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54mo Vinitaly: c’è anche l’Etna di Alessandro di Camporeale

famiglia alessandro di camporeale

Generazione Alessandro, il nuovo progetto dell’azienda Alessandro di Camporeale, sarà presentato in anteprima assoluta alla 54mo edizione di Vinitaly. Un marchio per una linea di vini prodotti sul territorio etneo. 

Da qualche anno, infatti, l’azienda Alessandro di Camporeale è approdata sull’Etna, acquisendo dei terreni e realizzando una nuova cantina. Adesso tutto è pronto per la presentazione dei vini dell’Etna al Vinitaly 2022. 

Quali novità porterete a Vinitaly 2022? 

“La principale novità – dice Benedetto Alessandro, Marketing Manager dell’azienda – è il progetto che noi presenteremo per la prima volta al Vinitaly, la cantina sull’Etna di Generazione Alessandro, un nuovo marchio per una nuova cantina, con una apposita linea di vini prodotta sul territorio etneo”. Benedetto Alessandro, assieme ai cugini Benedetto e Anna, hanno preso in mano le redini dell’azienda di famiglia, continuando la rivoluzione produttiva centrata sul vigneto e sulle buone pratiche enologiche, con vini di grande struttura, eleganti e equilibrati che l’hanno reso famosa in Italia e all’estero. 

I vini che producete sull’Etna? 

“Un Nerello Mascalese in purezza, il Croceferro e presenteremo l’annata 2019 e poi un Etna Bianco, un Carricante con una percentuale del 10 per cento di Catarratto, il Treinara, presenteremo l’annata 2020”. 

Quante bottiglie producete sull’Etna? 

“Al momento produciamo complessivamente 20 mila bottiglie per le due referenze. Stiamo lavorando alla valorizzazione di piccoli appezzamenti per poterli mettere in bottiglia, una sorta di Cru per le parcelle che ci hanno dato risultati particolarmente interessanti”. Benedetto Alessandro è soddisfatto della vendemmia 2021 perché la vendemmia dei bianchi, in particolare del Sauvignon, è stata fatta prima dell’arrivo dell’ondata del caldo con un buon risultato sui vini e l’inverno piovoso ha dato buone risorse idriche ai terreni salvando le piante da un eccessivo stress quando è arrivato lo scirocco. Il risultato è stato buono anche per i rossi. 

Quindi vi aspettate dei vini interessanti? 

“Sicuramente perché nel complesso è stata un’annata equilibrata, con vini eleganti e di buona beva”. 

Quanto vi è mancato il Vinitaly? 

“Sicuramente tanto perché non abbiamo potuto incontrare i clienti e la rete vendita, visto che il Vinitaly rappresentava un punto di incontro per avere il contatto diretto con ristoratori, enotecari e consumatori finali e raccontare i nostri vini”. 

Cosa è venuto meno in questo periodo di pandemia? 

“Non c’è più stato contatto con i clienti e non abbiamo potuto raccontare i nostri vini. È mancato il contatto diretto. Noi fortunatamente abbiamo un mercato molto diversificato, con molti piccoli clienti, hanno sofferto le vendite alla ristorazione, ma con i privati abbiamo lavorato bene”. 

Progetti futuri? 

“Punteremo sull’Etna e ci dedicheremo a un rosato che uscirà presumibilmente il prossimo anno. Poi svilupperemo un progetto su una vigna vecchia di circa 80 anni di Nerello Mascalese”. Buon Vinitaly.

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