Site logo

A Catania gli champagne Encry. Le degustazioni di Fabio Cristaldi, sommelier per Sicilia da gustare

Piccolo è bello

Non sempre è necessario prendere un aereo, oppure fare un lungo tragitto in auto per fare un viaggio e spostarsi. In alcuni casi tutto quello che serve è una bottiglia di vino. Nel caso in questione una bottiglia di champagne. Tramite Proposta Vini, azienda di distribuzione di vini in tutta Italia, è stato possibile degustare a Catania gli champagne Encry e potersi spostare in Francia (anche se virtualmente), accompagnati in una degustazione del loro prodotto dalla proprietaria Nadia Nicoli, assieme al suo compagno di lavoro e di vita Enrico Baldin, entrambi italianissimi. Tutto questo aggiunge curiosità ed allo stesso tempo valore, poiché che due italiani facciano champagne è una cosa che può dare prestigio ed allo stesso tempo dare quel pizzico di rivincita nell’interminabile competizione che vi è tra Francia ed Italia, in diversi settori, da quello della moda, a quello dei profumi, senza tralasciare quello del vino. Per lo champagne assume un valore aggiunto, poiché lo champagne è un qualcosa solo ed esclusivamente di francese. Basti pensare che lo champagne viene prodotto solamente ed unicamente in Francia e può essere chiamato champagne solo il Metodo Classico prodotto in Francia, nella regione dello Champagne per l’appunto. Oltre a questo la storia è insita di diverse combinazioni che si trovano le une con le altre come in un puzzle e dare il risultato finale. La grande passione di Enrico per la spumantistica e per i vini spumanti, è una valida motivazione, ma per arrivare a produrre lo champagne oltre alla passione, serve un’altra variabile che in questo caso è una circostanza fortuita. Enrico si occupa di ingegneria naturalistica e ripristino ambientale ed è tramite il suo lavoro che arriverà in Francia e dove inizierà il tutto. Fra l’altro proprio il lavoro di Enrico apporterà dei miglioramenti ai vigneti dai quali vengono raccolte le uve che servono a produrre lo champagne. Tramite una tecnica utilizzata per il ripristino ambientale denominata “idrosemina”, ci si accorse che apportava migliorie alle piante di vite, fornendo una maggiore ossigenazione all’apparato radicale ed a sua volta migliorandone la resa. 

Le bottiglie

I vigneti si trovano a Le Mesnil sur Oger, dove il vitigno predominante è lo Chardonnay, dal quale prendono forma gli champagne Dosaggio Zero, Extra Brut, Brut, Grand Rosé ed il Millesimato. Quattro champagne, che si differenziano, come è giusto che sia per il tipo di caratteristiche, ma che allo stesso tempo hanno un filo conduttore che sembra essere come un passaggio di “testimone” fra uno champagne ed un altro. Come se fosse una staffetta 4 x 100. La bravura ed il conoscere i propri vini da parte di Nadia, svolge un ruolo fondamentale che fa intraprendere un percorso che riesce a far capire le varie sfumature. Si inizia con il Dosaggio Zero (scelta più che coraggiosa), con il quale come si suol dire si gioca a carte scoperte. 100% Chardonnay che affina almeno quarantadue mesi sui lieviti. Il suo perlage è costante e di grande finezza. I suoi sentori sono di cedro e bergamotto in maniera delicata, allo stesso tempo emergono sentori di nota muschiata e di funghi, con accenni di fruttato (mela Granny Smith). Sorso verticale ed elegante, con una buona persistenza. Da un blanc de blanc Nadia fa assaggiare il Grand Rosé. Fare uno champagne rosé, non è una delle cose più semplici, ma la maison Encry ci è riuscita, ottenendo un prodotto che amalgama la verticalità e la giusta pienezza di sorso. I profumi sono di piccoli frutti di bosco, lieve accenno di zenzero, per poi ritornare a sentori di sottobosco. Beva agile e scattante che riesce a fornire il giusto connubio fra la freschezza dello Chardonnay (circa il 90% della massa) e l’elegante struttura del Pinot Noir (circa il 10%). Il periodo di permanenza sui lieviti è di trentasei mesi. Perlage fine e costante. Persistenza buona.  Il passo successivo è per l’Extra Brut, blanc de blanc (100% Chardonnay) che porta a corredo quanto fatto sentire con il Dosaggio Zero, ma in modo più raffinato e con una freschezza meno accentuata. Il perlage è sempre costante e molto fine. Il suo corredo aromatico è di sentori di frutta candita, con una leggera nota agrumata e sentori di sottobosco. Assaggiandolo si denota un maggiore spessore al palato. Persistenza buona. Affina almeno quarantadue mesi sui lieviti. Con il Brut ci si avvicina sempre più alla complessità. Il filo conduttore degli aromi richiama i precedenti, dando più spazio ad altri sentori come la crosta di pane ed il pan di Spagna, che vengono sempre accompagnati da un lieve accenno di agrumato e di sottobosco. Alla beva si ha un senso di tridimensionalità, con una freschezza presente, ma meno irruenta rispetto agli assaggi fatti prima. Vi è una buona corrispondenza gusto – olfattiva. Ottenuto da Chardonnay, anche per il Brut la permanenza sui lieviti è di almeno quarantadue mesi. Si conclude con il Millesimato – 2015. Perlage fine ed intenso. Il suo bouquet è complesso, note di frutta sultanina, tabacco, ricordi di mela cotogna, accenni di erba secca. Se inizialmente con il Dosaggio Zero alla beva si aveva principalmente la verticalità, con questo Millesimato si ha la verticalità in maniera cadenzata ed un’avvolgenza di sorso. Si passa da una bidimensionalità ad una tridimensionalità. Lungo. La sosta sui lieviti è di almeno sessanta mesi. Ottenuto da sole uve Chardonnay.                   

Ultimi articoli

Seguici

  • No comments yet.
  • Aggiungi un commento

    Potresti essere interessato a