Cori Amenta sarà la special guest star dell’evento di domenica 18 giugno, Festa Siciliana, organizzata da Inventa Design. Alla presenza del pubblico e tra le note della band siciliana Gira Vota e Furria, la designer presenterà la sua nuova fatica creativa, ovvero la collezione di Teste di Moro in ceramica di Caltagirone in collaborazione con Verus.
Tra un chek in e una bozza creativa, abbiamo avuto il piacere di parlare con l’artista originaria di Noto, senza però chiedere nulla dei ricordi che hanno ispirato la nuova collezione, perché vogliamo scoprirla alla Festa Siciliana con la famiglia allargata di Inventa Design.
- Ho letto di una brutta esperienza capitata all’aeroporto di Catania qualche anno fa. Pensa che sia cambiata qualcosa?
Io mi sento costantemente in un limbo. Mi reputo una persona privilegiata a cui non può succedere mai nulla di male, ma in fondo ho paura di uscire di casa. Abito a Milano da diverso tempo e individuare la città come problema sarebbe riduttivo. A Catania ti chiamano in modo offensivo per discriminarti, per farti vergognare di quello che sei, ma a Milano la polizia ti può prendere a manganellate. Non mi sembra sia cambiato poi molto, non nel senso in cui lo speriamo entrambe, perché vedo che è sempre più dilagante questa aggressività, questo atteggiamento discriminatorio e violento. Io da parte mia, posso dire che in fin dei conti devo ringraziare quei cafoni che ho incontrato in aeroporto, perché da quella esperienza è nata l’ispirazione di una testa di moro by Cory, quella con i tentacoli al posto dei capelli.
- Mi può descrivere il suo processo creativo?
Sono un’artista a tutto tondo, non so se riuscirei a descrivere il mio processo creativo. Penso che sia una continua rielaborazione di esperienze che ho fatto, ricordi, immagini ma anche le mie fonti d’ispirazione come la moda degli anni ’90 e attrici meravigliose come Sophia Loren. Le mie opere, che siano ceramiche o scarpe, parlano di me e della mia vita e di quello che mi piace.
- Tornerebbe mai in Sicilia per fare impresa?
Non solo rispondo sì, ma aggiungo pure che è un progetto già in opera. Verus Ceramiche, con cui collaboro per la linea Verus by Cori che debutterà giorno 18 da Inventa Design, un negozio molto figo tra l’altro, è di Caltagirone, quindi buona parte del processo creativo e realizzativo l’ho vissuto in Sicilia. Inoltre, sono tornata anche nella mia Noto dove ho avviato una casa vacanza e sono in corso d’opera i lavori per un’altra.
- Tornerebbe mai a vivere in Sicilia?
Mi piace stare in Sicilia, ma non sono una persona che sta volentieri troppo tempo in un posto. L’idea di passare un anno nello stesso posto non mi affascina, ma sarebbe davvero bello riuscire a passare tutta l’estate in Sicilia a vedere i suoi colori. Anche nell’arredamento di questa mia casa vacanza esprimo il mio bisogno di viaggiare e ci sono ispirazioni dei miei viaggi…Ibiza, Cefalù, Marrakech.
- Cosa si aspetta dall’evento di giorno 18?
La linea è un progetto nato per caso. Un mio gioco creativo che volevo realizzare e sono molto felice che invece sia piaciuto tanto. Quindi spero che le nuove teste piacciano agli ospiti e che vengano capite, perché quelle teste sono un diario della mia vita.
L’ultima domanda, forse un po’ maldestra, vuole però ricongiungersi alle portate classiche di SdG. Certo parlare di cibo e moda è sempre un po’ contraddittorio, ma il tentativo vale, anche perché Cori è una siciliana che agli arancini e ai cannoli qualche volta deve pure cedere, come lei stessa confida.
“La genesi della moda è davvero intrigante. Siamo stati in grado di creare la cosa più effimera di tutti e di farla diventare la cosa più indispensabile, per cui sacrifichiamo pure il sostentamento”.
Eppure a pensare a Jeremy Scott che nel 2014, da direttore di Moschino, ha sovrapposto la ‘M’ del Marchio a quella del Mc Donald’s, prendendone in permutata anche i colori, una suggestione viene in mente.
- Lei riuscirebbe a integrare in un’ottica di design di una nuova collezione di moda alcuni capisaldi della tradizione siciliana?
Purtroppo no. Non credo che cibo e moda abbiano ancora fatto pace, se non per l’opportunità di qualche copertina che può sfruttare l’hashtag bodypositivity. Che questa affermazione non venga strumentalizzata al contrario per rendermi protagonista di Body shaming: credo che non sia il peso a definire la bellezza, ma mi limito a constatare l’ovvietà, ovvero che la moda non è così inclusiva. Anche l’operazione che ha fatto Scott, nulla di nuovo se torniamo indietro nel tempo, è stata motivata dall’ironia piuttosto che dalla voglia di rendere compatibile cibo e moda. Il cibo è sostentamento e io da siciliana non credo di poter rinunciare ai miei arancini e al cannolo con la ricotta, però no…sono la mia identità, ma non riesco a trasporli in un linguaggio espressivo così esteriorizzante come la moda.
Se la moda è ancora un’arte refrattaria al cibo, la scultura sembra invece ben lieta di abitare uno spazio condiviso con i prodotti della tradizione gastronomica nostrana. Alla Festa Siciliana del gruppo Inventa, il 18 Giugno presso lo Showroom di Modica, arte, design, musica de cibo si esibiranno assieme per tratteggiare da più prospettive la nostra bella Isola.
Aggiungi un commento