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4 chiacchiere con… Daniele Famà

4 chiacchiere con... Daniele Famà, Chef di Putie La Fisheria di Gela
4 chiacchiere con... Daniele Famà | Sicilia da Gustare

La mia cucina è la cucina dei sensi

Nato e cresciuto a Gela, Daniele Famà si definisce siciliano d’origine e vagabondo per passione. Vagabondo finché non ha incontrato e riconosciuto un legame passionale (per il cibo e per la cucina) con Carmen Runza, sua compagna, con cui ha creato la prima Fisheria della città.

Per conoscere meglio la sua visione del mondo enogastronomico, lo abbiamo intervistato per voi.

Cos’è la cucina per te?

Quando ero un commis ho avuto chef che mi dicevano che un giorno mi sarei stancato di fare questo lavoro. Certo, ho solo 25 anni e tanta strada ancora davanti, però credo che potrò stancarmi di tante cose ma non della cucina. Per me cucinare è sfogo, è ispirazione, libertà e vita, quando cucino per me non esiste altro e a volte rischio veramente di isolarmi tra salse e impasti, non riesco a vedere nient’altro, il mondo intorno si ferma e ci sono solo io e il gesto, il gesto che racchiude una storia, la mia storia d’amore con la cucina.

Ci racconti com’è nata la tua passione?

La mia passione è nata in famiglia. Il condomino in cui vivo è abitato dall’intera famiglia di mio padre e a casa di mia nonna era come se fosse domenica tutti giorni, avevamo la bella abitudine di pranzare tutti insieme, ogni giorno era una festa e la domenica il pranzo continuava sino a sera. La mattina presto con i miei cugini andavamo giù ad aiutare la nonna tra polpette, carne al BBQ e pasta al forno ed era il gioco più bello che potessimo fare, cucinare ci univa davvero. Successivamente nel periodo adolescenziale conobbi il mio attuale cognato, docente di cucina alla scuola alberghiera, che mi fece avvicinare in maniera più concreta al mondo della ristorazione convincendomi ad iscrivermi. Da lì in poi non ho mai pensato a nient’altro nella mia vita, solo a cucinare: è stato amore a prima vista perché mi ricorda la famiglia, i valori che mi hanno fatto diventare uomo e l’unione e convivialità bellissima che dona una tavola composta dalle persone che mi vogliono bene.

Come definiresti la tua cucina?

La mia cucina (la cucina dei sensi) seguo molto poco le ricette, perché mi piace ascoltare i miei sensi e farmi accompagnare verso la creazione del piatto finale, assaggiando, annusando, osservando, toccando e ascoltando quello che il mio istinto mi dire di cucinare.

È possibile innovare mantenendo salde le radici nella tradizione?

Si é possibile se non si perde mai di vista l’obbiettivo che secondo me é quello di trasmettere qualcosa a chi mangia i miei piatti e le radici possono dire tanto, la tecnica puó solo attualizzare una ricetta, puó renderla più bella, più digeribile adatta ai palati odierni e ad istagram😀 peró il gusto e il sorriso durante la masticazione è solo frutto della tradizione.

Sì, è possibile se non si perde mai di vista l’obiettivo principale: trasmettere qualcosa a chi mangia i miei piatti e le radici possono dire tanto, la tecnica puó solo attualizzare una ricetta, può renderla più bella, più digeribile, adatta ai palati odierni e a foto e commenti social ^_^ …  però il gusto e il sorriso durante la masticazione sono solo frutto della tradizione.

In che modo il territorio entra nella tua cucina?

Le materie prime sono essenziali, i prodotti locali sono presenti al 90% nella mia cucina e cerco di rispettarli il più possibile. Inoltre amo trasmettere ai miei clienti il valore degli ingredienti che uso, raccontandoli e cercando di mantenere alto il loro valore.

Qual è e com’è nato il tuo cavallo di battaglia?

La polpetta di seppia burger, un panino con le polpette di seppia battute al coltello. Una ricetta tipica della mia terra, che ho voluto valorizzare ed attualizzare servendole dentro un panino per proporla all’interno del mio street food e farla apprezzare ai giovani che frequentano il mio locale.

Quale ingrediente ritenete indispensabile per il vostro lavoro?

Per me sono indispensabili un ottimo pomodoro, basilico profumattissimo e limoni. Questi rappresentano l’estasi dei sapori e profumi per me e non potrei farne a meno.

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