Ce n’è davvero per tutti i suoli ed inutile dirlo ma quelli vulcanici sono davvero intriganti . I territori vulcanici, sono suoli che hanno una grande potenzialità per coltivare specie vegetali che daranno frutti con delle caratteristiche uniche, poiché grazie alla caratteristica del terreno, riescono a “prendere” ed a loro volta riproporre queste potenzialità. Se a questo si aggiunge che nella stragrande maggioranza dei territori vulcanici, parecchie piante di vite sono a piede franco, poiché proprio il terreno vulcanico le ha salvaguardate dalla fillossera della vite che nell’800 ha devastato i vitigni europei, tutto ciò li rende ancora più accattivante ed interessante. Qualità uniche particolarmente apprezzate in occasione della serata di Volcanic Wines svoltasi presso Barone di Villagrande, durante la ViniMilo. Fouder del l’iniziativa, Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio Tutela del Soave, che ha avviato il progetto Volcanic Wines associazione delle etichette D. O. C. di origine vulcanica di tutta Italia. Una manifestazione che dà la possibilità di poter degustare più vini dei diversi territori vulcanici di tutta Italia e di altre nazioni come Nuova Zelanda. Per questa edizione sono stati fatti assaggiare ai partecipanti solo vini bianchi che hanno stupito ed emozionato.
Muller thurgau
Ed a tal proposito un vino che è riuscito a dare quanto detto fino ad ora è stato il Vigna delle Forche 2017 – Mὔller Thurgau Trentino D. O. C., che riesce ad essere un Mὔller Thurgau che si differenzia notevolmente rispetto alla gran maggioranza di vini ottenuti da questo vitigno. Bisogna spendere qualche parola sulla cantina che è Cembra Cantina di Montagna, avendo le vigne più alte del Trentino e che la vigna dove è coltivato il Mὔller Thurgau si trova a circa m. 900 s. l. m., che ne fanno oltre ad vino di montagna anche e soprattutto un vino da viticoltura eroica, visto che la pendenza massima che raggiungono le vigne è del 40%. Il suo corredo aromatico è a dir poco inebriante con sentori muschiati e di sottobosco, per poi passare alla nota torbata e concludersi con ricordi di frutta esotica. Alla beva riesce ad essere elegante e ricco, con una buona freschezza ed un sorso sapido – succoso. Persistente e con un buono stato evolutivo. Un Mὔller Thurgau che si differenzia rispetto a tanti altri vini e che riesce ad essere ricordato.
Caprettone
Un territorio vulcanico che riesce a fornire vitigni e vini di grande personalità e con spiccate peculiarità, è quello campano dei Campi Flegrei. Il Munazei Bianco 2023 Lacryma Christi del Vesuvio D. O. C., di Casa Setaro è ottenuto da uve Caprettone (o Coda di Volpe) e grazie al fatto del terreno sabbioso vulcanico le viti sono a piede franco. Profumi di erba falciata caratterizzano il suo corredo aromatico, il quale viene arricchito da sentori di mela anurca e ricordi di nota marina. Una freschezza che gli garantisce profondità di sorso e carattere alla beva. Persistenza ottima. Il fatto che le viti siano a piede franco, garantisce che la pianta riesca a trasmettere alle uve quanto gli viene dato dal terreno vulcanico e facendo sì che venga ottenuto un vino di grande espressività e personalità. Il disciplinare del Lacryma Christi Bianco prevede la possibilità di poter utilizzare altre uve (Verdeca, Fiano e Greco di Tufo) assieme al Caprettone, ma utilizzarlo in purezza riesce a darne in pieno le sue potenzialità e le sue caratteristiche. Altro territorio vulcanico è quello delle Isole Eolie, dove a Salina viene prodotto il Salina Bianco. Il Salina Bianco 2023 I. G. P. Salina di Barone di Villagrande, è composto da Malvasia delle Lipari per un 40% e per la parte restante da altri vitigni come Catarratto, Rucignola ed altri vitigni autoctoni. Ne viene fuori un vino piacevolmente profumato, con accenni di frutta esotica, salsedine ed erba tagliata. Finale sapido ed una buona freschezza.
Durante la serata a Barone di Villagrande, è stato fatto il passaggio di consegne fra Aldo Lorenzoni e Marco Nicolosi per il progetto dei Vitigni Reliquia (vitigni scarsamente conosciuti, che hanno rischiato l’estinzione) che coinvolge diverse cantine del territorio etneo e la Facoltà di Agraria dell’Università di Catania. Infatti diversi produttori hanno partecipato al progetto, fornendo una porzione di vigna , un campo sperimentale in cui si studia e si valuta l’adattamento delle piante di vite nelle vigne in condizioni pedoclimatiche diverse, per poi poter fare delle vinificazioni o delle micro – vinificazioni e stabilire le caratteristiche del tipo di vino ottenuto. Perchè nel vino, nulla è scontato…
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