell’immaginario comune invece è votata più al fermento dell’orzo che a quello dell’uva.
Poco più che trentenni, ma affamati di ambizioni e assetati di curiosità, i ragazzi parlano, pensano e progettano in concerto. L’entusiasmo iniziale è stato corroborato dai risultati raggiunti finora, ovvero il tutto esaurito nel mese di agosto. Adesso il piano è quello di glissare quanto raggiunto, magari arricchendo l’offerta del Cavatappi e aumentando la sua capacità di ospitalità. Al momento abbracciati dagli edifici di Vico Deodato e illuminati da quello scampolo di cielo che si staglia sopra, Cavatappi accoglie all’incirca 30 persone, ma la priorità è attrezzare il vico di nuovi tavoli, ma soprattutto funghetti contro il freddo dell’inverno.
Giovani, ambiziosi, l’unica cosa che i ragazzi non possono cercare di cambiare, anzi accolgono con piacere, è quell’intima connessione tra bacco e musica con serate live.
Cibo, vino, musica, amicizia e sogni: gli ingredienti per il successo ci sono tutti. Ora non resta che attendere, magari tra un calice di vino e una zuppa servita in uno scrigno di grani antichi siciliani. Le prenotazioni online sono sempre attive, basta consultare il sito!









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