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4 chiacchiere con… Cristian Giannilivigni, sommelier AIS: “Ecco come il vino mi ha cambiato la vita”

Cristian Giannilivigni

Nel mondo del vino, ci sono storie che riflettono la passione, la determinazione e il successo. Una di queste è quella di Cristian Giannilivigni, sommelier AIS di Palermo, responsabile di sala e sommelier della Trattoria del Massimo, che lo scorso 25 novembre si è aggiudicato il “Premio Bonaventura Maschio 2023 Miglior Sommelier Emergente per il Sud Italia”. Questo riconoscimento ha rappresentato non solo una vittoria professionale, ma anche una conferma tangibile che lo studio e l’impegno portano a nuovi traguardi, come la co-conduzione di una masterclass durante la presentazione della quarta edizione della Guida ai Vini di Sicilia 2024 che si è tenuta il 27 gennaio nel capoluogo siciliano. Con il suo talento emergente e la sua dedizione al mondo del vino, non c’è dubbio che continuerà a lasciare un’impronta indelebile nell’industria vinicola.

Qual è stata la tua prima esperienza significativa con il mondo del vino e cosa ti ha spinto a diventare un sommelier?

Ho iniziato a lavorare nella ristorazione quando avevo 17 anni, dopo essermi diplomato e, fin da subito, mi sono interfacciato con il mondo del vino ma non avevo competenze. Durante la prima pandemia da Covid19, è scattato qualcosa dentro di me con tutti i cambiamenti che stavo vivendo a causa della chiusura dei ristoranti. Tra una partita alla PlayStation e l’altra, mi sono avvicinato al vino, un mondo che mi aveva sempre affascinato. Nonostante sia stato uno dei periodi più bui della nostra epoca, io ho cercato di trarne il lato positivo: sono sempre stato molto ambizioso, mi piace lavorare ma anche imparare nuove cose. Ho iniziato ad istruirmi da autodidatta sul mondo del vino, a leggere libri e, ad ottobre 2021, mi sono iscritto al primo livello del corso per sommelier di Associazione Italiana Sommelier a Palermo. Dopo aver seguito anche il secondo e il terzo livello, ho sostenuto gli esami che consistono in una prova scritta, una prova pratica e un esame orale, diventando così ufficialmente sommelier a marzo 2023.

All’esame finale hai conseguito il punteggio più alto del tuo corso e, dopo numerosi step, ti sei aggiudicato il “Premio Bonaventura Maschio 2023 Miglior Sommelier Emergente per il Sud Italia”, riconoscimento che dal 2004 la distilleria Bonaventura Maschio conferisce agli allievi che hanno superato con il miglior punteggio l’esame finale del Corso AIS. Cosa ha significato per te ricevere a livello personale e professionale?

È stata una grande sorpresa scoprire di aver ottenuto il punteggio più alto all’esame finale della mia delegazione, quella di Palermo. Ciò mi ha permesso di accedere al percorso di selezione per il “Premio Bonaventura Maschio 2023”. Dopo vari step, sono arrivato a sostenere la prova finale che si è svolta il 15 novembre a Treviso in cui mi sono aggiudicato il premio come Miglior Sommelier Emergente per il Sud Italia 2023. Questo risultato ha significato molto per me perché ho avuto la prova tangibile che studio, impegno e dedizione portano al raggiungimento di nuovi obiettivi. È stata una sfida con me stesso, ricca di adrenalina, ma anche piena di sacrifici, dovendo conciliare studio, lavoro e famiglia. Vincere il premio è stata una gratificazione a livello personale ma che sono riuscito a raggiungere anche grazie al supporto di chi mi sta intorno, come Antonio Amato, titolare della Trattoria del Massimo, il ristorante in cui lavoro, che mi ha permesso di seguire il corso AIS, puntando sulla mia formazione, permettendomi di seguire le lezioni e avere comunque il giorno libero a settimana, dandomi la possibilità di affrontare questo percorso con serenità, così come quello dei miei colleghi. Infine, non posso non ringraziare mia moglie che si è presa cura del nostro bimbo lasciandomi tempo da dedicare allo studio quando non ero a lavoro.

Puoi raccontarci di una bottiglia a cui sei legato o una degustazione che ti ha particolarmente emozionato?

