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 A Francesca Planeta il prestigioso premio “Compasso D’Oro” 2024

francesca-planeta-1 (ph. Giovanna Di Lisciandro)

Coerenza e ‘visione’ combinate in una lunga esperienza maturata all’interno di un settore storicamente tradizionalista e espresse in un percorso di concreta materializzazione dei principi di food -design.

È con questa motivazione che l’ADI, l’Associazione del disegno industriale, ha conferito il Compasso d’Oro alla carriera a Francesca Planeta, presidente di Planeta Estate, donna simbolo del vino siciliano e protagonista del suo “Rinascimento” sulle orme tracciate del papà Diego, scomparso quattro anni fa.

Il prestigioso riconoscimento, il più antico più autorevole premio mondiale di design, istituito nel 1954 dal grande architetto Gio Ponti per evidenziare il valore e la qualità di quella produzione italiana che rappresenta l’ anello di congiunzione tra ingegneria e arte, invenzione e stile, premia l’imprenditrice palermitana per aver saputo coniugare l’amore per il territorio isolano con una visione innovativa: quella che ha appunto portato l’azienda di famiglia a diventare un simbolo di eccellenza nel settore vinicolo ed enoturistico.

Risultato di un lungo percorso, quello di Francesca Planeta, sempre permeato dalla passione per la Sicilia e portato avanti al fianco dei cugini Alessio e Santi e l’impegno delle persone che lavorano in azienda che ha portato il gruppo. Uno spirito di squadra che ha portato il gruppo con base a Menfi verso nuove vette, mantenendo sempre un profondo rispetto per le tradizioni locali e rendendole protagoniste di una narrazione visiva unica e coinvolgente.

La mia visione del design è profondamente legata alla bellezza della Sicilia, fonte inesauribile di ispirazione grazie alle sue ricchezze culturali e naturali” ha dichiarato l’imprenditrice ricevendo questo premio che non omaggia soltanto il suo percorso professionale, ma sottolinea anche come il design possa essere uno strumento potente per raccontare e valorizzare la cultura e la storia di un territorio. “Le sfumature dei paesaggi – ha infatti continuato – si riflettono nelle forme e nei colori, creando un legame viscerale con il territorio, mentre la tradizione artigianale si unisce alla creatività contemporanea, dando vita a luoghi che narrano storie di vita e autenticità, dove ogni dettaglio è un omaggio alla ricca eredità dell’isola”.

L’onorificenza giunge a pochi giorni dal conferimento della chiave della Guida Michelin a La Foresteria Planeta – il Wine Resort della famiglia a Menfi, sulla costa sud-occidentale della Sicilia. Omaggio, questo, all’unicità del territorio menfitano che incarna l’anima e l’ospitalità della famiglia Planeta.

L’azienda agricola Planeta vanta una storia di 17 generazioni e detiene oggi 371 ettari di vigneto e sette cantine dislocate in cinque territori (Menfi, Sambuca di Sicilia, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo). Una dotazione che include anche 151 ettari di oliveto con un frantoio posto proprio al centro della proprietà, nonché altre coltivazioni come il grano duro e il mandorlo, tutte in regime biologico. 

Oltre alla produzione agricola, Planeta ha costruito negli anni una variegata offerta nel settore ospitalità. Sempre a Menfi anche il ristorante de La Foresteria, inserito nella Guida Michelin 2024, ha ottenuto quest’anno riconoscimenti come i 2 cappelli dalla nuova guida Ristoranti 2024 de L’Espresso – I 1000 Ristoranti d’Italia e 2 forchette dalla Guida Ristoranti d’Italia 2024 del Gambero Rosso. Un mosaico di attività che sempre nel territorio d’origine dell’azienda comprendono il Beach Club Insula, salotto nel verde sul mare Bandiera Blu di questo segmento della costiera agrigentina, e, nell’entroterra di Sambuca di Sicilia, una dimora d’artista, “Casa Panitteri”, all’interno dell’omonimo museo archeologico.

Nel centro di Palermo, invece, Palazzo Planeta si pone come punto di una ricettività di alto livello, con sette confortevoli appartamenti che ricreano una raffinata atmosfera casalinga e raccontano lo spirito del buon vivere siciliano.

PH: Giovanna di Lisciandro, Paola Licciardello

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