Un punto di riferimento per l’intera gastronomia provinciale tradizionale: amato sia dagli autoctoni che dagli stranieri e apprezzato dai turisti. “Qui si magnifica il porco” è il loro slogan e quando diciamo che ha fatto il giro del mondo siamo certi di non dire eresie.
Salvatore Laterra e sua sorella Maria hanno ereditato il ristorante fondato dal nonno Raffaele nel 1896, portando avanti la tradizione anno dopo anno.
Per conoscere meglio la sua visione del mondo enogastronomico, lo abbiamo intervistato per voi.
Cos’è la cucina per te?
La cucina è quel posto magico dove, da un intreccio di cultura, tradizione, innovazione, espressione del territorio, si creano emozioni che danno grandi soddisfazioni.
Ci racconti com’è nata la tua passione?
Sono figlio d’arte, 4^ generazione di ristoratori, scelta quasi obbligata.
Come definiresti la tua cucina?
Cucina del territorio e, senza presunzione, alcuni nostri piatti che si preparano da oltre un secolo sono diventati piatti simbolo del “territorio”.
È possibile innovare mantenendo salde le radici nella tradizione?
Più che innovare io sostengo che bisogna “attualizzare” i piatti.
In che modo il territorio entra nella tua cucina?
In modo dirompente, oltretutto siamo in un territorio che esprime delle eccellenze su vari fronti: dal settore carni all’ortofrutta, dal’olio al vino ecc…, anche se personalmente non sono un sostenitore del Km. 0, ma convinto sostenitore della qualità.
Qual è e com’è nato il tuo cavallo di battaglia?
La costata ripiena, piatto inventato da mio nonno e fedelmente ereditato, copiato e scopiazzato da decenni.
Quale ingrediente ritenete indispensabile per il vostro lavoro?
La carne di maiale di altissima qualità.
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