Una degustazione che mi ha particolarmente emozionato e che ho vissuto proprio di recente è stata durante la cena di premiazione che si è svolta lo scorso 25 novembre durante la 55ª Convention Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier a Genova. In quell’occasione, Andrea Maschio, amministratore delegato di Distilleria Bonaventura Maschio, aprì un Riesling Spatlese della Mosella dell’85 e un Riesling Spatlese di Reingau del ’75. Queste due bottiglie mi hanno fatto capire come un vino, in questo caso il Riesling, abbia delle potenzialità incredibili, soprattutto quando c’è coincidenza tra terroir e vitigno. Ricordo ancora che quel vino dell’85 aveva un colore paglierino dorato e aveva una tale freschezza nonostante avesse quasi quarant’anni sulle spalle.

Quali sono alcune delle sfide più comuni che affronti nel tuo lavoro da sommelier in un ristorante e come le superi?

La sfida più comune in un ristorante, ovviamente, è quella con il cliente. Quando fai questo lavoro da tanti anni sviluppi un sesto senso, individui facilmente il tipo di cliente che hai davanti e ciò vuole bere. Tra le sfide più difficili da superare, ci sono quelle legate ad alcuni luoghi comuni sul vino nonostante sono in molti a lasciarsi consigliare e ad apprezzare il lavoro di divulgazione che noi sommelier facciamo in sala, facendosi trasportare dal racconto sul vino, sulla denominazione e dal territorio da cui ha origine. Nella carta dei vini della Trattoria del Massimo, in qualità di responsabile di sala e sommelier, abbiamo scelto di avere solo vini dell’Isola essendo un ristorante con cucina tipica siciliana e avendo un ricco patrimonio ampelografico che ci permette di spaziare con gli abbinamenti cibo-vino.

Qual è lo stato di salute della Sicilia del vino oggi? Cosa ci aspettiamo per i prossimi anni?

La Sicilia è una delle regioni vinicole interessanti nel panorama nazionale con un ricco patrimonio ampelografico. Oggi, c’è molta coesione tra i vignaioli nel produrre vini di qualità. L’Etna fa da traino portando grandissimi risultati e il carricante è un vitigno eccellente che già oggi dà grandi soddisfazioni e che in futuro ci riserva grandi cose. Poi, c’è il Marsala con la sua grande storia, un vino unico al mondo che propongo spesso ai miei commensali i quali rimangono estasiati quando ne scoprono la storia.

Cristian Giannilivigni 2

Qualche giorno fa si è tenuta a Palermo la presentazione della quarta edizione della Guida ai Vini di Sicilia dell’Associazione Italiana Sommelier in cui hai anche co-guidato la verticale “Caro Maestro, Fina” insieme a Luigi Salvo, delegato AIS Palermo. Raccontaci qualche aneddoto della manifestazione e qualche retroscena di questa esperienza.

La prima masterclass non si scorda mai, un’esperienza fantastica che è coincisa con una verticale di Caro Maestro dell’azienda marsalese Fina, ovvero una degustazione di più annate dello stesso vino per capire la sua evoluzione nel corso del tempo. Ringrazio Luigi Salvo, Delegato AIS Palermo, e tutta l’AIS Sicilia per questa grande opportunità. La verticale è stata molto emozionante perché, insieme a noi, c’era anche il produttore Bruno Fina che ha raccontato il suo percorso nel mondo del vino con estrema umiltà, dall’incontro con Giacomo Tachis fino ai giorni nostri. Ciò che mi ha più colpito è stato vedere gli occhi lucidi di chi partecipava alla masterclass. “Caro Maestro” è, infatti, il tributo che Bruno Fina ha voluto fare all’enologo Giacomo Tachis, il suo “maestro” del vino. Poi, sono stato chiamato sul palco per premiare Feudo Disisa, una delle aziende che ha ottenuto le Quattro Viti, il massimo riconoscimento della Guida Vitae di AIS. Anche qui, ho vissuto emozioni a go-go.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Continuerò ad approfondire le mie conoscenze nel mondo del vino, in particolare, sto conseguendo il secondo livello del WSET (Wine & Spirit Education Trust). Inoltre, non mancheranno gli appuntamenti di primavera dedicati al mondo del vino, come il Vintaly, occasioni che non solo offrono la possibilità di scoprire nuovi vini ma rappresentano anche un’opportunità per ampliare le proprie conoscenze.

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