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4 Chiacchiere con Cristina Altamore, l’avvocatessa con la passione del Senatore Cappelli di Giuliana. “La qualità arriva dalla terra”

L’avvocatessa Cristina Altamore frequenta abitualmente le aule dei tribunali e vive quotidianamente un intimo rapporto con la giustizia e la sua pratica. Sarà per questo che, anche in qualità di imprenditrice e ambasciatrice delle eccellenze del territorio, ha deciso di sposare un modello produttivo e commerciale etico e virtuoso?

Giuliana è un piccolo paesino di agricoltori e produttori conteso tra Palermo e Agrigento, dal singolare nome proprio di donna. Ma se i latini, nella loro saggezza aneddotica, continuano ad avere ragione, mai fu più appropriato il detto ‘nomen omen’; perché a tracciare la linea del destino e delle prospettive del paese, ci pensa una donna, Cristina Altamore che da anni, insieme ai fratelli Giuseppe, Lorenzo e Francesco, porta avanti il sogno del papà: l’azienda agricola Altamore.

Cristina è una donna passionale, che persegue il bene in ogni progetto che sposa, da quelli strettamente professionali agli impegni sociali che intraprende per il paese, sempre in un’ottica di valorizzazione della propria terra, delle sue tradizioni e dei suoi saperi, ovvero dei suoi sapori.  E, anche se da piccola non ha avuto molte occasioni di ‘sporcarsi’ le mani insieme al padre e ai fratelli direttamente nei campi, oggi è protagonista dell’azienda agricola di famiglia e noi abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con lei e scoprire di più delle peculiarità di questa bellissima storia di imprenditoria tutta siciliana.

  • Mi racconti un po’ la storia dell’azienda agricola e del suo coinvolgimento nel progetto?

L’azienda è sempre stato un progetto di papà, che ha seminato tanto ma è scomparso prima che raccogliessimo. Io mi adopero attivamente nel progetto nel 2006 a soli 18 anni, quando papà viene a mancare. Ho tre fratelli più grandi che sono di fatto l’anima dell’azienda, i veri agricoltori, quelli che stanno sui campi e che curano quell’eccellenza che è il grano Senatore Cappelli. Io sono la ‘burocrate’, che si occupa dell’amministrazione, della contabilità. Noi nasciamo e ci definiamo fieramente agricoltori e perché per noi la qualità arriva dalla terra. Non ci sentiamo innovatori, anzi diciamo che tramandiamo l’esperienza di mio padre, di mio nonno…di una buona pratica contadina insomma.

  • Perché il Senatore Cappelli? E qual è il motivo della riscoperta di questa tipologia di grano duro?

Il Senatore Cappelli ha delle qualità eccellenti, a partire delle proprietà organolettiche e nutritive. Anche se molti non lo classificano tra i grani antichi, di fatto ne ha tutte le caratteristiche. Abbiamo scelto di coltivare il Senatore Cappelli per diverse ragioni: tra le diverse varietà di grani antichi, è uno dei pochi certificato in purezza e ciò garantisce l’autenticità del prodotto trasformato e quindi il patrimonio genetico del seme a tutela della salute dei consumatori per le proprietà organolettiche e nutritive eccellenti che lo rendono altamente digeribile: proprietà antiossidanti, alto valore proteico, ricco di fibre, zero zuccheri semplici e quindi adatto ad essere inserito in una dieta per diabetici, basso contenuto di glutine (8 grammi per 100 ed è un glutine puro altamente digeribile), quindi anche soggetti che sono sensibili al glutine, ma non celiaci possono consumarlo.

  • Ci spiega cos’è l’agricoltura biologica?

Quando si sente parlare di biologico, che oggi va quasi di moda, non si sa bene cosa sia. L’agricoltura biologica, indipendentemente da qualsiasi tipo di certificazione, che comunque abbiamo dal 2000, è quella pratica di coltivazione che permetta alla natura di rispettare i suoi tempi e di tutelare la biodiversità.

Noi abbiamo sempre puntato e avuto una produzione biologica, perché i nostri campi da sempre sono coltivati secondo la buona pratica contadina che prevede innanzitutto la rotazione colturale con l’avvicendamento di piante sfruttatrici e piante miglioratrici. In particolare, alterniamo alla coltivazione di grano la coltivazione di leguminose: queste ultime rilasciano nel terreno l’azoto minerale, ovvero il nutriente per il terreno che favorisce la crescita del grano coltivato nello stesso campo l’anno seguente. Inoltre, con lo scarto delle foraggere e la paglia del Senatore Cappelli nutriamo i nostri bovini che poi concimano i campi naturalmente. Si può dire che anche i campi seguono una ‘doppia dieta’, quella della concimazione organica e quella dell’azoto minerale. A fine processo di coltura e raccolta abbiamo praticamente scarto 0 e questo determina un impatto ambientale ancora minore.

Grazie alla generosità del territorio in cui viviamo, quello dei Monti Sicani e grazie alla pratica agronomica da noi messa in campo siamo riusciti ad ottenere un prodotto di eccellenti qualità.

  • Il Grano Senatore Cappelli era stato selezionato all’inizio del secolo scorso perché adatto a resistere a prolungati periodi di siccità. Come reagisce oggi alle alluvioni sempre più frequenti?

Il grano Senatore Cappelli ha una taglia alta (raggiunge un’altezza di circa 1,80m) e da un lato la sua altezza ha un’azione ombreggiante che soffoca le erbe infestanti e non permette alle stesse di crescere e nutrirsi nello stesso campo, dall’altro lato, l’alternarsi di piogge e vento, soprattutto nella fase di maturazione del grano, comporta un allettamento delle spighe con una maggiore difficoltà nelle operazioni di mietitrebbiatura, ma non incide sulla qualità del raccolto né comporta alcun deprezzamento della granella. Semmai incide sulle quantità del raccolto.

  • Avete una produzione di qualità piuttosto che di quantità. Qual è il vostro mercato di riferimento e cosa significa la vostra impresa per il paese?

Il mercato di riferimento è un mercato di nicchia sia nazionale che internazionale che apprezza i prodotti salutari e genuini. Abbiamo un sito e-commerce che negli anni ci ha permesso di raggiungere una buona fetta del mercato nazionale e stiamo lavorando per l’export.

Diciamo che siamo un’impresa di nicchia che aiuta anche l’economia del paese, perché le aziende sono ambasciatrici del territorio, forse più ancora degli edifici storici, perché riusciamo a comunicare il presente. Io credo che l’azienda non sia mia ma del territorio in cui vivo, perché ne identifica le caratteristiche proprie, senza vincoli di tempo e mode, e le esporta ovunque sia consumata la pasta di Senatore Cappelli. Per questa ragione facciamo parte di diverse reti di agricoltori e di aziende del territorio come la rete dei Borghi Sicani e il Biodistretto dei Borghi Sicani, che cercano di fare sinergie tra noi produttori per essere competitivi anche sul mercato globale. L’unione fa la forza, è proprio il caso di dirlo e sarebbe proprio il caso che ce ne accorgessimo un po’ tutti. Dobbiamo collaborare facendo rete e non farci la guerra perché, ed il concetto è semplice, se cresco io, cresce il territorio in cui vivo, ed insieme contribuiamo alla sua economia. Abbiamo chiuso la filiera nel 2020, quindi commercialmente siamo una start up ed il nostro grano ha appeal, nonostante il prezzo sia importante. Infatti, la pasta di grano duro Senatore Cappelli è ricercata anche in una piccola comunità di agricoltori che hanno a cura la propria salute a cominciare dall’alimentazione, com’è quella di Giuliana.

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